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Recensione "Vita Privata di una Sconosciuta" di Elena Mauli Shapiro

Creato il 18 marzo 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori,
Qual è il vostro approccio verso un libro che vi capita per la prima volta tra le mani? Io, di solito, dopo averlo aperto in un punto a caso, prima di tutto ci ficco il naso dentro e sento che odore ha. Poi, do una scorsa veloce alla trama, per una prima impressione, e un’occhiata altrettanto veloce alla biografia dell'autore, per “localizzarlo” sulla cartina geografica. Con il libro di Elena Mauli Shapiro, ammetto di aver letto e riletto più volte proprio quest’ultima parte, che inizia così: “Primi anni ottanta, Parigi. Elena Mauli Shapiro è solo una bambina quando trova una scatola, piena di oggetti e di ricordi, appartenuta a una donna misteriosa. Da questo momento in poi la scatola la seguirà ovunque vada, come anche l'idea di scrivere un libro che ruoti intorno a quegli oggetti.”
Titolo: Vita privata di una sconosciuta
Titolo Originale: 13, rue Thérèse
Autrice: Elena Mauli Shapiro
Traduzione: Stefano Beretta
Editore: Garzanti
Genere: Romanzo
Data di pubblicazione: 17 febbraio 2011
Pagine: 260
Prezzo: € 18,60
Trama:
Parigi. La scatola è nascosta in un cassetto. Per anni ha custodito frammenti di una vita lontana e ora aspetta solo di essere scoperta. Trevor Stratton, professore americano, la trova per puro caso. Al suo interno lettere, vecchie foto, pagine di diari, vari oggetti, tra cui spiccano un paio di guanti a rete. I guanti di una santa o di una peccatrice? Trevor non lo sa. Per ora sa solo che la donna che li indossava si chiamava Louise Brunet e viveva a Parigi tra le due guerre. La risposta alle altre domande è in quei frammenti, tra i loro profumi e segreti, tra le parole nascoste e quei ritratti seppia. Pezzo dopo pezzo, parola dopo parola, Trevor cerca di ricostruire la vita della donna sconosciuta. Dall'amore tenero e tragico per il cugino allo strano rapporto con il padre, da un matrimonio scandito dalla noia fino alla passione, impossibile e proibita, per l'affascinante professore di francese, suo vicino di casa al numero 13 di Rue Thérèse. Ma più Trevor si immerge negli oggetti del passato e ripercorre i luoghi di Louise, più qualcosa di strano e misterioso inizia ad accadere nella vita del presente. Chi è veramente Josianne, la ragazza dai capelli rossi che sembra prevedere qualunque movimento di Stratton? Perché il professore si sente così attratto da lei? Che cosa sa veramente quella ragazza su Louise Brunet? Solo la scatola possiede la verità. Solo gli oggetti custodiscono una promessa e una speranza. E spetta a Trevor discernere tra realtà e finzione per far sì che il destino segua il suo corso. Un memorabile debutto, fra i più attesi della stagione letteraria, che segna la nascita di una scrittrice di fama internazionale. Sullo sfondo di una Parigi ricca di fermento, di luci e di sensualità, Elena Mauli Shapiro racconta una storia di amore e peccato, ossessioni ed erotismo, in cui il lettore, come il protagonista Trevor Stratton, si improvvisa detective per svelare la verità.
Ecco la storia di un romanzo molto ambito:
Primi anni ottanta, Parigi
Elena Mauli Shapiro è solo una bambina quando trova una scatola, piena di oggetti e di ricordi, appartenuta a una donna misteriosa. Da questo momento in poi la scatola la seguirà ovunque vada, come anche l'idea di scrivere un libro che ruoti intorno a quegli oggetti. Gennaio 2009
Elena ha terminato gli studi a Stanford e ha appena realizzato il suo sogno: ha finito la stesura del suo primo romanzo, Vita privata di una sconosciuta.
