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Recensione "Sopdet. La Stella della Morte" di Lara Manni

Creato il 18 aprile 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
MA COSA ACCADDE A UN DEMONE QUANDO ENTRA IN CONTATTO CON IL MONDO DEGLI UOMINI, E NE CONOSCE GLI ORRORI?
Pubblicato a puntate su Efp, il più grande sito di fan fiction italiano, Sopdet è il secondo episodio della trilogia horror/fantasy iniziata con Esbat. Lara Manni unisce elementi della tradizione fantasy occidentale con i più inquietanti temi dell'immaginario giapponese. Dall'11 febbraio in libreria il nuovo romanzo di Lara Manni che ha esorito nel 2009 con Feltrinelli. Un'altra avventura in compagnia dell'affascinante demone Hyoutsuki, Yobai e Ivy che abbiamo conosciuto in Esbat. Un incredibile passo in avanti per Lara che rispetto ad Esbat è maturata tantissimo. Ho amato i precedenti personaggi di Esbat: Ivy, Hyoutsuky e Yobai, che in questo romanzo cattura maggiormente la scena, ma una nota speciale va ad Adelina. Un character femminile indimenticabile. Un grazie immenso a Lara Manna una persona davvero speciale e un'autrice altrettanto talentuosa. Chissà che Tanit sbarchi in libreria il più presto possibile. Sono già impaziente.
La mia recensione di Esbat: QUI
Per leggere i primi capitoli di Sopdet: QUI
Recensione Titolo: Sopdet. La stella della morte
Autore: Lara Manni
Editore: Fazi
Collana: Lain
Prezzo: 18,50 €
Pagine: 375
Trama:
Nati sulle pagine di uno dei manga più famosi, i demoni Hyoutsuki e Yobai hanno preso sembianze umane e grazie a una congiunzione astrale hanno valicate le soglie della loro dimensione e raggiunto il mondo degli umani. Ivy, un'adolescente romana, da sempre appassionata lettrice, sogna di poter incontrare Hyoutsuki. Non sa ancora che sarà proprio lei a salvarlo, cambiando il finale della sua storia. Hyoutsuki e il suo mortale nemico Yobai sono impegnati da millenni in una partita fatale che nelle pagine del libro di Lara Manni tocca tre diversi momenti della storia italiana: sul Carso, durante la prima guerra mondiale; sul lago di Meina, fra l'armistizio e Salò; a Roma, nel 1977. Combattono per uccidere o per proteggere Ivy, che nel tempo presente fugge da altri nemici e conosce nuovi alleati. Ma quando i mondi si incontrano non c'è comunque scampo. I demoni diventano più simili agli uomini, e gli uomini - e le donne - acquistano poteri che forse non desiderano. Perché c'è una soglia, tra luce ed ombra, che non può essere violata nemmeno con lo sguardo.
RECENSIONEUna volta ogni mille anni, come un diamante che appare scintillante e luminoso nel manto scuro della notte, appare la stella del cane: Sirio. Sopdet, il suo nome egizio. Un sussurro che accarezza le labbra delicatamente. Un suono che si espande, che vibra di un potere che cambierà per sempre il corso di molte esistenze, destinate a scomparire come cenere nel vento o a rimanere cristallizate nell'eternità come un tratto indelebile di china scura colata su un immaccolato foglio bianco. Nella stagione autunnale, che oscilla tra il calore dell'estate e il freddo dell'inverno, per 70 giorni grazie alle luce di questa stella, che fa da muto testimone alle vicende che si susseguiranno per tutta la durata del romanzo, il confine tra il mondo dei demoni e quello degli umani si farà così sottile da scomparire temporaneamente, lasciando spazio a quella secolare avversità che da sempre divide Hyoutsuki e Yobai, i due vertici di un sanguinoso triangolo che si chiude con Ivy, una giovane ragazza romana sbocciata nell'adolescenza in un fiore bianco, candido che sta per essere reciso, senza aver potuto assaporare di nuovo le carezze gelide del suo amante misterioso.
