Magazine Cultura

Recensione "Venti corpi nella neve" di Giuliano Pasini

Creato il 16 aprile 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Stefania Auci

Cari lettori, Venti corpi nella neve, giallo di esordio di Giuliano Pasini inserito nella collana Timecrime della Fanucci, è un romanzo particolare, dotato di rara forza espressiva. Il passato e il presente si incrociano a Case Rosse, seguendo un filo scarlatto: una scia di sangue che lega un eccidio della Seconda guerra mondiale a un triplice brutale omicidio in un paese dell’Appennino. A dipanare questa matassa, un investigatore con un fardello difficile da sopportare, Roberto Serra.

Recensione

TramaCase Rosse, minuscolo borgo nell’Appennino tosco-emiliano, ha un primato: è la sede del commissariato più piccolo d’Italia, diretto da Roberto Serra – che viene da Roma ed è considerato uno ed fòra – con l’aiuto dell’agente Manzini. Non succede mai nulla se non qualche rissa tra ubriachi il sabato sera. Ma la notte del Capodanno del 1995 una telefonata sveglia Manzini in piena notte. Ci sono tre cadaveri al Prà grand, uccisi senza pietà. I due poliziotti accorrono sul luogo del delitto e uno spettacolo raccapricciante si presenta ai loro occhi: un uomo, una donna e una bambina sono stati colpiti a morte da distanza ravvicinata con un fucile. È un’esecuzione, senza alcun dubbio. Ma non ci sono schizzi di sangue intorno alle vittime e la loro posizione non combacia con la traiettoria degli spari. A chi appartengono questi corpi straziati che chiedono giustizia? Chi ha violato la pace di quel piccolo paese perso tra le montagne, e per quale motivo? E perché così tanta violenza da sorprendere anche un uomo come Roberto Serra, abituato a omicidi ben più efferati? Per il commissario comincerà un’indagine che lo porterà a rivivere il passato del luogo in cui si è rifugiato, e ad affrontare i demoni che albergano nella sua anima e nel suo cuore. Un romanzo che affonda le radici nelle pagine più sanguinose della storia del Ventesimo secolo. Un nuovo autore italiano che lancia la sfida ai maestri del thriller internazionale.

Recensione Nel microcosmo di Case rosse, chi non è nato lì è uno ‘de fora’. Uno straniero, che tale rimane. Così accade per il commissario Roberto Serra. All’alba del Capodanno del 1995 il suo sonno difficile viene spezzato dalla telefonata che mai avrebbe voluto ricevere. Un triplice omicidio a Prà Grand: una coppia e una bambina finiti con un colpo alla nuca. Attorno ai cadaveri, alcune figure di Case Rosse che, da semplici comparse, diverranno chiavi di volta della vicenda. Roberto Serra, capo del più piccolo commissariato d'Italia, è un uomo dal vissuto travagliato, privo di legami e di famiglia oltre che un poliziotto fuori dal comune sotto molti aspetti. Lui ha chiesto di lasciare Roma per essere assegnato a Case Rosse, lui ha preferito rinchiudersi in quel piccolo paese nebbioso dagli orizzonti ristretti, lui ha abbandonato una posizione di prestigio nel Nucleo investigativo del questore Bernini. Serra è afflitto (o dotato?) di una strana facoltà: è in grado di rivivere i momenti finali della morte violenta degli uomini che incrocia sul suo cammino. Talvolta vede con gli occhi della vittima, talvolta è il carnefice. Ha scoperto questa sua facoltà il giorno del suo sedicesimo compleanno, subito dopo la morte dei suoi genitori uccisi dai killer per vendetta. Da allora la Danza – così egli definisce questa capacità – lo segue e lo tormenta, lo fa sentire un freak e lo costringe a isolarsi. La Danza ha minato anche la sua relazione con la bella Alice, un medico legale che ha avuto con Roberto una storia appassionata e sofferta. Ed è Alice che lo affianca ancora una volta nelle indagini sui morti di Gran Prà, in una ricerca che è anche un ripercorrere le tappe del loro amore alla ricerca di errori e di un perdono di cui entrambi hanno un disperato bisogno. 


