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Recessione e repressione: da Madrid a Roma

Creato il 17 luglio 2012 da Albertocapece

Recessione e repressione: da Madrid a RomaPallottole di gomma. Il liberismo che annaspa nelle sue contraddizioni, nel disegno esploso di meccanismi inceppati, alla fine ha trovato la sua soluzione non in qualche nuovo posticcio teorema spacciato per scienza, ma nella repressione violenta delle proteste. Quello che sta succedendo in Spagna dove ampi settori dell’esercito e della polizia simpatizzano con le piazze, è  in realtà nelle inquietudini e negli incubi di molti ministeri dell’interno,  soprattutto del nostro dove la maggior preoccupazione è per le conseguenze delle “riforme” e dell’impoverimento generale: si dà per scontato che si dovrà affrontare la piazza.

Fino ad ora si è cercato di agire e di arginare attraverso un’opera di intimidazione diciamo così “amministrativa” che bypassa i tribunali e si appoggia a fogli di via e “avvisi” orali, alla minaccia autoritaria, ma informale, cosa che di certo non stupisce in un Paese dove il ricatto, la pressione promana persino dalle più alte autorità dello Stato quando sono prese in castagna. Ma questo funziona  con gruppi e ambienti più o meno circoscritti dell’antagonismo: quando invece la protesta si estende e coinvolge una parte sempre più vasta del corpo sociale i problemi si moltiplicano e l’intimidazione perde di efficacia, anche perché gli stessi attori del contenimento e della repressione sono coinvolti a pieno dalle misure di impoverimento e di sottrazione di dignità che sono all’origine delle proteste.

Ecco il perché delle pallottole di gomma usate come minaccia impersonale e tutt’altro che lieve, la medicina liberista una volta che i luminari si sono rivelati così incapaci di gestire il mondo che hanno creato da far dire che è meglio un asino morto che un dottore vivo. La cosa però è gravida di conseguenze perché quando la repressione diventa un problema anche per chi la deve esercitare, il rischio è di dar spazio agli elementi peggiori  a cui governi disperati dalle stesse cose che hanno combinato, potrebbero offrire una sponda, in un processo a valanga poco compatibile con la democrazia.

Ecco perché sarebbe  urgente uscire dalla spirale dei governi nominati d’imperio e sostenuti da parlamentari nominati. Un bel foglio di via a un’epoca ormai marcita.

 


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