«Esistono altri mondi», dice la madre alla bambina, mentre camminano nel sottopassaggio della metropolitana. «Un po’ come i mondi delle fiabe, ma veri». La bambina fa sì con la testa. La madre le infila una ciocca di capelli sotto il cappuccio. Fa freddo. «Qualcuno sa che questi mondi ci sono davvero, da qualche parte. Magari perché li ha sognati. Ti è capitato, credo. Ti addormenti e ti trovi davanti le fate, o draghi, o angeli. Oppure…».«Demoni», sussurra la bambina. «Come nei fumetti».
Hyoutsuki e Yobai valicano i confini spazio-temporali prendendo sembianze terrene. Seguono il volere della dea Axieros, loro malgrado. La dea del caos. Quella stessa dea che si diverte a giocare con loro. Con le loro esistenze. Le loro paure. Senza che essi, se non alla fine, comprendano il suo vero intento. Corromperli. Cambiarli. Mentre loro si misureranno in uno scontro all'ultimo sangue, nascondendosi tra varie epoche e sotti falsi nomi, Ivy dovrà combattere un nemico che si cela nell'ombra. Johann. Occhi azzurri e una bellezza sovrannaturale. Un' adolescente come tante che si troverà ad affrontare un nemico immortale che le vuole strappare l'ultimo brandello di vita che le rimane. Lei e le sue insicurezze. Lei e la sua goffaggine. Lei e le sue paure. Lei e il suo dono di interferire con un'altra dimensione. Lei e il suo demone. Una giovane donna, ormai, dai lunghi capelli color platino e dagli occhi tristi. Occhi che hanno assaporato la vista di Hyoutsuki. Ma quando si è toccato per un istante il paradiso, come si può vivere senza?
Il passato può cambiare il futuro. Un demone scenderà fra gli uomini per salvare una vita umana. Calpesterà la terra di varie epoche, accerchiato dalla morte e dalla follia umani. Per una ragazza che gli ha sconvolto l'esistenza. Ma alla fine l'ordine deve essere ristabilito. E ognuno dovrà tornare nel proprio mondo. E il sottile spiraglio di speranza che prelude al ricongiungimento di due corpi e due anime sarà chiuso. Per sempre. Forse.
"I demoni sono memoria, non rimpianto. Ricordano il rumore di ogni passo e gli infiniti modi in cui l'erba può frusciare mentre la calpestano."
Ma Hyoutsuki nel suo disperato viaggio verso la salvezza, verso la salvezza della giovane umana dai lunghi capelli biondi e dal profumo di fiori freschi nell'acqua, scoprirà cosa significa essere umani.
"Tutta la lunga esistenza di demone trema e si accartoccia e prende nuova forma davanti a questa ragazzina che piange e ride davanti a lui, mentre il suo profumo lo avvolge e gli torce l'anima come nessun avversario era stato in grado di fare. Hyoutsuki, infine, capisce quanto di se stesso ha dovuto abbadonare per arrivare a questo punto: l'immagine dell'essere fiero e compiuto che è stato lo riempie di nostalgia. Ma sa anche che non rinuncerebbe a nulla di quello che è avvenuto per arrivare fin qui."
La sua anima di demone verrà corrotta dagli eventi ed egli conoscerà appieno cosa significhi il rimpianto. Il rimpianto per qualcosa che a lungo aveva creduto di poter rinunciare, che credeva non potesse essere all'altezza di uno youkai purosangue, fiero e altero, ma che all'improvviso ha acquistato importanza. L'ha travolto con la forza di una tempesta, trafitto come le punte accuminate di una lancia, colpito allo stomaco come un pugno che l'ha lasciato sofferente, avvolto da una fredda coperta di disagio e paura. Un rimpianto dal sapore amaro e dolce nel contempo, perchè sotto la luce scintillante di Sopdet tutto è possibile e anche l'appagamento dei sensi sembra una consolazione accettabile per chi ancora non conosce le sorti del proprio destino e che per la prima volta nella sua lunga esistenza si ritrova a lottare contro una dea e contro il suo immortale nemico per la propria sopravvivenza.
"Sanno, ma non provano gioia o dolore, ne vorrebbero tornare ai momenti che hanno attraversato nel tempo".
