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Recensione | The Walking Dead 5×01 “No Sanctuary”

Creato il 14 ottobre 2014 da Parolepelate

*riassunto delle puntate precedenti* Rick e compagnia si sono ficcati in un brutto guaio. *fine riassunto delle puntate precedenti*

No sanctuary. Questo vuol dire che Terminus offre riparo tanto quanto Luca Giurato è in grado di pronunciare la parola “precipitevolissimevolmente” senza farsi esplodere i neuroni. E se a Luca Giurato esplodono i neuroni, io, a vedere questo episodio, ho quasi rischiato di farmi saltare le coronarie. Dopo sette mesi di hiatus, non ero psicologicamente preparata ad una puntata così adrenalinica, cosa che comunque mi fa ben sperare per il resto della stagione.

Ora, first thing first: CAROL MEMBRO ONORARIO DEGLI AVENGERS. Cioè. Cioè. Ommioddio, cioè. C’è un espressione idiomatica anglosassone esattamente per situazioni del genere: “here come the cavalry”, arriva la cavalleria. Ebbene, dopo un episodio del genere, esigo che tale detto venga cambiato in “here come the Carol” perché cavolo, senza di lei tutto il gruppo della prigione (bisognerà trovar loro un nome nuovo, ormai) sarebbe diventato una bella e succulenta grigliata mista. Rick non lo so, me lo immagino un po’ stoppaccioso.

Insomma, arriva Carol col poncho alla Clint Eastwood, e allora sì che sono guai. Quando i cannibali col fucile incontrano Carol col lanciarazzi, i cannibali col fucile sono cannibali morti. L’unica pecca in un episodio pressoché perfetto? Il fatto che Carol non abbia avuto una frase a effetto tipo “guarda i fiori, bastardo” e giù a svuotare il caricatore nelle cervella di qualcuno.

Ad ogni modo, è incredibile pensare che, da moglie sottomessa e intrappolata in una relazione tossica e abusiva, si sia trasformata in una specie di Chuck Norris sterminatore di zombie. Anzi, no, non è incredibile, se dico incredibile mi sembra quasi di sminuire il coraggio del personaggio. Perché quando parlo di coraggio non intendo quello di mimetizzarsi in mezzo agli zombie ed entrare da sola in luogo ostile, ma quello che serve a una persona per trasformarsi in qualcosa di altro da sé. Se Carol è diventata una specie di supereroe, è perché ha deciso di mettere una pietra sopra alla persona che è stata per tutta la vita. Nel contesto di questa apocalisse, l’abbiamo visto in più di un’occasione che o sei disposto a cambiare, a diventare una persona totalmente diversa da quella che eri, o finisci ammazzato. Patrick, se non fosse morto per l’influenza, sarebbe morto perché non sarebbe stato in grado di cambiare (ve lo ricordate che mentre Carl puliva le armi, lui giocava con le costruzioni?). Mica, se non fosse stata uccisa dalla sorella, sarebbe morta perché nemmeno lei sarebbe stata in grado di cambiare. Invece, personaggi come Carl, Carol e Rick sono sopravvissuti perché più di ogni altro incarnano questo concetto. Rick, in particolare, è sempre più in caduta libera verso l’abisso. Commentando l’episodio con mio fratello, mi fa: “ma te lo ricordi com’era Rick nella prima stagione? Tutto nobile, amico dei cerbiatti… E adesso? Adesso perde un pezzo d’umanità dopo l’altro”. Cito Leo Ortolani, autore di Rat-Man:

Andare all’inferno è facile. C’è una scala. Scendi il primo gradino. Poi scendi il secondo. Poi scivoli.

C’è una frase che descriva meglio Rick Grimes? No, non c’è. Emblematica la scena in cui, scappati finalmente da Terminus, dice agli altri di voler tornare per sterminare chiunque, dei loro aguzzini, fosse ancora vivo. Era necessario? Proprio no, visto che erano sopravvissuti a stento. Eppure, si trattava di una cosa che Rick voleva fare (più che doveva). È vero, ormai vivono in un mondo in cui le regole sociali sono completamente sovvertite, ma lui si spinge molto al di là di questo. Siamo giunti ad un punto in cui è meglio essere la mano destra di Rick, che mettersi sul suo cammino. Ed è fondamentalmente proprio questa oscurità che rende questo personaggio così affascinante.

Mi pare che questo episodio si è retto fondamentalmente su Rick e Carol, gli altri personaggi sono stati per lo più di contorno, ma ci sono comunque state scene che ho trovato degne di nota, se non memorabili. Partendo proprio da ciò che ho trovato memorabile: l’abbraccio tra Daryl e Carol. Da quant’è che attendevo una loro reunion? Da un bel po’. Ecco, Daryl che le corre incontro e la abbraccia mi ha lasciato addosso una sensazione di infinita tenerezza. Mi ha quasi dato l’idea di un bambino sperduto che torna a casa.

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Onestamente, è bello vederlo così esposto e vulnerabile, perché non capita sempre. Quando capita, però, la narrazione dell’episodio ne guadagna (ad esempio, alla morte di suo fratello Merle, e quando si sfoga con Beth, complice pure la sbronza triste). Inoltre, non credo di averlo mai visto tanto spaventato come in questo episodio, quando temeva di essere sgozzato come un agnello a Pasqua.

Scene degne di nota, invece, e mi riallaccio alla frase giusto sopra, quando Glenn, Daryl, Rick e Bob stavano per essere barbaramente ammazzati, perché non credo di aver mai avuto tanta ansia in vita mia. Il bello, o il brutto, di questo telefilm, infatti, è che può succedere di tutto, e non puoi stare tranquillo un minuto. Erano tutti personaggi fondamentali (a parte Bob. Scusa, Bob) ma questo non li rende certo immuni alla pazzia omicida degli sceneggiatori. Tanto più che gira voce che ci sarà, in questa stagione, una morte importante, e io temevo che l’avrei vista subito. Non è stato così, ma il lieto fine che ci ha regalato questo episodio, con Carol che ritrova il gruppo e viene da Rick riaccolta (e vorrei vedere!), Tyreese che ritrova sua sorella Sasha, Rick e Carl che ritrovano Judith, mi porta a credere che questa stagione andrà di male in peggio. Di molto male in molto peggio. Di incredibilmente male in indicibilmente peggio. Con questo serie funziona così: ti rilassi un attimo, ti distrai, e ti strappano il cuore. Tanto più che io ho il terrore che il morto stecchito sarà Glenn, e allora io finirò in terapia. Basta solo che nell’istituto in cui verrò rinchiusa ci sia il wifi, così potrò continuare a postare recensioni.

Ora, prima di concludere il discorso, un ultima cosa. Alla fine dell’episodio, e quando dico alla fine intendo addirittura dopo i titoli di coda, ci viene presentato un nuovo personaggio. Insomma, nuovo si fa per dire. Sotto la maschera da Winter Soldier (sarà che con la storia di Carol membro onorario degli Avengers mi è venuto in mente Captain America) c’è Morgan Jones, quello che Rick ha incontrato nel primo episodio della prima stagione (e poi anche in seguito). L’ultima volta che l’abbiamo visto non ci stava tanto con la testa, e adesso sono proprio curiosa di sapere in che modo la sua storia si intreccerà con quelle degli altri.


Vi lascio con il promo del prossimo episodio, Strangers:

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