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Recensione "Un Mattino d’Ottobre" di Gianni Simoni

Creato il 15 novembre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario

Recensione "Un Mattino d’Ottobre" di Gianni Simoni

Pubblicato da Francesca Rossi Cari lettori, oggi vorrei proporvi il thriller-noir tutto italiano del celebre Gianni Simoni. E’ il primo capitolo della serie che ha per protagonisti il commissario Miceli e l’ex giudice Petri, già conosciuti in Commissario domani ucciderò Labruna, La Morte al Cancello e Lo Specchio del Barbiere. Chi ha detto che solo gli inglesi e gli americani sanno scrivere accattivanti storie del genere? Leggendo il romanzo di Simoni si nota benissimo che gli italiani non hanno niente da invidiare ai loro colleghi oltreoceano o oltremanica. Un Mattino d’Ottobre è un libro che tiene incollati alla lettura dalla prima all’ultima pagina ed è costruito davvero molto bene.
Recensione Titolo: Un Mattino d’Ottobre Autore: Gianni Simoni Casa editrice: Tea Collana: Narrativa Tea Numero pagine: 296 Data di uscita: prima uscita 2007 per Foschi editore; prima uscita Tea Due (rivista dall’autore) settembre 2011 Prezzo: 12 euro Trama: Brescia, 27 ottobre, ore 8.00: l'ingegner Rava lascia casa sua in auto. Ore 9.10: Giorgio Anselmi, autotrasportatore, mette in moto il suo furgone. Ore 9.15: la piccola Giulia, quattro anni, figlia di un noto avvocato e di una stimata pneumologa, col suo vestitino giallo, si avvia al parco sotto casa accompagnata da Santina, la baby sitter. Ore 9.47: la mamma di Giulia compone un numero di telefono. Il cellulare dell'ingegner Rava squilla all'improvviso, quanto basta per distrarlo e fargli mancare uno stop. Il furgone di Giorgio Anselmi arriva troppo veloce all'incrocio. Una carambola e, alla fine, un fagottino giallo informe resta sul marciapiede. E solo l'inizio. Due settimane dopo, l'ingegner Rava viene trovato morto, assassinato. Tre settimane dopo, Santina Vergottini sta passeggiando da sola, quando due colpi la raggiungono al torace. Quasi due mesi dopo, Letizia Strambi, pneumologa, in auto davanti a casa, si becca due pallottole in fronte. Un orrore inarrestabile, destinato a mietere altre vittime, apparentemente innocenti e slegate luna dall'altra. Una sfida ardua per l'ex giudice Petri e il commissario Miceli. La soluzione sembra sempre più lontana a mano a mano che ci si avvicina alla fine. Eppure era tutto chiaro, scritto fin dall'inizio.
RECENSIONE Gianni Simoni ha davvero talento. Non esagero nel dire che è un eccellente autore di noir e sa scrivere benissimo. Il suo romanzo è perfetto. Le parole d’ordine che caratterizzano lo svolgimento di questa storia sono rigore e accuratezza. L’autore ha costruito un intreccio che si dipana pagina dopo pagina con una sinuosità e una leggerezza stilistica stupefacenti. Il primo particolare che cattura l’attenzione del lettore è il fatto che ad ogni capitolo corrisponda un giorno ben preciso e la storia venga scandita attraverso un meticoloso ordine cronologico.
Il romanzo inizia narrando le normalissime vite di alcuni dei personaggi: la loro quotidianità, i loro problemi, i loro segreti, i loro desideri. Questo incipit apparentemente tranquillo, però, non deve fuorviare. Tutto quello che Simoni narra ha uno scopo ben preciso e non viene certo scritto per caso o per pura voglia di raccontare. Ogni particolare serve a tessere man mano una tela complessa, che ci porta fino alla soluzione del mistero. Il momento di calma iniziale, inoltre, rappresenta anche “la quiete prima della tempesta”: serve a far crescere la tensione fino al momento clou che avvia di fatto la narrazione vera e propria del noir, cioè l’incidente mortale in cui rimane coinvolta la figlia di un noto avvocato. Da quel momento la città viene insanguinata da una serie di delitti, firmati con una calibro 22, che apparentemente non hanno nulla in comune tra loro e nemmeno con la morte della bambina e di non si riesce a capire il movente. Chi si nasconde dietro questa scia di morte? Qual è il legame che lega i personaggi coinvolti e tutti gli omicidi? Ovviamente solo la lettura di questo intrigante romanzo potrà svelarlo. Vi assicuro che non rimarrete delusi.
