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Recensione: "Un regalo da Tiffany" di Melissa Hill

Creato il 26 luglio 2011 da Lauragiussani
Titolo: Un regalo da Tiffany
Autore: Melissa Hill
Editore: Newton Compton
Data uscita: 30 giugno 2011
Pagine: 416
Prezzo: 9,90 euro
Quale ragazza non sogna, una volta nella vita, di ricevere in dono un gioiello di Tiffany? Sulla Fifth Avenue, due uomini stanno comprando dei regali per le donne di cui sono innamorati. Gary sta acquistando per Rachel un braccialetto, per ringraziarla di aver pagato la vacanza a New York, ma soprattutto perché ha rimandato l’acquisto fin troppo a lungo. Ethan invece sta cercando qualcosa di speciale: un anello di fidanzamento per la prima donna che lo ha reso felice, dopo la perdita dell’amore della sua vita. Ma quando per sbaglio i due regali vengono scambiati e Rachel si ritrova al dito l’anello di Ethan, le loro vite saranno costrette a intrecciarsi. E per Ethan riportare l’anello alla donna per cui lo ha scelto non sarà affatto semplice. Il destino ha forse altre idee riguardo le due coppie? O si tratta solo della magia di Tiffany?

RECENSIONE: “Tutte le donne la sognano, la desiderano. E’ la scatolina blu più famosa del mondo: un gioiello da Tiffany.”

Se fosse una sceneggiatura, “Un regalo da Tiffany” arriverebbe certamente nelle sale come una graziosa e romantica commedia degli equivoci. Storie d’amore che si sdoppiano e s’intrecciano, vite diverse, città diverse, passati diversi, prospettive vagamente simili, motivazioni diverse, segreti e speranze nascoste per molti versi differenti… Un solo fattore comune, un negozio a Manhattan, all’angolo tra la Fifth Avenue e la 57° strada: Tiffany & Co., la più celebre gioielleria del mondo. Un tocco d’eleganza che non risparmia nemmeno la copertina di questo brillante romanzo (mai più aggettivo fu appropriato, visto che parliamo di diamanti). Un gioiello di cover sulla quale si staglia la figura di una donna: un tubino nero e due guanti di raso, lunghi, rigorosamente bianchi. Un collier di bianche pietre sfaccettate che catturano anche il più piccolo bagliore per rifletterlo in schegge scintillanti… et voilà, ecco una delle copertine più chic degli ultimi tempi. A completare il tutto, l’immancabile tonalità azzurrino-verde acqua che caratterizza le carte da regalo e i pacchetti della celebre gioielleria, una specie di marchio di fabbrica, si potrebbe dire. L’inizio è davvero magico. Una perla di capitolo introduttivo, che ci fa conoscere Ethan e Daisy e ci porta per mano fino all’ingresso di Tiffany. Da lì poi è un camminare tra teche sberluccicanti con la bocca aperta per la meraviglia e lo stupore. Colonne corinzie, addetti con cappello a cilindro e diamanti tagli marquise montati su platino. La storia di Ethan, Daisy e Vanessa sembra intrecciarsi –fin dalle prime pagine - con le vite di Gary e Rachel. Gary, devo dire, è forse il personaggio più riuscito, che emerge come un concentrato di egoismo e pura antipatia. Complice un incidente stradale e uno scambio di pacchetti all’apparenza uguali (uno contenente un costoso solitario, l’altro un semplice braccialetto portafortuna in argento), da quel punto in poi la storia sarà un susseguirsi di equivoci, sorprese, dubbi e bugie. Per quanto riguarda l’ambientazione, sono tre gli scenari su cui la Hill decide di concentrarsi: si parte da una New York pungente di freddo, per poi proseguire – in parallelo – a Londra e Dublino. Mentre la Grande Mela è descritta in tutto il suo magico fascino devo dire che la capitale inglese, e ancor di più quella irlandese – scivolano via senza lasciare la minima traccia, quasi sottolineando lo scarso interesse dell’autrice nel tratteggiare un’atmosfera, un panorama, un paesaggio particolarmente significativo, originale ed emozionante. Bisogna poi ammetterlo, la caratterizzazione dei personaggi non è però il forte di Monica Hill. Li ho trovati un po’ insipidi, tristemente anonimi. Sottotono, molto ma molto sottotono, è soprattutto la figura di Terri. Capisco la volontà dell’autrice di non svelare subito le carte in gioco, ma il personaggio in questione meritava sicuramente maggiore spazio. Terri Blake vive questo romanzo nei panni della figura marginale, ma proprio di contorno, citata quasi esclusivamente in quanto intermediaria nel pasticcio creato dallo scambio dei due regali. Anche il finale non è privo di difetti. Per quanto riguarda Ethan, la frase dell’ormai defunta moglie “Trovati una donna che sappia prepararti il pane” può suonare carina una, due, tre volte. A lungo andare è fastidiosa, se non ridicola (caro Ethan, entra nel primo panificio che trovi, ed è fatta!). Il finale che lo riguarda è davvero poco curato, improvvisato e per niente sentito. Così, di punto in bianco, quando comprende finalmente chi è veramente che prepara il pane nel bistrò “Stromboli” di Dublino, prende la figlioletta e vola da lei e cosa le dice? Faresti un’infornata di pane solo per me? Seriamente, dai… Sul fronte Gary e Rachel le cose non vanno molto meglio. Gary mi convinceva molto di più ad inizio libro, e la scena finale sa un po’ di minestra riscaldata.
In conclusione, una lettura carina, soprattutto per quanto riguarda l’impronta “Tiffany” che vuole evidentemente caratterizzare il racconto. Quanto alla trama vera e propria, si poteva fare di meglio? Sicuramente sì. Tre stelline, la piena sufficienza per una storia d’amore, a tratti divertente, a tratti magica e a tratti un po’ noiosamente lenta o scontata. Non un gioiello, questo va detto: se questo romanzo fosse una delle meravigliose scatoline blu, non ci troveremmo dentro certo un brillante. Forse, un grazioso ma non eccessivo braccialetto portafortuna d’argento…

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