Il giudizio di Marco GoiSummary:
Red Band Society sembrava essere una delle serie più promettenti della nuova stagione televisiva americana. Diciamo sembrava perché al momento il pubblico d’Oltreoceano non sta premiando il telefilm come era lecito aspettarsi. Gli ascolti dei primi episodi si sono infatti rivelati bassini e comunque inferiori alle aspettative riposte dal network che la trasmette, Fox. Eppure Red Band Society si presentava come un successo annunciato. Le premesse parevano delle migliori: tra i produttori un uomo una garanzia come Steven Spielberg, la tematica di un gruppo di ragazzini malati di cancro che richiama uno dei grandi successi cinematografici degli ultimi mesi come Colpa delle stelle e soprattutto la fonte d’ispirazione. Red Band Society è il remake di una serie spagnola, Polseres vermelles, che in Spagna ha riscosso un grande seguito e che ha avuto anche un adattamento italiano trasmesso da Rai Uno, Braccialetti rossi, che dalle nostre parti ha letteralmente spopolato. Nonostante tutto ciò, la serie negli Stati Uniti non sta funzionando.
Difficile capire il perché Red Band Society non stia riscuotendo il successo che le versioni spagnole e italiane hanno ottenuto in Europa. C’è da dire che gli attori non sono molto convincenti, un’altra serie recente come Chasing Life ha trattato lo stesso argomento in maniera più efficace, e in generale l’adattamento americano non coinvolge emotivamente quanto i Braccialetti rossi italiani. C’è però un aspetto in cui la versione americana batte la serie di Rai Uno: la colonna sonora.
Per quanto riguarda Braccialetti rossi, va apprezzato lo sforzo di aver realizzato delle canzoni originali apposta per la serie, ma va anche detto che i pezzi di Niccolò Agliardi e Francesco Facchinetti non è che fossero poi così eccezionali. Non troppo convincente inoltre l’uso di brani di Vasco Rossi, Laura Pausini, Il Cile, Emis Killa ed Emma. Con tutto il rispetto per loro, ma la lista di artisti utilizzati da Red Band Society è di ben altro livello.
Soltanto nell’episodio pilota, Red Band Society ci delizia le orecchie con l’inno glam-rock “Needle in the Camel’s Eye” di Brian Eno, già usata anche nel film Velvet Goldmine, “Stuck in the Middle with You”, rispolverata pure da Quentin Tarantino ne Le iene, la storica “My Generation” dei The Who, l’esaltante “Police on My Back” dei Clash e il classico moderno “Every Teardrop Is a Waterfall” dei Coldplay. Negli episodi successivi trovano poi spazio anche Queen, Supertramp e OneRepublic, più nuove cantanti come Charli XCX con il suo nuovo singolo “Break the Rules” e Meghan Trainor con la hit del momento “All About That Bass”. Sia sul piano degli artisti emergenti che, ancor di più, su quello dei gruppi storici, la colonna sonora di Red Band Society, per quanto non molto originale, vince il confronto con la versione italiana della serie. Ma i Braccialetti rossi italiani possono comunque stare tranquilli, perché per il resto la sfida con i “rivali” americani la vincono nettamente loro.
di Marco Goi per Oggialcinema.net