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Recensione "Tre volte all'alba" di Alessandro Baricco

Creato il 14 maggio 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da romina


Autore: Alessandro Baricco

Titolo: Tre volte all’alba

Casa editrice: Feltrinelli, collana I narratori.

Pagine: 94

Prezzo: 10 Euro

Data di pubblicazione: marzo 2012

Trama Già in "Mr Gwyn", il suo precedente romanzo, Alessandro Baricco aveva parlato di Tre volte all'alba, una storia nata dalla fantasia di un autore angloindiano. Ed è proprio questo il titolo che l'autore torinese ha scelto per il suo ultimo romanzo. Ma oltre al titolo, ci sono anche altri elementi che collegano il romanzo con il precedente, per esempio tutte le storie che vengono raccontate, iniziano sempre nella hall di un albergo. Si tratta di tre racconti, indipendenti tra loro ma legati da un unico filo conduttore. Le tre storie si sfiorano tra loro in maniera quasi impercettibile, eppure dal flebile punto di contatto nasce un legame profondo, come avviene per i protagonisti della singola vicenda. Il vissuto della narrazione si svolge sempre all'alba e i protagonisti sono due sconosciuti, che in seguito ad un incontro fortuito si raccontano e si rivelano, instaurando tra di loro un legame umano in grado di svelare all'altro il loro io più profondo in pochi attimi, con poche parole. Tutti i personaggi presenti nel romanzo hanno lasciato qualcosa di importante nel loro passato e hanno dovuto ricominciare. Alessandro Baricco esplora la vita e le relazioni umane attraverso le storie messe a nudo degli uomini e delle donne che popolano Tre volte all'alba.

RECENSIONE Baricco non è autore che abbia bisogno di lunghe presentazioni. Ed è sintomatico che la biografia riportata nell’aletta interna del romanzo sia di sole due righe e dica più o meno così: “Alessandro Baricco, torinese, è nato nel 1958. Ha scritto saggi e romanzi tradotti in tutto il mondo”. Il che, di per sé, fa già una certa impressione. Quando scoppiò il “fenomeno Baricco” frequentavo ancora le superiori. Non lo conoscevo il giorno in cui lo nominò per la prima volta una delle mie professoresse del liceo. Ma il fatto che piacesse “moltissimo” a lei, l’insegnante che detestavo più di ogni altra  non rivelo né nome né materia, poiché a tutt’oggi vivente  , me lo rese da subito un po’antipatico. Per fortuna il caso – in realtà un regalo  volle che “incontrassi” Baricco attraverso le sue pagine. “Novecento” era un libro particolare, poetico, raffinato, uno di quei libri che ti portano in un mondo loro, per il quale alla fine ti viene da ringraziare l’autore e se lo avessi lì davanti lo abbracceresti e gli racconteresti tutte le emozioni che ti ha fatto provare. Uno di quei libri che mi ha fatto entrare in un’altra dimensione della lettura, che troppo spesso i giovani non assaggiano perché confinati, a volte da un marketing estremo e molto attento, in generi altri, che sono diventati etichette, e che come etichette li bollano. 

La scrittura di Baricco è lirica, raffinata, un esercizio in cui ogni parola trova il posto giusto e prende la lieve consistenza del racconto, del ricordo, del sogno, della possibilitàCredo che Tre volte all’alba porti agli estremi queste tensioni. Datemi tre personaggi, una manciata di elementi, dettagli, anche insignificanti, datemi un’ora del giorno, abbastanza indefinita da non essere né luce né tenebra, l’ora delle “possibilità”, mescoliamo insieme il tutto, ma non con il pressappoco dell’inesperto, dell’ingenuo, dell’alchimista, bensì con il paziente centellinare e il sapiente cesellare di chi il mestiere dello scrittore lo sa fare eccome, aggiungete il tocco del poeta che cattura con poco l’abisso dell’uomo, e avrete un’esercitazione affascinante, da leggere d’un fiato per assaporarla meglio in un unico abbraccio. 

La “possibilità”, dicevamo, che Baricco sembra tradurre in una definizione, “il verosimile”, è forse una delle parole chiave che consente di capire più a fondo il testo.  Non sono reali, ma nemmeno false le tre storie di tre volte all’alba. Sono possibili, e ogni tessera è talmente ben inserita nel congegno che tutto scorre liscio in una narrazione piacevole e scaltra quel che basta per sorprenderti al momento giusto. Un tempo “non tempo” quello dell’alba, quando “non è questione di ore”, ma “una questione di luce”, la “luce giusta per tornare a casa”, la “luce migliore per sentirsi puliti”. E che avvicina due personaggi, un uomo e una donna, che si incontreranno per tre volte, in momenti differenti della loro vita, in situazioni possibili che in un certo modo li uniscono per sempre, ma allo stesso tempo rappresentano l’unicità data dalla loro scelta, dal loro rinunciare a qualcosa, dal dubbio che la luce dell’alba aiuterà a rischiarare. 


Ed è affascinante scoprire come il tutto si intrecci, come nella finzione letteraria le regole del tempo possano essere sovvertite, invertite, per farne gioco raffinato. Da leggere e rileggere, cambiando ordine alle storie, per riprendere dal fondo e tornare all’inizio, e riscoprire nuovi dettagli e nuovi particolari che uniscono le vite fittizie eppure così plausibili dei loro personaggi, con fili di seta che non si avviluppano nodi. La brevità del romanzo è una peculiarità che secondo me lo rende più prezioso. Un gioiellino lezioso e ben fatto, un sorso di buon vino che non delude gli intenditori.


L'AUTORE:  Laureato in filosofia, Alessandro Baricco ha lavorato come critico musicale per La Repubblica e la Stampa. Tra i suoi numerosi impegni si annoverano la conduzione in trasmissioni TV - quali “L’amore è un dardo” e il seguitissimo “Pickwick”, interamente dedicato alla letteratura - e la regia. Molti suoi romanzi, Castelli di rabbia (1991), Oceano mare (1993), Senza sangue (2002) – solo per citarne alcuni – sono diventati best seller tradotti in moltissime lingue. Seta (1996) e Novecento (1994) sono stati trasposti sul grande schermo (il secondo con il titolo La leggenda del Pianista sull’Oceano), e hanno riscosso riconoscimento di pubblico e critica. Ha sede a Torino la sua scuola di scrittura, Scuola Holden


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