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Recensione The One di Kiera Cass.

Creato il 20 settembre 2014 da Valentina Seminara @imatimehunter
Aaah! Dovevo completare questa recensione e ci sono finalmente riuscita! Un po' sorridente, un po' delusa, ho finito il terzo volume della serie The Selection di Kiera Cass. Con The One dovevano concludersi le vicende relative a questo modo, ma l'autrice sembra non averne ancora abbastanza e potremo leggere prossimamente nuove storie. Curiosi di sapere quali? Andate QUI!
Recensione The One di Kiera Cass.The One
Kiera Cass
Sperling & Kupfer
324 pagine
9 Settembre 2014
16,90€
Acquista qui: cartaceo
Trama: La Selezione che ha cambiato per sempre la vita di trentacinque ragazze sta per concludersi. E l’emozione e la confusione del primo giorno, quando America Singer ha percorso la scalinata del Palazzo, sono ormai solo un ricordo. Di certo America non avrebbe mai immaginato di arrivare così vicino alla corona, o al cuore del principe Maxon. Eppure per lei non è stato facile. Divisa tra i suoi sentimenti per Aspen, guardia a Palazzo e suo primo amore, e la crescente attrazione per Maxon, ha dovuto lottare con tutta se stessa per essere dov’è ora. A un passo dalla fine della Selezione, America però non può più permettersi incertezze. Deve scegliere. Prima che qualcuno lo faccia per lei.