Febbraio 2009
Il romanzo non è ancora pubblicato, ma già suscita l'entusiasmo dei lettori. Vita privata di una sconosciuta vince il Bakeless literary prize, prestigioso concorso per esordienti. Fiera di Londra La notizia è sulla bocca di tutti: Little Brown, una delle case editrici più importanti americane, ha acquistato Vita Privata di una sconosciuta per un grande anticipo.
Aprile Maggio 2009
Si scatenano aste in tutto il mondo per comprarne i diritti di pubblicazione.
Fine aprile 2009
Garzanti riesce a acquistare i diritti italiani, battendo Einaudi e altri editori.
Gennaio 2010
Nonostante il romanzo non sia ancora uscito, molte testate iniziano a parlarne, dal New Yorker al Publishers Weekly.
Primavera 2010
L'interesse nei confronti del libro è alle stelle: Elena Mauli Shapiro viene invitata a moltissimi festival americani, a cominciare dal prestigioso San Francisco Literary festival.
Febbraio 2011
Il romanzo esce in contemporanea in tutto il mondo
RECENSIONE Il mio lato scettico si è prontamente risvegliato leggendo i presupposti sui quali si sarebbe basata questa storia: bel pretesto per un libro, sarà vero? Oppure si tratta di un trucco da parte di uno scrittore esordiente per creare un fenomeno mediatico, promettendo un libro diverso dagli altri? Allora, istintivamente, sono andata a vedere cosa c’era scritto nelle note dove di solito vengono citate fonti e personaggi, alla fine del romanzo, segnalando i confini tra realtà storica e fantasia, ricerca e artificio, e dove ho trovato ribadito che la Shapiro era stata in possesso dei ricordi di Lousie Brunet fin da bambina, a seguito della morte di questa, quando i suoi effetti personali erano stati divisi tra gli inquilini del palazzo di Parigi in cui vivevano entrambe.
Una vita destinata ad essere dimenticata quindi, una donna come tante, vissuta tra due secoli in un momento storico ricco di avvenimenti, che sarebbe andata persa se non fosse stato per quella scatola e per la costanza di una bambina, poi diventata donna, che l’ha portata sempre con se, in attesa che arrivasse il momento giusto per svelarne i segreti. Il romanzo inizia con l’intenzione, espressa da Josianne, parigina alter ego della protagonista, di far avere ad un professore americano, appena arrivato nella scuola in cui lei lavora, una scatola di metallo che possiede da diverso tempo. Trevor Stratton, così si chiama, è studioso di letteratura francese e traduttore
“Un traduttore, intrappolato nello spazio tra le due lingue. Questa gente finisce per perdere qualche rotella a forza di cercare di trasportare il significato da un codice all’altro. Il trasferimento non è mai sicuro e il significato cambia nel canale, facendosi sfumato, adulterato, assurdo, più forte.”
Già da queste righe la narrazione mi conquista, perché trovo che questa definizione mi calzi a pennello, non solo per il fatto che sono una traduttrice con le rotelle fuori posto, e, ritornando a leggerla dopo aver iniziato ad entrare nel vivo del romanzo, l’ho ritenuta valida anche per spiegare, in qualche modo, anche il processo cognitivo che deve aver attraversato la scrittrice dando un senso ai ricordi di Louise, facendola “parlare” quando ormai della sua voce non esisteva più neanche l’eco.
