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Il primo racconto parte da un'idea interessante e particolare, ma a parere mio si dilunga troppo in pensieri contorti e confusionari - parte del racconto, certo, ma pur sempre un trauma per il lettore. E purtroppo questo si ritrova anche nelle altre storie che aprono la raccolta. Cerco di spiegarmi meglio: non esiste una trama in queste storie, sono per lo più insieme di riflessioni, cricche mentali e talvolta pseudoaforismi. Nel complesso, comunque, il primo mi è piaciuto. Il secondo direi abbastanza di meno: l'ho trovato troppo caotico, con troppi salti e stacchi temporali e non solo, con, ancora una volta, le riflessioni dei personaggi a farla da padroni.Insomma, all'inizio ho pensato di trovarmi nuovamente di fronte (sì, nuovamente, perchè mi è già successo) ad un autore per il quale scrivere racconti equivaleva a batter un po' di tasti sulla tasiera cercando le combinazioni più pseudopoetiche e profonde, e a mischiare un po' di cricche mentali dei protagonisti vari.E' una visione decisamente tragica, che per fortuna è stata smentita dal resto della lettura.Va bene, non ci sono trame, ci sono molti pensieri, l'attenzione è rivolta più all'interno che all'esterno dei personaggi, non è il genere di racconti che leggerei se dovessi scegliere, ma a onor del vero non posso negare che comunque l'autore abbia dimostrato abilità con la penna. Il libro è complessivamente scritto bene, e anzi ha uno stile che posso definire elaborato - in alcuni punti un po' troppo, sembra quasi forzato e non spontaneo - e si legge volentieri.Trovo difficile parlare dei racconti, in verità, ma cercherò di farvi capire con poche parole di che cosa esattamente si tratta. Possiamo dire che Bonifacio Vincenzi parte da eventi particolari nella vita dei protagonisti - rivelazioni, incontri, ...- e su questi costruisce le sue storie e i suoi personaggi. Personaggi in fuga da se stessi, dal mondo, da qualcosa da cui vogliono allontanarsi. Personaggi contradditori, intellettuali, celati non solo al lettore ma anche a loro stessi. Uff, credo che questa sia la recensione più difficile che mi sia capitata da un pezzo a questa parte... giuro che non so più cosa dirvi, nè come! Se dovessi parlarvi del contentuto perderei una settimana a scrivere visto che i racconti sono diversi, quindi non mi sembra un'idea opinabile.Cerco di avviarmi alla conclusione, quindi.Non è il tipo di lettura che fa per me, forse non è nemmeno il tipo di lettura che potrei comprendere e gustare appieno, ma è stata una lettura veloce e che ho apprezzato molto di più nella seconda parte, quando ho cominciato ad abituarmi allo stile dell'autore e a capire qual era il suo modo di impostare il narrato. Alla fine non posso negare che alcuni racconti mi siano anche piaciuti, però per parte mia ho un'idea abbastanza diversa del concetto di "racconto". Voi che idea ne avete? Leggete racconti di solito, o preferite i romanzi?A prescindere, ringrazio ancora l'autore per avermi dato la possibilità di leggere il suo libro.Alla prossima!
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