Venti corpi nella neve è la storia di molte morti e insieme la storia di quest’uomo solitario: è la descrizione di una faticosa rinascita non voluta né cercata, ma necessaria per la propria sopravvivenza. Perché nel momento in cui Serra prende in mano l’indagine dei tre morti di Prà Grand, la Danza riprende possesso dell’anima e della sua mente. Lo stress psicologico da cui aveva cercato di sottrarsi lo agguanta costringendolo a scavare e indagare tra la gente di Case Rosse, a insinuarsi con domande sgradite in un passato che tutti vogliono dimenticare ma che nessuno è capace di rimuovere. Serra, che è sempre stato considerato uno straniero, si scontra con un muro di ostracismo e di omertà. Nessuno ha davvero intenzione di aiutarlo e questo mette a repentaglio la vita sua e delle persone che gli sono accanto. È a questo punto che la narrazione affonda nel passato: nel gennaio del 1945, all’epoca delle azioni della Brigata Partigiana Ypsilon e agli atti di crudeltà efferata dei repubblichini. È la Danza a condurre Serra a una strage fascista, compiuta a Prà Gran e allo sterminio dei membri di un’intera famiglia. Di venti persone. Solo nel corso di questa indagine, il protagonista comprende che potrà trovare pace solo se sarà in grado di venire a patti con i propri fantasmi e con il dono/maledizione della Danza. Il suo cammino corre parallelo a quello della gente di Case Rosse: deve metabolizzare la sofferenza, accettarla e superarla. È questo che il protagonista impara a sue spese in un viaggio che passa attraverso il dolore fisico e al perdono: per Alice, per se stesso, per la gente del paese.

La prova d’esordio di Giuliano Pasini è eccellente. Non ci sono se e ma. Ha una mano ferma nel gestire linee narrative e crescendo della vicenda, una scrittura pulita e originale, una cura meticolosa nel costruire i personaggi. Venti corpi nella neve ha una struttura articolata, protagonisti densi e realistici, un’ambientazione che oscilla tra la crudezza e la visione magica di una natura selvaggia. Case Rosse è sugli Appennini, immerso tra boschi che coprono i monti, muti testimoni degli eccidi nazifascisti. Tra quelle foreste, nella nebbia solida, in mezzo alla neve, il lettore va a caccia di una verità che è sepolta e che, allo stesso tempo, è sotto gli occhi di tutti. Pasini ha delineato una storia senza indulgere in pietismo o in facili polemiche storiografiche. Il libro, anche nelle sofferte pagine di storia, è bene equilibrato: freddo e tagliente ma anche soffuso da un pathos intenso che afferra il lettore e non lo abbandona fino alle ultime, palpitanti pagine.  


Questo è un giallo originale sia nella formulazione che nello stile, fatto da frasi brevi e espressioni icastiche, capaci di colpire l’immaginazione del lettore e di tratteggiare un personaggio solo con una frase, a riprova – laddove ce ne fosse ancora bisogno – che in Italia esistono giallisti di razza con una scrittura peculiare. Un esordio forte per Timecrime e per questo autore italiano che speriamo di poter leggere di nuovo. L'Autore: Giuliano Pasini nato 37 anni fa nel cuore dell’Appennino emiliano. Sposato con Sara, vive in Veneto, ed è un professionista della comunicazione d’impresa. Si interessa di musica, cinema, enogastronomia ed responsabile, nel sito I-libri.com, della sezione thriller. Venti corpi nella neve è il suo primo romanzo, tra i vincitori della prima edizione del più grande torneo letterario mai organizzato sul web.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

COMMENTI (1)

Da fridavp
Inviato il 05 giugno a 12:49
Segnala un abuso

Be' la trama promette bene, devo ammetterlo sono un'amante del genere da sempre. Ecco perché da diversi settimane, mi sto appassionando a un giochino carino e divertente promosso dal gruppo assicurazione Groupama. Basta collegarsi al sito http://www.misfattoincasafelice.it , iscriversi e seguire per sei settimane una mini fiction, il cui protagonista Felice, è impegnato nello svelare un misfatto. Il contest è già iniziato da varie settimane ma potete tranquillamente recuperare le giocate precedenti. In palio tre bellissimi divani Doimo. Buon divertimento allora.