Magazine Cinema
E non è che devo ascoltare la sua "discografia" o aver visto tutti i suoi videoclip per dirlo.
E nemmeno i film precedenti a questo.
Quentin Dupieux è un genio e serva pochissimo a dirlo con certezza.
Basta questo.
Colpevolmente solo stanotte scopro che è anche regista di lungometraggi, e nemmeno pochi.
E scopro addirittura di aver già visto un suo film l'anno scorso, Rubber, una pellicola dall'idea di partenza così assurda e geniale da installarsi probabilmente sul podio delle idee assurde e geniali in cinematografia.
C'è un copertone che uccide. Sì, un copertone, uno pneumatico.
E nemmeno antropomorfo o modificato. Uno pneumatico, punto.
Il film, che non recensii (in quel periodo vidi 47 film senza parlarne), poi in realtà si rivelò leggermente inferiore alle attese e al soggetto di partenza.
Ma Wrong Cops no, Wrong Cops è uno di quei film che approda nel pianeta dei Cult con un viaggio velocissimo interstellare di sola andata.
Io amo l'anacronismo nel cinema.
Amo le operazione che in epoca moderna ripropongono e attualizzano stili e stilemi passati.
Vuoi il muto con The Artist.
Vuoi il noir anni 50 con Following di Nolan.
Vuoi le operazioni di Tarantino e Rodriguez, Planet Terror su tutte.
Vuoi la fantascienza intimista degli anni 80 con Moon ed Another Earth.
Ma anche cose minori come ad esempio il rilancio del poliziottesco dei Manetti.
Wrong Cops riprende invece certi b-movie americani degli anni 70-80, quelli in cui l'assurdità di trama e personaggi era all'ordine del giorno. Tipo la Troma insomma. Il trash del trash. O almeno apparentemente.
Non solo, lo fa ovviamente con quello stile, con i fermo immagine improvvisi, con la colonna sonora, con gli zoom a cazzo.
La storia è quella di un manipolo di poliziotti criminali peggio dei criminali.
O nel migliore dei casi minorati mentali, pervertiti o altro.
L'incipit è straordinario con quel poliziotto che smercia droga dentro topi morti.
Ma le gag, le situazioni paradossali, i dialoghi assurdi si sprecano.
Il punto di forza del film, o uno dei punti di forza, è la caratterizzazione dei singoli personaggi.
I poliziotti sono straordinari, potrebbero anche non parlare per funzionare.
Più o meno tutti pervertiti (ah, l'omosessualità, latente o no, è dilagante nel film) hanno il loro top in Duke (un grandissimo Mark Burnham), un testa di cazzo incredibile, sempre strafatto, che si comporta da capo del mondo e non ha una minima moralità o inibizione. Lui non sa nemmeno cosa vuol dire parlare, strilla e basta.
Ma anche il pancione De Luca con la sua ossessione per i seni e la "calma" perversione del suo sguardo è straordinario. E non è da meno Rough, un poliziotto nero orbo di un occhio e con melone nella fronte, appassionato di musica disco e convinto di avere un talento pazzesco nel campo.
Le scene memorabili si sprecano anche se dalla mezz'ora il film per una ventina di minuti ha un periodo di stanca davvero notevole. Poi dalla scena dello "scambio" soldi-rivista porno con il cecchino il film riparte senza fermarsi più.
La scena più straordinaria è probabilmente quella dal produttore musicale, così tarantiniana da star male. Ed è una scena molto importante perchè credo che rappresenti una specie di autoaccusa del regista al suo mondo musicale, quello dove il 95% è marketing e il 5 restante talento. E, attenzione, di tematiche sto film ne presenta duemila, ma sempre cazzeggiando e non prendendosi sul serio. Mi piace sottolinearlo, a ben guardare il film non è per niente stupido come sembra, anzi. Analizza e sbeffeggia la società e gli uomini che la vivono in maniera molto incisiva, una specie di Fantozzi per intendersi.
Ma tornando alla scena sentire il produttore parlare di "costumi" con il negro orbo e deforme e il moribondo, morto al 75%, steso sul divano (strepitosa trovata) è qualcosa di così violentemente comico nella sua assurdità da farci rischiare il collasso. Tra l'altro il nero quando ascolta la sua musica muove continuamente la testa in modo identico al fantastico pupazzo di cui sopra, Flat Eric, indimenticabile. Ed anche la musica è simile.
E poi il tentato suicidio nella vasca piena ma fatto con la pistola, Marylin Manson (sì, proprio lui) che racconta di quando Duke l'ha portato a casa sua e gli ha fatto sentire la musica in mutande,lo stesso Marylin che deve trovare il volto di Duke in quell'incredibile foto dell'intero corpo dell'Arma, la sostituzione dei topi con i pesci (qui ho rischiato davvero l'infarto), il poliziotto Elvis che scava scava scava per trovare altri soldi ma poi come una sineddoche trova altri oggetti per scavare, il suo suicidio, insomma, l'ultima mezz'ora è senza tregua.
Ma il finale, il finale in cui la moglie del poliziotto morto va a ringraziare Duke per il discorso sull'Inferno in terra (ah, anche la scena del funerale è strepitosa e per niente banale eh) ma lui strafatto che non si ricorda niente e poi lui che urla al cerbiatto "UN LIBRO SU COSA????" sono il finale più bello per un film che se vi piace un certo stile e un certo tipo di comicità sarà una delle pietre miliari della vostra esistenza.
( voto 8 )
(visto, come Garage e Il Libraio di Belfast, sullo splendido servizio streaming Mymovieslive di Mymovies)
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