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[Recensione] Uno studio in vapore – Letizia Loi

Creato il 10 ottobre 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Uno studio in vapore – Letizia LoiTitolo: Uno studio in vapore
Autore: Letizia Loi
Editore: Lite editions
ISBN: 9788866654605
Num. Pagine: 26
Prezzo: 1,99€
Voto: [Recensione] Uno studio in vapore – Letizia Loi

Trama:
Una Londra vittoriana un po’ diversa dal solito, tra macchine a vapore e cittadini mutanti. Sherlock Holmes, su otto viscidi tentacoli, dovrà ritrovare una persona scomparsa, aiutato come sempre dal fido Dr. Watson. Le leggi stesse della natura e della società, però, sono cambiate e ci si trova a far fronte a situazioni impreviste.

Recensione:
Finito di leggere questo racconto che si sorbisce tranquillamente nell’arco di un’ora, come perfetto accompagnamento di un buon tè e qualche biscottino per rimanere in tema, la mia reazione è stata aaaaaaaawwwwwwwwwww!
Alla faccia dei “puristi” che considerano Sherlock Holmes un personaggio intoccabile, degno di essere riverito ma mai rivisto o interpretato, Letizia Loi ci presenta un racconto che rispecchia le più classiche ricamature steampunk: il vapore, le mutazioni, una Londra cambiata nei modi e nei costumi per forza di cose, e personaggi che pur essendosi modificati per stare al passo con la trama, mantengono le caratteristiche che hanno fatto dell’investigatore e del fido Watson delle pietre miliari nell’immaginario del popolo.
Ed eccoci qui alle prese col caso di una scomparsa, una sparizione all’apparenza inspiegabile cui Holmes e l’inseparabile compagno dovranno fare fronte.
Dov’è finito Jimmy, e chi avrebbe mai potuto rapirlo, e come? Per quale motivo?
Beh, leggetelo e lo scoprirete. Come da catalogo Lite, vi troverete di fronte a una scena di sesso ben descritta, erotismo di alto livello e per chi ama le emozioni intense e l’immedesimarsi in realtà alternative sotto ogni punto di vista (non si scordi: steampunk con tutto ciò che ne concerne; lettore avvisato…).
Il finale? Dolcissimo, zuccheroso senza essere melenso, tenero e che ricopre tutto con un bizzarro senso di malinconia che forse vorrebbe un seguito.
L’unico difetto di questo racconto (beh, di molti altri) è appunto la brevità, ma se deciderete di leggerlo non ve ne pentirete.


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