Simoni sa tenere in equilibrio l’intera trama, controllare passo passo il suo svolgimento in una sorta di difficile gioco “di prestigio” in cui si mostra solo quel che si vuole mostrare e, nello stesso tempo, si creano quasi delle “illusioni” narrative, per cui il lettore crede di capire delle cose, ma in realtà le sue idee sono del tutto o parzialmente sbagliate. Questo è il frutto della grande capacità narrativa di Simoni. Mi permetto di consigliare questo autore a tutti coloro che amano cimentarsi nella scrittura di gialli o noir. E’ davvero un’ottima scuola. Attraverso Un Mattino d’Ottobre si riesce a capire esattamente cosa si deve fare quando si scrive un libro di questo tipo, quali sono le regole da seguire. Prendiamo, per esempio, le descrizioni dei personaggi: Simoni sa dare in poche righe delle “pennellate” che dipingono ogni personaggio nei suoi tratti salienti. Non ci sono descrizioni che durano pagine, ma poche, semplici parole che in un attimo ci fanno apparire un ritratto intero e ci danno anche delle indicazioni sul carattere o lo stile di vita, come nel caso della descrizione dell’insegnante di matematica in pensione e un po’ paranoica: “La signora, in cappotto scuro e una vecchia borsetta di lucertola sulle ginocchia, sedeva impettita su una delle panche d’ingresso. Sui sessantacinque, coi capelli biondo cenere raccolti in una crocchia fermata da due spilloni. Dietro le lenti spesse senza montatura, due grandi occhi scuri saettavano nervosi da una parte all’altra della sala d’attesa. Le labbra erano sottili, e una mano incerta le aveva sottolineate di un rosso incongruo, che le dava un tono leggermente equivoco”.
Lo stile è asciutto, senza frasi ridondanti, eppure dice tutto quel che c’è da sapere. Questa è una delle difficoltà di scrivere bene. Simoni, poi, sa anche dosare abilmente la suspence, un dettaglio non da poco, che può decretare il successo o il fallimento di un libro. Questo talento, comunque, è frutto non solo di attitudine, metodo e studio, ma anche delle situazioni che Simoni ha affrontato nella vita: si, perché il nostro autore ha un passato da magistrato, quindi conosce benissimo le dinamiche di omicidi, crime organizzato e via di seguito. E’ stato il suo pane quotidiano per anni. Simoni ha spiegato cosi la trasformazione da magistrato a giallista: “Quello del magistrato è un lavoro che segna profondamente. Lo è stato anche nel mio caso e, ritengo, in quello dei colleghi che al ‘poliziesco’ si dedicano o si sono dedicati. Indubbiamente vi è il desiderio di appagare una voglia di giustizia e chiarezza che oggi, nelle aule giudiziarie, appaiono sempre più utopistiche. Per quanto mi riguarda, tuttavia, vi è anche il semplice divertimento dello scrivere in una dimensione, quella del ‘giallo’, che non impegna troppo, non impone di mettersi in gioco più di tanto; ma, nello stesso tempo, permette di far comprendere al lettore da che parte si sta, cosa che in un Paese come il nostro, soprattutto in questo momento, mi pare obbligatoria”.
I due investigatori che devono risolvere il giallo sono due “eroi” dei nostri giorni. Sono reali, non certo eroi dei fumetti, hanno vizi e virtù, ma sono onesti, stanno dalla parte dei giusti. Questo li rende eroi in un mondo come il nostro, dove, purtroppo, non è sempre il bene a vincere e dove, alle volte, i buoni sentimenti e la stessa giustizia sono considerate cose “da sciocchi”, “che non aiutano a sgomitare”, “non garantiscono il successo e i soldi”. Simoni ci presenta due veri galantuomini che credono in ciò che fanno e non inseguono falsi miti ma sogni concreti come risolvere un caso con i fatti, le prove, l’intuito e tanto impegno. Petri è un magistrato in pensione che ha molte caratteristiche in comune con Simoni. Solo sua moglie sa capirne i difetti e tollerarli. Miceli, invece è un poliziotto che non sopporta i compromessi ed è molto meticoloso nelle sue indagini. Entrambi sono esempi di anticonformismo in un mondo ipocrita e conformista in cui il tradimento regna sovrano, anzi, è il mezzo più sicuro per ottenere ciò che si vuole senza fare troppo rumore. Un romanzo basato sulla realtà moderna, lontano dal tipico giallo della grande Agatha Christie, ma ugualmente affascinante e capace di trasportarci in un mondo di fantasia, ma che rispecchia, in tutto e per tutto, il mondo moderno in cui viviamo.
Recensione L'AUTORE: Gianni Simoni, ex magistrato, ha condotto quale giudice istruttore indagini in materia di criminalità organizzata, di eversione nera e di terrorismo. Presso Garzanti ha pubblicato Commissario domani ucciderò Labruna, La Morte al Cancello, Lo Specchio del Barbiere e Il Caffè di Sindona (in collaborazione con Giuliano Turone), inchiesta sulla morte del finanziere Michele Sindona, accusato di essere il mandante dell’omicidio Ambrosoli. Simoni sostenne l’accusa proprio nel processo d’appello per questo assassinio.

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