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Recensione Titeuf, il film

Creato il 23 luglio 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Sta per arrivare sui nostri schermi un cartoon francese di nome Titeuf presentato in anteprima nazionale al Giffoni Film Festival. Il film d’animazione è tratto dal più grande caso editoriale a fumetti francese degli ultimi tempi ed il personaggio di Titeuf nacque nel 1992 e solo nel 2002 è diventato l’eroe di una serie televisiva. Questo simpatico bambino dalla testa ad uovo e dal ciuffo biondo ed indisciplinato e le sue bizzarre quanto realistiche avventure vengono narrate con “il tono giusto dell’infanzia”. L’autore si avvale dell’ironia per raccontarci delle storie che portano con sé una critica importante al mondo adulto che, rappresentato qui dalla famiglia e dalla scuola di Titeuf passando per lo psicologo, risulta incapace di comprendere le ansie di un bambino che sogna una famiglia unita ed il coronamento del suo amore per Nadia (senza baci con la lingua però!).
Scritto e diretto dal creatore della serie a fumetti, lo svizzero Philippe Chappuis, alias Zep – in omaggio ai Led Zeppelin – nel film Titeuf affronta lo shock di non essere stato invitato al compleanno della ragazza dei suoi sogni, Nadia. Quando la vede gli batte il cuore e ogni volta con l’intento di aprirle il suo cuore finisce per fare qualche figuraccia. Come se non bastasse, i suoi genitori decidono di prendersi un momento di riflessione sballotolando il povero Titeuf tra la casa dei suoi nonni in campagna, gli incontri con lo psicologo e le riunioni nel cortire della scuola. Sono proprio i suoi compagni di classe gli unici a provare a confortarlo seppur con i loro stravaganti consigli che non fanno che alimentare la sua fantasia. La sua immaginazione lo accompagnerà dalla preistoria al Far West dove incontrerà un vecchio avventuriero che somiglia al famoso cantante Johnny Hallyday, senza dimenticare di passare per l’universo di Gran Mogol. Titeuf cercherà di barcaminarsi come sempre, facendo di tutto per mettere ordine nella sua vita ma senza mai perdere di vista il suo obiettivo numero uno: l’invito alla festa di Nadia. Tra i personaggi spiccano per simpatia anche i compagni di scuola di Titeuf e cioè il suo migliore amico Manu cui dà voce Fabrizio Mazzotto (doppiatore di Eros in Pollon, Tontolone ne I Puffi e Krusty il clown ne I Simpson e tanti altri ancora); Hugo, che è il più grande poiché continua ad essere bocciato; Jean-Claude, “il re del piercing sui denti” che quando parla farfuglia a causa del suo apparecchio.
Con una durata di soli 87 minuti, Titeuf calamita l’attenzione di un pubblico eterogeneo anche se la fascia di età più interessata sarà quella tra i 5 e i 13 anni. Se non consideriamo l’uso del 3D, in questo caso poco funzionale alla storia, fastidioso e poco innovativo dal punto di vista tecnico, la storia di Titeuf pur nella sua banalità ha un valore universale. Titeuf affronta le difficoltà della crescita comprese le prime cotte adolescenziali ed il “dramma familiare”, come lo denomina lui stesso, dell’ombra della separazione dei suoi genitori che incombe su di lui. Titeuf, che come tutti i bambini, ha uno spirito di sopravvivenza ed una determinazione innate non si arrende nonostante si imbatta nell’immaturità e dell’incomprensione degli adulti. L’enfant terrible Titeuf riesce perfino a farsi beffa degli adulti giostrandosi in modo tale da utiizzare il momento di crisi dei suoi genitori come scusa o giustificazione con il preside e perfino facendo la vittima con la sua Nadia.
Inoltre nonostante il cartoon non presenti delle particolari innovazioni dal punto di vista tecnico e strutturale è veramente apprezzabile il lavoro di un fumettista come Zep e di uno staff che si è ingegnato per trasferire sul grande schermo un fumetto diventato poi un soggetto televisivo. Il regista ha dichiarato a questo proposito: “Se avessi saputo, quando ho scritto la prima versione della sceneggiatura, che ci sarebbero volute 700 persone, fra disegnatori, assistenti di produzione, scenografi, musicisti, attori, coloristi, 780.000 fogli di carta, 6800 matite per realizzare 200.000 disegni e 1067 scene per fare Titeuf e due anni anni di lavoro, lo avrei fatto lo stesso! Perché wow, è stata un’avventura straordinaria!”. Conclude affermando: “Vorrei dire ai nostri bambini che ho finalmente capito come funziona la vita ma purtroppo non è così. Non ne so molto più di loro, in fondo, volendo essere onesto. Grazie al cinema Titeuf avrà un nuovo pubblico che non ha mai letto le sue avventure.”
Dopo il grande successo in Francia e quello sul web, dove la pagina facebook ha raggiunto in poche settimane oltre 13 mila fan, Titeuf – Il film in 3D approderà nelle nostre sale il 25 luglio distribuito dall’indipendente CloudMovie.

di Rosa Maiuccaro

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