Questa volta per loro, Hyoutsuki e Yobai, le cose andranno diversamente perchè, sullo sfondo di tre epoche storiche che hanno segnato col sangue la storia italiana, conosceranno il cambiamento, che peserà sulle loro esistenze, mai scalfite dal trascorre inesorabile dei secoli. Un cambiamento che per Hyoutsuki si traduce nella nascita del desiderio vero e totalizzante della carne e dell'apertura di una minuscola fessura nel suo cuore ghiacciato che lascia spazio ai sentimenti, qualcosa che decenni addietro non avrebbe pensato di provare. Che disprezzava con tutto il suo essere. E che ora erano parte di lui; per Yobai invece significa accogliere dentro di sè il seme della rabbia e dalla furia cieca che ottenebrano il suo -fino ad allora- limpido giudizio. La sua limpida vendetta.
Un romanzo coraggioso, limpido, spietato. Niente sentimentalismi. Solo disincanto. Solo mera realtà. Ritrae la crudeltà e l'innocenza. Due lati della stessa medaglia. Un finale che mi ha straziata. Mi ha lasciata tremante, con calde lacrime salate che scorrevano a fiumi sulle mie guance arrossate dall'emozione. E non per il gesto d'amore estremo di Ivy (almeno non solo), il suo innocente desiderio d'amore che rilega in un angolino di cuore per fare la cosa giusta. Per ristabilire quell'equilibrio che Axieros, la dea del caos, aveva frantumato. Mi ha lacerata perchè sapevo che era concluso. Che Sopdet era finito.
Un viaggio incessante e profondamente coinvolgente attraverso la psiche dei protagonisti, grazie anche al perfetto utilizzo di diversi POV. Lara Manni delinea perfettamente paesaggi interiori, nelle loro meravigliose e crudeli sfacettature, che coinvolgeranno il lettore a livelli estremi. Sarà come camminare in bilico tra realtà e immaginazione, dove il confine sarà indistinto. Nebuloso. E si dovrà scegliere se lasciarsi trascinare in questo seducente oblio. C'è un' armonia perfetta nascosta tra le pieghe seducenti, ammalianti, ipnotiche dello stile inusuale, originale, completamente fuori dagli schemi della Manni. Una predilezione per la sintassi paratattica. Frasi spezzate. Brevi. Incisive. Che narrano alla perfezione una storia che sgorga spontanea dalle pagine per travolgere completamente chi la legge, in un esperienza che avvolge tutti i sensi. Per trascinarlo in un mondo fuori dai confini del tempo. Citando la stessa autrice Sopdet è "una stanza disabitata che si schiude dietro una porta lasciata accostata e dove non si deve entrare, ma a cui è impossibile resistere."
E voi? Riuscirete a resistere alla tentazione di aprire questa porta?
Lara Manni possiede un indubbio talento narrativo. Alterna scena di una crudezza spiazzante ad altre impregnate di lirismo e poesia indimenticabili. Uno stile evocativo. Poche parole per rievocare dalle pagine scene, immagini che si susseguono sulla carta ad un ritmo serrato che non concede tregua. Emozioni trascinanti che legano indissolubilmente il lettore alla storia. Vicino ai personaggi per cui ha sorriso, pianto, gioito e si è disperato. Un fantasy innestato in una cornice storica italiana affascinante e ben costruita che ritrae 3 momenti bui del nostro passato: le 2 guerre mondiali, che hanno lasciato dei solchi profondi nell'epoca e che risuonano ancora oggi come monito per il futuro, e gli anni di piombo del '77.
Sopdet rifulge di una luce adamantina accecante. Una bellezza crudele, quella di questo romanzo, che lacera gli animi, scava in profondità fino a raggiungere le corde più intime dell'anima e a farle risuonare di una musica estatica indimenticabile. Perchè il desiderio, seppur in misura minore, è presente anche nel sequel di Esbat e con una forza incredibile si proietta nel lettore rendendolo schiavo di esso, di una passione ultraterrena verso un universo lontano e distante. Irrangiungibile, se non con la forza dell'immaginazione. Incorruttibile e indimenticabile come Hyoutsuki. Intelligente e crudele come Yobai. Delicato e imperfetto come Ivy.

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