Titolo: @stenersi Perditempo
Autore: Gianni Santoro
Editore: Mnamon
ISBN: 9788898061310
Fomato: Ebook
Lingua: Italiano
Numero pagine: 181
Prezzo: 4,99
Genere: Narrativa Erotica
Voto:
Trama: Sesso e chat
Come cercare l’anima gemella per 15 anni attraverso gli annunci per cuori solitari e su internet. Quasi 700 appuntamenti al buio, un vizio, una “fame bulimica”.
Un percorso caratterizzato da aneddoti divertenti, talvolta irresistibili e, sullo sfondo, una solitudine collettiva difficile da vincere. Storia vera di un improbabile playboy che si prepara a ogni nuovo appuntamento con la meticolosità di un gigolò, ma che spesso inciampa banalmente sulle proprie insicurezze, nello scenario di quello che lui stesso definisce un “supermarket dei sentimenti”.
Racconti che, dati i contenuti spesso comici e grotteschi, restano sospesi tra la fantasia e la realtà (ma non c’è niente di inventato).
Il libro si concede anche qualche momento di “riflessione” perché in fondo, tra le pieghe di quella che sembrerebbe essere una dolce ma irreversibile “ossessione”, si nasconde il desiderio di approdare, meglio tardi che mai, all’isola felice: una sola donna e (si spera) per sempre.
Recensione: Chi mi conosce e chi ha letto la pagina dedicata ai membri dello staff, sa che lavoro in un centro commerciale come commesso. I miei colleghi sono delle persone professionalmente preparate ma sono in pochi, se non nessuno, coloro che condividono con me la mia passione per la lettura. Alcuni di loro tendono addirittura a deridermi, si chiedono come sia possibile che un uomo preferisca parlare di scrittura piuttosto che di calcio e donne. Ecco, se non fosse per la perfetta grammatica dello scrittore in esame (d’altronde è un giornalista), attribuirei questo romanzo a uno dei miei colleghi che tanto si vanta delle sue conquiste. Di difetti ne ho trovati tanti, ma quello che veramente mi ha fatto imbestialire è uno solo: il modo in cui viene trattato il tema principale. In tutto il romanzo, più che altro una sorta di biografia, il tizio in questione parla della sua maestria nel rimorchiare tramite le messaggerie partendo dal periodo in cui si faceva le seghe fino a quando decide di crearsi un nick femminile per esaminare il pensiero delle donne su internet. Una specie di Cinquanta Sfumature in versione coatta, una lunga chiacchierata col classico tipo che parla solo di “lavori di bocca” o trombate. Per quel che mi riguarda il tema ci potrebbe pure stare, sarei un ipocrita se non dicessi che io stesso mi sono ritrovato alcune volte a parlare con degli amici di qualche mia avventura, ma il modo ossessivo con cui questi appuntamenti vengono raccontati è a dir poco logorroico. Il protagonista di @stenersi Perditempo non si fa scrupoli nel parlar male di una donna che non si concede augurandole esperienze spiacevoli. Ma andiamo con ordine.
Praticamente dopo una delusione il signor Gianni Santoro scopre che tramite gli annunci per single può rimorchiare ad arte e racconta le sue tecniche e le esperienze. Ovviamente non troverete storie d’amore o poetici eventi passionali, ma uno sbruffone che mette gli asterischi alle donne in base alla sua esperienza sessuale. No, non sto esagerando: passa proprio da una classificazione a punti a quella ad asterischi (il numero degli asterischi dipendeva anche dalla concessione del lato B).
Il tizio ovviamente non alza la mano a una donna per l’intero romanzo, si limita a trattarle da schifo nel caso in cui non corrispondono ai suoi gusti, capirete quindi che una donna grassa viene rimbalzata senza troppi complimenti o sensi di colpa, ma quello che più mi ha stupito è stata la sua reazione verso una donna che le risponde di non esser il suo tipo:
Forse avrei dovuto obbedire al mio istinto di rovesciarle addosso il tavolino e quanto c’era sopra, al gridi di “Ma chi cazzo di credi di essere, per usare questo tono con me?”, per poi guadagnare l’uscita lasciandole pure lo smacco di pagare il conto per due.
Wow, complimenti per l’istinto. E vogliamo parlare di:
Il tam tam che corre sul filo della malignità e dell’invidia è, però, solo il goffo e patetico tentativo di osteggiare colore che hanno, come unica “colpa”, quella di saper rendersi gradevoli e simpatici.
Anche modesto. Ammetto d’esser stato tentato dal rileggere il libro per trovare qualcosa di positivo, molti siti hanno dato voti positivi al romanzo e forse sono io a essere un po’ troppo all’antica, poi il poster di Bill Hicks e il DVD Nudo e Crudo di Murphy mi hanno ricordato chi sono e ho cominciato a scrivere la recensione. Alcuni aneddoti sono carini, per esempio, la donna con il poster di Amedeo Minghi in bagno o quella che le punta un coltello quando lui scherzosamente le dice di volerle dare una sberla, ma per lo più tutto si riduce a una parentesi su come si sia dispiaciuto di una mancata trombata. L’episodio che più mi ha fatto storcere il naso è stato quello della donna sposata con il marito violento. Durante uno dei rapporti Santoro dimentica il portafoglio a casa sua e comincia ad aver paura che il marito lo possa trovare. Storia curiosissima che viene troncata quasi istantaneamente: tutto si risolve subito dopo con una telefonata dell’amante. Fine. Niente riflessioni, né richiami all’evento per il resto del libro.
La parte finale del libro è sicuramente la migliore, Santoro infatti stila una sorta di stupidario delle frasi delle messaggerie prima delle donne, poi degli uomini. Si perché come vi ho anticipato all’inizio a un certo punto arriva persino a crearsi un nickname da donna, Tacco12, per riuscire a prevedere meglio il comportamento del gentil sesso.
In ogni caso, anche questa parte viene rovinata dai suoi commenti (Salvo Sottile lo vuoi con te a Quarto Grado?) che farebbero ridere quanto uno spettacolo di Colorado Café.
Non consiglio quindi @stenersi Perditempo a nessuno, forse solo a chi interessa ascoltare i racconti di un tizio che continua a vantarsi dei suoi settecento e passa appuntamenti al buio. A mio parere un libro dovrebbe far ridere, sognare o semplicemente intrattenere, @stenersi perditempo invece mi ha annoiato. Forse con un po’ d’ironia avrebbe potuto guadagnare altre due stelle. Vabbé, una, non esageriamo.
Ora perdonatemi, questa roba mi ha fatto venire voglia di rileggere quel capolavoro che è Storie di Ordinaria Follia di Bukowsky…