Dopo il boom finale di The Elite che, sebbene non completamente degno di buoni commenti, aveva promosso un'America (si, la protagonista) capace di tirar fuori un po' di grinta al di fuori del penoso-ma-non-proprio triangolo amoroso con Aspen e il Principe Maxon, ero curiosissima di scoprire se finalmente l'aspetto distopico avrebbe acquistato un po' di rilievo rispetto al suo posto nelle retrovie. O meglio, nel lontano, remoto sfondo, come distorto da un caldo afoso che rende il lettore (rendeva me) impaziente di togliersi questo peso di dosso e scoprire che ne sarebbe stato di loro -e del mondo per com'è ora combinato nella serie.
Ed ecco che ho iniziato The One. America ha combinato uno dei suoi più celebri pasticci, ma così facendo ha anche dato il via ad un meccanismo a doppio taglio, un gioco fra corona e ribelli che chi lo sa come sarebbe finito. Ma ci sono ancora moltissime domande senza risposta, ed è a questo che serve l'ultimo libro. Il re la odia, la regina sembra una dolce marionetta, Maxon fa il Principe con tutte, ma guarda lei sola in quel modo tutto speciale che farebbe arricciare i piedi per essere le più penosa delle performance da eroe. Ma si, sono sempre stata team Maxon, non avrei cambiato idea adesso per favorire quell'Aspen. Mi viene la ridarella solo a nominarlo, povero ragazzo.
Sono rimaste in quattro, e questo fa di America un membro dell'Elite, ma con il re così ostile e la fiducia di tutti verso di lei appesa al filo di un rasoio, solo un intervento miracoloso potrebbe salvarla. Eppure, sono tutti così stupidi, lei compresa, da intravedere i semi di una vera principessa, per non dire regina, in lei.
Ah! La cieca sarò io, dunque, Così, fra un attacco dei ribelli Sudisti, un incontro con i Nordisti, piccoli moti di gelosia, rabbia, diffidenza e varie lavate di capo, le cose sembrano essere indecise se andare volutamente a rotoli (perché tanto nelle mani di America non starebbero tanto meglio), o provare a creare qualcosa di buono. C'è una buona percentuale di entrambe, e mentre America si dispera nell'indecisione, nell'incapacità di rivelare i suoi sentimenti e nel ritrovare il favore del pubblico, varie domande si agitano inquiete fra le pagine. Domande suoi ribelli, sul passato di Illéa e della famiglia reale. Sui Nordisti, in particolare, e la loro improvvisa proposta di sostegno, sulla reazione esageratamente irosa del re a tutto ciò che accade. E, ovviamente, su chi ricadrà la scelta di Maxon.
The Selection non brilla sicuramente come una serie capace di mostrare una vasta gamma di relazioni interpersonali psicologicamente approfondite. Anzi, è tutto molto superficiale, tanto fra i personaggi quanto nella storia stessa. Quei tanto agognati approfondimenti? Un illusione. Non scopriamo molto di più di quello che sapevamo in The Elite, a parte che il re è un vero tiranno, e che quasi quasi ero tentata di unirmi ai Sudisti per fare una po' di piazza pulita. Così, il mondo distopico della Cass resta sullo sfondo, ormai troppo poco delineato per trovare il proprio spazio e raccontarsi come avrei voluto. Mi piace che in questo libro Maxon e America agiscano più spesso come un coppia affiatata e sincronizzata; più come ribelli che come fedeli sudditi alle prese con un gioco che, per quanto rilevante in importanza apparente ed emotiva, non ha sviluppato il pieno potenziale che credevo avrebbe potuto avere. Il libro di mezzo nella serie è stato più una perdita di tempo, una consolazione mediana in attesa dell'ultimo, che almeno riesce a far sembrare la confusione di America più reale, e non solo una perdita di tempo per riempire alcune pagine.
Maxon mi ha un po' deluso, con quel suo bel faccino ghignante mentre fa il doppio, ma che dico, il quadruplo gioco senza dare una piccola spinta a quella povera America, che intanto si consola nel pensiero che ancora Aspen le corra dietro. Come dicevo su, il peggior triangolo amoroso mai assortito, ma non proprio. E la cosa mi sorprende se penso che quello più adulto è stato proprio Aspen. Ma Maxon doveva pur tenersi qualche seconda scelta, e America è chiaramente troppo fifona dubbiosa all'idea di rivelargli tutto e perderlo. Lei è un cumulo di buone intenzioni dimostrate in modi un po' strani, dubbi, ma certamente passionali e sinceri. Ha una carattere forte, buono, dedito alla giustizia, ma troppo confusionario e indefinito, e se privo di un freno fondamentalmente inutile. Il suo modo di gestire pensieri ed emozioni a volte è troppo egocentrico, altre semplicemente strano; altre ancora, riuscivo a scorgere la principessa che tutti dicevano risiedesse in lei -in scene montate così abilmente ad arte dall'autrice, con un colpo di sicurezza e perfezione troppo preciso per un personaggio come il suo, da risultare inverosimile. Questi momenti fugaci si facevano più frequenti alla fine, in mezzo a quelli, molto più numerosi, in cui avrei voluto staccarle la testa dal collo.
Eppure la loro storia d'amore progredisce, ed è proprio come una favola, piena di vestiti bellissimi, passeggiate, balli sotto la pioggia, risate, baci rubati. Insomma, per un po' smettevo di sbuffare e trattenevo il respiro per il moto di tenerezza che m'investiva. Pensavo, forse per questi due c'è una possibilità, benché ovvia. Mi riferivo più che altro al poter accettarli io stessa come degni di questo finale, sperando di scorgere una qualche maturazione. Che, devo dire, da una certa metà in poi inizia a mostrarsi, ma che tarda a dimostrarsi da parte di America. E, ancora una volta, non mi sorprende. Il personaggio che ho più apprezzato, udite udite, è Celeste. Chi l'avrebbe mai detto? Io no di certo. E' l'unica nota inaspettata del romanzo -no, che dico, dell'intera trilogia! La perfida strega è davvero interessante qui, nei suoi panni di pseudo-principessa. Quella che invece ho più odiato è stata Kriss. Con quel suo tanto proclamarsi innamorata di Maxon, mi è sembrata più falsa di Celeste e Elise messe insieme. Un'ulteriore sorpresa l'ho ricevuta dai Nordisti, che come sappiamo e abbiamo intuito sono alla ricerca dei diari del primo sovrano i Illéa. Il loro arrivo ha dato un po' di brio al romanzo e un senso ai loro attacchi imprecisati, ma soprattutto ha reso più reale e seria la minaccia che pendeva sul castello fin dall'inizio della storia.
Nonostante questi piccoli punti a favore della storia, mi sono ritrovata delusa dal resto. Ci sono vari punti positivi in questo romanzo, come il fatto che sia così scorrevole da lasciarsi leggere velocemente e al contempo dare una chiara idea dei luoghi e dell'atmosfera in cui ogni cosa si svolge. O che i personaggi, sebbene privi di spessore, abbiamo comunque un certo magnetismo sul lettore, che vuole conoscerne le vicende per giungere finalmente al finale, tanto atteso quanto ovvio.
Ma ci sono anche quelli negativi, come la sua superficialità. Il problema del libro è che ogni attimo promettente, che sia per stupore o grazie a delle rivelazioni, si svuota velocemente d'importanza, svanendo in un banale, piatto, poco approfondito continuo. E ciò tocca il fondo proprio nel finale, troppo rapido, poco approfondito, come uno strappo di cui al lettore non rimane altro che l'eco di ciò che c'era prima. Chi ha già finito di leggere penso abbia capito a cosa mi riferisco. Alla fine, mi sono sentita come... come se fosse montato male, come se l'autrice avesse ancora in debito con me. Non so se sia un debito positivo o meno, ma lo scopriremo con i prossimi volumi della serie!
Voto: ★  ½ 
Se vi è piaciuto, non mi uccidete! Non è riuscito a prendermi come aveva nostalgicamente fatto il primo, e speravo si sarebbe rivelato migliore del secondo. Ma, beh... lo vedete da voi che non ci p riuscito. A chi è piaciuto? C'è qualcuno che la pensa come me?

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