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Red dead sadismo

Creato il 19 luglio 2010 da Paperoga

Red dead sadismo

Ps. Post violento e raccapricciante, che cita di azioni criminali e di sangue e di furia omicida. Se siete deboli di cuore, o se avete ancora una qualche stima internautica di me, o se siete uno di quei fanatici bacchettoni che credono davvero che i videogiochi facciano male al cervello ed allenino pazzi furiosi pronto a far fuoco, beh, per l’amordiddio, saltate questo post.

Tra le mie tante effimere passioni  ci sono i videogiochi e il genere western. I videogiochi rivelano la mia anima ludicamente accidiosa (questa è la mia versione benevola, per molti altri sono solo l’effigie della mia squallida immaturità), mentre il western rivela la mia attrazione verso ciò che è inesorabilmente andato, morto, sconfitto, e dunque anche per questo demodè (secondo altri rivela solo una innata passione per zotici individui che si lavavano di rado, nonchè per l’indiscriminato genocidio di popoli e bisonti).

Quando sugli scaffali dei negozi per nerd è arrivato Red Dead Redemption, uno dei miei due sogni si è realizzato (l’altro è una vita di sesso sfrenato con la dottoressa Cameron): un free-roaming (ovvero un gioco dove si possono esplorare liberamente i luoghi del gioco) in cui poter impersonare un cowboy che si aggira a cavallo lungo un territorio sterminato fatto di praterie, boschi, paludi, deserti e montagne, in un immaginario non luogo dove Arizona, Messico e Montana si sfiorano e ti lasciano libero di vagare per villaggi, boom-town e fattorie, incontrando ogni tipologia di ambiente e personaggio western. So che  voi donne non capite quale sbavante goduriosa attrazione abbia per me una roba del genere. Mettiamola così: pensate ad un videogioco dove potete impersonare Carrie di Sex and the City girando liberamente per la grande Mela comprando vestiti, andando a party esclusivi, e scopando come allupate qualsiasi trentenne vi capiti sotto tiro. Ecco, mettete al posto della biondona un rude vaccaro con accento texano, al posto delle esclusive locations di new york, la frontiera del sud-ovest, al posto dei party metteteci sparatorie massacranti, infine al posto dei trentenni palestrati metteteci uno stuolo di prostitute messicane (con le quali però non si combina nulla manco a pagarle ahimè) ed avrete il vostro sogno tramutato nel mio.

Ora però c’è un problema: un gioco che ti permette di fare tutto quello che vuoi, senza indirizzarti in modo preciso verso una trama da seguire pedissequamente, può rivelare tratti del tuo carattere di cui ignoravi l’esistenza. E il tutto può essere mostruoso.

Dunque allora questo gioco meraviglioso può essere giocato seguendo una trama che si dipana, superando missioni su missioni fino ad arrivare alla fine della storia, oppure si può girovagare per il west come uno psocipatico schizzoide compiendo crimini efferati e senza senso che in confronto Charles Manson e Jeffrey Dahmer sono due cherubini incompresi. Indovinate cosa ho scelto.

Ad esempio il rapporto con le persone. Ci sono contadini indifesi, cittadini perbene, prostitute sfruttate. Potrei vagare per il west risolvendo i loro drammi, aiutandoli, facendomi la fama del giustiziere buono. E invece sparo a tutti. Dico sul serio, io a quel gioco sparo a tutti. Incontro per la strada una carrozza con famiglia che ritorna alla fattoria carica di provviste? La secco con tre colpi di fucile. Un povero contadino che trascina il suo asino ostinatamente riottoso? Gli sparo ai piedi e lo lascio zoppo in mezzo al deserto col mulo che scappa beato. Compro una stanza in una cittadina, riposo un po’, carico il fucile, esco dal balcone e mi godo la sera nella boom town che brulica di gente? No, comincio a colpire i passanti per strada. Vecchie, donne, uomini di legge. Cadono come mosche. Dopo mezz’ora ho sterminato l’intera città. Calpesto la main street piena di cadaveri, e per ultimo vado a dare fuoco alla chiesa. L’altro giorno mi sono ritrovato davanti una suora che mi chiedeva un’offerta: le ho sparato alla tempia. Ho avuto un po’ di rimorso, durato solo l’attimo prima di saccheggiarne il cadavere. In un saloon ho giocato a poker con tre gaglioffi che mi hanno ripulito, ma siccome non so perdere gli ho lanciato una bottiglia incendiaria addosso bruciandoli vivi. Sono accorse delle prostitute urlanti, beh, che ve lo dico a fare che cosa ne è stato di loro. Il barista si nascondeva sotto il bancone, ma la dinamite lo ha fatto saltare ben oltre.

Il west è anche il regno degli animali, della natura selvaggia. Magari non mi piacerà molto la socialità, però con gli animali avrò un rapporto idilliaco, penserete. Come no. Ho quasi estinto alcune specie, tra l’altro nemmeno in pericolo di estinzione prima che arrivassi io nella frontiera. Ad esempio i cavalli. Li ammazzo tutti. Mentre sono in corsa, selvaggi lungo la prateria, o mentre sono legati ad una carrozza. Mi avvicino quatto quatto e sparo loro alla testa. Cascano giù di peso. A volte sparo anche al mio e continuo il percorso a piedi. Non lo faccio solo perchè sono matto. Li scuoio, ne prendo la pelle e la carne e la rivendo. Ma i cavalli non mi bastano. Gli uccelli ad esempio: cadono giù come colpiti da una misteriosa pestilenza del cielo, e rivendo le loro preziose penne al mercato. Daini, linci, puzzole, conigli, armadilli, sparo a qualsiasi cosa si muova. E mi faccio un sacco di soldi, rivelando un’anima nera da bracconiere. Per non parlare di lupi e coyotes: mi attaccano, e da quel momento non stacco dal gioco finchè non ho sterminato tutto il branco, e ne strappo loro il cuore che vende bene in città. A volte isolati puma e orsi cercano di farmi la pelle. Reagisco, e poi scarico loro addosso l’intero cartucciere una volta morti. La prateria è diventata un deserto, ma l’intelligenza artificiale del computer mi rifornisce di selvaggina ogni volta che riaccendo.

So che vi stanno tremando le gambe, e che mi ritenete un bastardo, socio-psico-labile pronto a scatenare una carneficina anche nella vita reale. Ma posso tranquillizzarvi. Anche una saggia blogstar mi ha detto, dopo avermi consigliato uno psichiatra, che probabilmente quel gioco è catartico per me. Non so cosa significhi, ma forse intende dire che se sparo alle suore fatte di pixel e incendio baristi virtuali, non mi verrà certo di farlo per davvero, essendo la mia sete di sangue pienamente estinta impugnando un pad e fingendomi un cowboy.

O forse tra qualche anno, durante il processo intentatomi in Africa per genocidio di qualche specie animale estintasi rapidamente, potrete testimoniare a mio favore, attestando che in fondo, alla fine, ero solo un innocuo timido papero pasticcione. E che un maledetto videogioco mi ha cambiato per sempre avvolgendomi tenebroso Lato Oscuro della Forza.


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