Il Fondamentalista Riluttante di Mira Nair, che lo scorso anno era stato il film di apertura della Mostra del cinema di Venezia, si prepara per l’uscita nelle sale italiane ed europee. Tratto dall’omonimo romanzo di grande successo di Mohsin Hamid, il film vede protagonisti Riz Ahmed, Liev Schreiber, Kate Hudson, Kiefer Sutherland e Om Puri. La regista indiana che aveva già vinto il premio Oscar come miglior film straniero con Salaam Bombay! nel 1988, si è lanciata nell’avventura di raccontare le contraddizioni ma anche la bellezza di un paese che non è il suo come il Pakistan. A questo proposito lo scrittore Mohsin Hamid ha dichiarato: “Una regista indiana che realizza un film su un uomo pachistano. Non è una cosa semplice.”
Siamo nel 2010 e mentre a Lahore imperversano le manifestazioni studentesche, un giovane professore pakistano, Changez Khan (Riz Ahmed) è seduto ad un tavolo per essere intervistato da un giornalista americano, Bobby Lincoln (Liev Schreiber). Changez promette di raccontare tutta la verità solo se gli verrà data la possibilità di narrare la sua storia fin dall’inizio. Il giornalista gli dà la sua parola e Changez esordisce così: “Io amo gli Stati Uniti d’America.” Dopo la sua brillante carriera universitaria a Princeton, viene assunto da Jim Cross, che viene colpito dalla sua spregiudicatezza e dal suo talento e lo assume come analista finanziario a Wall Street. Durante il colloquio Changez gli dirà: “Io sono sicuro di una cosa, sono venuto in America per vincere e vincerò a prescindere da lei!”
Il futuro che lo attende sembra luminoso e lo sembra ancor di più quando Changez conosce Erica (Kate Hudson). Si innamorano e si preparano a condividere un futuro insieme ma Erica è frenata dal dolore e dal senso di colpa per la morte del suo precedente compagno durante un incidente stradale. All’indomani dell’11 Settembre le prospettive cambiano, Changez è sempre più oggetto di umiliazioni a partire dalle perquisizioni in aeroporto con la sola accusa di aver su scritto sul passaporto ‘nazionalità=pakistana’. Il sospetto ed il senso di alienazione con i quali viene improvvisamente trattato, mettono in discussione tutte le sue certezze compreso il suo rapporto con Erica. Dopo l’ennesima occasione di lavoro in Turchia, Changez maturerà l’idea di lasciare tutto e tornare nel suo paese. Il suo carisma e la sua intelligenza fanno subito di lui un leader agli occhi degli studenti pachistani. Il governo americano comincia a guardarlo con sospetto ritenendolo complice del rapimento di un professore straniero la cui esecuzione è una questione di ore. Allo stesso tempo, la famiglia di Changez è perseguitata e corre un reale pericolo. A quel punto il cordiale incontro tra Lincoln e Changez prende la forma di una resa dei conti tra la cultura occidentale e quella orientale.
La trama ricorda per certi versi il film bollywoodiano di qualche anno fa “Il mio nome è Khan” con un soggetto ed un’indagine psicologica di gran lunga più interessanti. Khan inseguiva il sogno di dire al Presidente Obama: “Il mio nome è Khan e non sono un terrorista.” Changez invece sogna di realizzare l’American dream per poi scoprire che non è ciò che desidera veramente ma che ciò che gli più preme è un dovere verso se stesso e verso la sua terra. Queste le parole che dirà ai suoi studenti: “Sono andato in America per realizzare il sogno americano, oggi sono qui per aiutare voi a creare un sogno pachistano.”
La regista ha opportunamente dichiarato: “La gioia di questo film è che ci rivela il Pakistan in una maniera che non vediamo mai sui giornali; con la sua raffinatezza straordinaria, la lancinante poesia di Faiz Ahmed Faiz, la sua sconvolgente musica sufi e l’antica cultura che sa muoversi con sicurezza nel mondo della moda, della pittura e dello spettacolo. Questo mondo è posto in parallelo, con una certa fluidità, con l’energia di New York, con la spietatezza dell’America delle multinazionali e, attraverso l’amore del nostro eroe Changez per l’elegante artista Erica, si offre un ritratto della società di Manhattan allo stesso altissimo livello un tempo occupato dalla famiglia di Changez a Lahore.”
In un viaggio attraverso i mondi culturalmente ricchi e seducenti di New York, Lahore e Istanbul, Il Fondamentalista Riluttante esplora i pregiudizi e il fenomeno della globalizzazione nei suoi aspetti, allo stesso tempo, brillanti e inquietanti. Un cast veramente brillante e su tutte le meravigliose interpretazioni della Hudson e soprattutto di un sorprendente Riz Ahmed. Uno sguardo magnetico che accattiva ed accompagna lo spettatore attraverso il dialogo tra la cultura capitalista dell’occidente e quella orientale.
L’uscita nelle sale italiane è prevista per il 13 Giugno.
di Rosa Maiuccaro