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Recensione - "The Frozen Boy" - Guido Sgardoli

Creato il 30 marzo 2011 da Maryg90
Oggi vi propongo la recensione di una novità della Edizioni San Paolo che ho letteralmente finito di leggere da poco più di 10 minuti. Sto ancora cercando di riorganizzare i miei pensieri, ma spero di potervi coinvolgere e incuriosire.
Guido Sgardoli
The Frozen Boy
ISBN: 978-8821570988
  208 pagine € 15,00
Trama:
Un ragazzino imprigionato nel ghiaccio uno scienziato pronto a tutto per salvarlo. Due destini che si incrociano in un racconto di amicizia e avventura.
Il dottor Robert Warren è un uomo distrutto dal rimorso e dai sensi di colpa. Con le sue ricerche ha contribuito alla realizzazione delle bombe che hanno raso al suolo Hiroshima e Nagasaki, e suo figlio Jack è morto, dilaniato da un’esplosione in un luogo imprecisato del Pacifico.
Abbandonata la base militare e avventuratosi tra i ghiacci con l'intenzione di farla finita, Warren si imbatte nel corpo di un ragazzino racchiuso in una lastra di ghiaccio. Trasportato in laboratorio, il ragazzo viene rianimato, ma inizia a invecchiare rapidamente. Chi è? Da dove viene? Che lingua parla? Non c'è tempo per rispondere a queste domande, perché bisogna scappare dai servizi segreti che vogliono rapirlo e farne una cavia.
RECENSIONE
Ho iniziato a leggere questo libro lunedì, sul treno di andata verso la fiera del libro per ragazzi di Bologna, in un rumoroso vagone di seconda classe. La mia meta era proprio la presentazione del suddetto libro ed ero certa che mi sarei rovinata la sorpresa. L'esperienza, invece, si è dimostrata veramente interessante e didattica e, fortunatamente, nessuno mi ha svelato il finale. Detto questo, passiamo a "The Frozen Boy" e al nucleo della mia recensione.
Jim, il ragazzino ibernato in uno spesso strato di ghiaccio in Groenladia, riesce a riscaldare il cuore del burbero Bob, o meglio Bobwarren, ma soprattutto riesce a far sciogliere quello dei lettori. I suoi gesti infantili, il suo sguardo malinconico, la sua parlata incomprensibile, commuovono e fanno sorridere allo stesso tempo. Questo angioletto venuto dai ghiacci accompagna in un percorso di formazione il professore, stanco e umiliato dalla vita. Il giovane si sostituisce all'adulto e viceversa. Chi è il protagonista? Entrambi, anche se il titolo tende la mano verso il bambino. Frozen, però, oltre ad indicare lo stato fisico di Jim, l'ho associato allo stato mentale di Bob, un uomo in stand by dopo la morte del figlio Jack e divorato dai sensi di colpa. La semplicità e l'innocenza di questo ragazzino sono come il filo d'Arianna nel labirinto della vita del professore, labirinto che lo sta risucchiando e che lo spinge a compiere l'estremo gesto.

L'autografo era necessario!


Non voglio svelare troppo della trama, per non rovinarvi la sorpresa, ma il finale mi ha veramente colpita, commossa e anche un po' spiazzata. Devo essere sincera, di solito non amo questo tipo di epilogo perchè ho un insaziabile bisogno di "E vissero tutti felici e contenti", ma in questo caso, dopo lo sbigottimento iniziale, tutto ha acquistato un senso. sione del libro in tre parti, corrispondenti a tre colori, e la descrizione dei paesaggi, non esageratamente dettagliate (e questo è un complimento, data la mia irritazione davanti a descrizioni ossessivamente dettagliate), ma ugualmente d'effetto. Ancora più interessanti, però, sono le caratterizzazioni dei personaggi, così vivi da sembrare reali. Non ho potuto fare a meno di immaginarmi Jim come Benjamin Button, anche se la storia è totalmente diversa.
In conclusione, consiglio di leggere questo libro anche ad un pubblico più adulto rispetto alla fascia a cui è dedicato perchè ci sono vari livelli di lettura in questo romanzo e certe emozioni, magari, possono dimostrarsi più profonde andando avanti con l'età.
VOTO

4 1/2 STELLE


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