Titolo: Tomba di famiglia
Autore: Katarina Mazetti
Traduttore: Laura Cangemi
Editore: Elliot Edizioni
Collana: Scatti
Pagine: 230
Prezzo: 16.00 €
Trama: Desirée e Benny si amano. Lei bibliotecaria, lui allevatore, non riescono a conciliare due mondi così diversi fra loro. Solo la prospettiva e il desiderio di una maternità di Desirée li porterà ad unirsi ancora nel tentativo di ravvicinare due vite parallele che corrono verso una stessa passione. Dopo vari tentativi, e conseguenze di rottura nei rapporti interpersonali a causa di bugie e sotterfugi per i loro incontri amorosi, la notizia dell’avvenuta gravidanza di Desirée mette scompiglio nelle vite dei due giovani che abbandonano le loro esistenze precedenti per tuffarsi in un nuovo ciclo insieme. Anita, con cui Benny convive da un anno, se ne va lasciando campo libero a Desirée che si trasferisce a casa di Benny con l’intenzione di diventare una buona moglie, una buona aiutante per il suo compagno, una buona madre. Ma le cose non sono così semplici e la vita mette alla prova duramente le buone intenzioni e i propositi di cambiamento che diventano una lotta alla sopravvivenza del rapporto della giovane coppia. Riusciranno i nostri eroi a coronare il loro sogno d’amore o il matrimonio si rivelerà soltanto essere tomba e fine dell’ amore tanto agognato? In questo esilarante seguito del famosissimo primo romanzo della Mazetti, scopriremo come i due protagonisti affronteranno e (forse) risolveranno l’enigma dell’amore perfetto. Senza esclusione di colpi.
RECENSIONE
Se nella vita esiste un nodo cruciale, quello è proprio l’amore. Nella visione narrativa di Katarina Mazetti i sentimenti corrono impazziti verso un’unione impossibile. La complessa storia d’amore fra i due protagonisti, costretti in una insostenibile leggerezza dell’amore perfetto, è paradossalmente una metafora della vita. Il destino verso cui sembrano essere imbrigliati Desirée e Benny spiega molto bene e con i toni più divertenti quanto vero sia che se non si affrontano le cose quando si presentano, prima o poi esse ci vengono messe di fronte ancora perché vengano finalmente affrontate. Così, fra tentennamenti, malinconie sedate da dormite fra gli scaffali della biblioteca, cadute distratte nel liquame delle mucche e quant’altro, i due giovani si incaponiscono nella convinzione d’esser fatti l’uno per l’altra, nonostante la profonda perplessità sulla loro assoluta mancanza d’empatia.
Il libro scorre senza intoppi spiegando con chiarezza chirurgica i sentimenti e le impressioni che derivano dal contrasto palese che contraddistingue le due personalità. E uno dei pregi di questo libro è proprio la capacità dell’autrice di rendere, con tono narrativo chiaro e graffiante, il conflitto che attanaglia i giovani protagonisti. La quotidianità distrugge le meraviglie sognate, volute, afferrate, e giorno dopo giorno la vita procede con ulteriori difficoltà, come il matrimonio, il secondo e poi il terzo figlio della coppia che ingigantiranno le distanze e i bisogni di entrambi. L’amore, una richiesta continua, una conferma da generare ogni giorno, apparirà meno romantico man mano che la concretezza delle azioni andrà a sostituire le parole d’amore. Si riscopriranno diversi anche nell’essere uomo e donna Desirée e Benny, quando le loro rispettive priorità si scontreranno ancora e ancora, e alla fine le loro esistenze si riveleranno essere quelle di milioni di persone, esistenze fatte di biancheria da lavare, figli che piangono e imbrattano i muri di casa, pranzi e cene da preparare, schiene dolenti, sbuffi d’impazienza, impegni da rispettare.
Le catene di eventi di cui parla Desirée ad un certo punto, diventano le sue catene, quelle di una donna che non riesce a gestire come il marito vorrebbe né una famiglia né se stessa. Il retaggio familiare di Benny tende ad idealizzare la figura di donna e moglie perfetta, mentre Desirée si arrabatta per portare a termine tutto ciò che riesce con un’ansia da prestazione che commuove, con il rimpianto del suo lavoro in biblioteca sempre pressante e la detestabilità di colleghe arriviste pronte a calpestarla. Perché avere figli e una famiglia penalizzano una donna e nulla può tornare più come prima. Benny, dal canto suo si abbandona di tanto in tanto all’idea di essersi lasciato sfuggire l’ex convivente cugina Anita e la sua confortante capacità di essere all’altezza delle situazioni, sempre.
Eppure si amano, continuano ad amarsi e ad essere felici pur litigando, tirandosi frecciatine, rimproverandosi, scambiandosi favori non sempre ben riposti, godendosi figli malandrini e amici compiacenti. In fondo, la passione che li ha uniti all’inizio non ha fatto altro che espandersi e coprire per bene tutte le discordanze dei caratteri, le impossibilità della vita pratica, l’empatia difettosa e mancante, l’abisso che li separa.
Il lettore può riconoscersi in molte delle situazioni ricreate nel godibile libro della Mazetti, può comprendere l’origine di certi pensieri che talvolta si affannano nella mente di ciascuno e venirne a capo. La diversità può essere superata e si può amare chi non ci somiglia, tanto da non poter più vivere senza. I toni sempre grintosi e intrisi d’umorismo disincantato rendono la realtà di questo romanzo meno amara e infinitamente più vera del vero.
Un dieci e lode, senza se e senza ma.
INCIPIT:
Probabilmente è stata una fortuna che quella prima notte, quando sono uscito dall'appartamento di Desirée veleggiando a un palmo da terra, sia finito a gambe all'aria. Sono scivolato giù per diversi gradini, puntellandomi con il gomito contro il muro – ahi, miseriaccia! – e mi sono ritrovato su un ginocchio sul pianerottolo, con l'altra gamba in un'angolazione strana. Mi è sembrato di sentire uno scricchiolio sinistro.
La porta dell'appartamento sotto quello di Desirée si è aperta e un signore in vestaglia si è affacciato scrutando sospettoso verso le scale, dove io mi trovavo per l'appunto inginocchiato. Sentivo un male tale da dovermi mordere il labbro per non gemere, ma volendo tranquillizzarlo e convincerlo che non ero un pericolo pubblico gli ho rivolto un inchino contegnoso. Ecco a voi Benny, lo Sfigato Nazionale. Ha richiuso la porta e ho sentito che la sprangava a doppia mandata, con il chiavistello. Deve aver pensato che fossi un membro di una qualche strana setta religiosa, un testimone di Geova all'ennesima potenza che si fermava sulle scale per un attimo di raccoglimento ancora prima di tentare di reclutare adepti. Santo cielo.
L'AUTRICE:
Katarina Mazetti nasce in Svezia nel 1944. Insegnate e giornalista, ha scritto anche libri per bambini. Ha ottenuto un successo mondiale con il romanzo “Il tizio della tomba accanto” (Elliot 2010), tradotto in numerosi Paesi e da cui è stato tratto anche un film.
Magazine Cultura
Recensione "Tomba di Famiglia" di Katarina Mazetti
Creato il 18 novembre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiarioPotrebbero interessarti anche :