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Recensione "Zero History" di William Gibson

Creato il 27 luglio 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Roberto Gerilli

Cari lettori, il padre del cyberpunk è tornato in libreria. Sto parlando di William Gibson, scrittore di culto e autore di Neuromante, romanzo-bibbia per tutti gli amanti della fantascienza. Negli ultimi anni Gibson ha abbandonato le atmosfere sci-fi per dedicarsi a quella che è stata definita speculative fiction. Zero History, esordio della nuova collana Chrono ideata e pubblicata da Fanucci Editore, è il terzo volume del Ciclo di Bigend, iniziato con L’accademia dei sogni e poi continuato con Guerreros.

Titolo: Zero History Autore: William Gibson Traduttore: Daniele Brolli Editore: Fanucci, 2012 Collana: Chrono Pagine: 548 Formato: Rilegato ISBN: 9788834719411 Prezzo: 12,90€ Trama: Hollis Henry, ex cantante rock diventata giornalista, ha accettato con molta riluttanza di lavorare nuovamente al soldo di Hubertus Bigend, magnate del marketing globale, per scoprire l'identità segreta del progettista di un marchio di abbigliamento che Bigend spera di arruolare per la fabbricazione delle uniformi dell'esercito statunitense. Il traduttore ed esperto di crittologia Milgrim, ossessionato dai dettagli, è totalmente nelle mani di Bigend, soprattutto da quando il magnate lo ha salvato dalla dipendenza pagandogli una costosa cura in una clinica svizzera. Garreth, invece, ha una passione per gli sport estremi. Di recente è saltato dall'edificio più alto del mondo, aprendo il paracadute solo all'ultimo momento, e per dimostrarlo ha un femore tutto nuovo fatto con un materiale sperimentale. Garreth ha gli amici giusti per i favori di cui un uomo come Bigend potrebbe avere bisogno, in particolare quando le cose vanno improvvisamente storte. Cosa potrebbe succedere, ad esempio, se un contratto per le uniformi siglato dal dipartimento della Difesa diventasse il viatico per un traffico d'armi, e se anche Bigend si ritrovasse a essere manipolato e alla deriva in un mondo pericoloso e pieno di insidie?

Ciclo di Bigend

  • L'accademia dei sogni (Pattern Recognition), 2003, Strade Blu, Milano, Mondadori
  • Guerreros (Spook Country), 2007, Strade Blu, Milano, Mondadori
  • Zero History (Zero History), 2012, Chrono, Roma, Fanucci

RECENSIONE Inizio la recensione sottolineando che Zero History è il terzo libro di un ciclo. Ci tengo a precisarlo perché la Fanucci ha inspiegabilmente deciso di non farlo. Gibson riprende molti dei personaggi introdotti nel precedente romanzo (Guerreros) e li rende protagonisti di una nuova trama autoconclusiva. Nonostante questo, la costruzione dell’intreccio e soprattutto l’utilizzo dei personaggi è influenzato dai precedenti capitoli del ciclo. Il lettore andrebbe avvisato di questo e in copertina dovrebbe essere scritto a chiare lettere che Zero History è il terzo volume del Ciclo di Bigend. Così non è. Il riferimento ai precedenti romanzi è relegato al risvolto posteriore, nell’ultima riga delle note biografiche dedicate a Gibson. Il lettore si merita chiarezza.
Ora parliamo del romanzo. Zero History è un opera a dir poco particolare. Gibson ha abbandonato le atmosfere cyberpunk che hanno caratterizzato la sua bibliografia per dedicarsi a un mondo del tutto simile al nostro che si differenzia dalla realtà per un solo aspetto: il marketing è stato spinto agli estremi tanto da diventare un campo di battaglia di una guerra combattuta all’ultimo brand. Spionaggio industriale, approcci filosofici alle tecniche di mercato, fidelizzazione e tradimenti. Un’ambientazione affascinante che è stata usata per sviluppare una trama tutt’altro che semplice.
In Zero History non c’è nulla di semplice. Dall’intreccio contorto, ai personaggi complessi, per finire con lo stile narrativo, che non perde tempo in spiegazioni e lascia al lettore l’onere e l’onore di capire il significato del romanzo. Fin dai tempi di Neuromante, Gibson non è mai stato e non ha mai voluto essere un autore d’intrattenimento. La sua fantascienza era oscura e profonda, e le sue opere più simili a saggi distopici che a libri di narrativa. Con il Ciclo di Bigend questo aspetto della narrativa dell’autore americano viene enfatizzato e il risultato sono romanzi da leggere attentamente cercando di scavare tra le righe e andare oltre al significato superficiale.

Zero History non fa eccezione. È un romanzo estremamente originale e impegnativo. Non è una lettura da disimpegno né un thriller da leggere tanto per passare il tempo. Se lo si legge (magari sotto l’ombrellone) aspettandosi solo un avventura coinvolgente, si rimarrà inevitabilmente delusi, ma se si avrà il desiderio e la pazienza di assaporare ogni capitolo, si scoprirà un romanzo ricco di spunti e considerazioni interessanti.
L'AUTORE William Gibson, americano di nascita, vive a Vancouver. Ha debuttato assai presto nel mondo della fantascienza con La notte che bruciammo Chrome. Il suo romanzo Neuromante è considerato il manifesto del movimento cyberpunk. A lui si deve la coniazione del termine “cyberspazio” e il grande merito di aver saputo immaginare Internet e la realtà virtuale prima che esistessero. Zero History è il primo titolo di Gibson pubblicato dalla Fanucci.


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