Tornando al romanzo, una delle cose che senz’altro rende il libro originale è la scelta di includere le scansioni dei documenti, ma anche di oggetti, contenuti nella scatola, nel testo. Si tratta di una trovata che mi è piaciuta tantissimo, i libri “per grandi” solitamente sono così avari di immagini ed è un vero peccato. Appena Stratton trova la scatola, nascosta in un cassetto del suo nuovo ufficio, inizia a scrivere ad un misterioso “Egregio Signore”, di cui scopriremo l’identità solo alla fine, descrivendogli le sue impressioni e supposizioni, e introducendoci ai vari personaggi mano a mano che è lui stesso a scoprirli. Veniamo quindi subito a conoscenza di Camille, cugino di Louise, che le scrive lettere d’amore e cartoline dal fronte della Grande Guerra, sperando di poterla sposare presto, ma che non tornerà mai a casa, e i cui tormenti e speranze Trevor immagina vividamente, come li vivesse in prima persona. Possiamo farci un’idea del carattere del padre di lei, studiandone i lineamenti grazie ad un paio di foto tessera e ad una medaglia che lo ritrae. Osservare con un sorriso foto di Louise e del marito Henri ritratti in campagna a bordo di un sidecar. Altri oggetti, come un paio di forbicine, un portapenne, un rosario, due paia di guanti, colpiscono ancora di più la fantasia, facendoci riflettere, insieme al narratore, su cosa pensava o provava la donna quando li utilizzava, in quali occasioni – già il solo fatto che lei li abbia toccati allora, e noi potremmo farlo ancora oggi, la rende in qualche modo immortale.
In diverse occasioni, il confine tra realtà ed immaginazione si fa così sottile da annullarsi, facendoci credere che realmente Trevor possa aver incontrato o addirittura “sentito”, nella ri-scoperta della sua storia, la vera Louise, permettendogli di liberare il suo ricordo rinchiuso da troppo tempo tra le pareti della scatola di latta. Figlia rispettosa, moglie devota, amante appassionata: queste sono le varie facce della stessa donna, che non si contraddicono tra di loro, ce la rendono anzi più verosimile, più imperfetta e per questo motivo più “probabile”. Sebbene la maggior parte degli avvenimenti descritti siano frutto della fantasia della scrittrice (come ad esempio la storia tra Louise e Xavier), è facile perdersi nella lettura di questo libro, dimenticando che si tratta di un romanzo e non di un diario.
Personaggi ed eventi vengono delineati senza che l’autrice si perda in descrizioni eccessive, con stile sempre schietto e privo di giri di parole, mentre l’ambientazione, Parigi della fine degli anni venti del secolo scorso, fa da sfondo senza rubare la scena ai suoi abitanti e alle loro passioni. Alla fine, grazie a questa ricca ma certamente incompleta testimonianza del vissuto di Louise, una parte di lei è arrivata fino a noi. Si tratta naturalmente della Louise di Elena Mauli Shapiro, non ci è dato sapere come fosse ella in realtà. Ma credo che una parte di lei si sarebbe volentieri identificata nella donna descritta dalla scrittrice, e sono convinta che, in qualunque luogo Louise sia in questo momento, stia sorridendo. In mezzo al caos primordiale di vestiti e accessori, ho anche io nell’armadio una scatola di cartone, contenente una quantità imprecisata di cartoline, bigliettini e lettere ricevute tra l’infanzia e l’adolescenza. Mi ripropongo ogni tanto di riaprirla, rimandando ogni volta, più per scarsità di tempo che per altre ragioni, chiedendomi quale immagine di me stessa ne trarrei ora. Certo, la fantasia in questo caso si unirebbe inevitabilmente ai ricordi, ma sono sicura che, nonostante la sicurezza di conoscere realmente personaggi e situazioni, sarebbe in parte come andare a guardare nelle cose di un’altra persona, con gli stessi occhi, ma da una o più prospettive diverse.
Tanto di cappello all’ottimo lavoro della scrittrice, quindi, che ha saputo dare un significato ai ricordi di una donna a lei sconosciuta, con estrema delicatezza ma tanto amore, appassionando il lettore senza mai farlo sentire un ficcanaso. BOOKTRAILER
L'AUTRICE: Elena Mauli Shapiro è nata e cresciuta a Parigi, ma a tredici anni si è trasferita con la famiglia negli Stati Uniti. Attualmente vive in California con il marito. Si è laureata in letteratura inglese e francese alla Stanford University, ha un master in scrittura creativa e un dottorato in letteratura comparata alla University of California, Davis. Vita privata di una sconosciuta è il suo primo romanzo. Il suo sito internet è http://elenamaulishapiro.com/
Sito Internet dell’autrice dedicato al libro: http://www.13ruetherese.com/

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