di LUCIA PALMERINI
Difficile da immaginare eppure risulta che autonomi di centri estetici, di discoteche, commercianti al dettaglio di abbigliamento e di elettrodomestici guadagnano meno di 10 mila euro annui, mentre parrucchieri, stabilimenti balneari, agenti di viaggio, fotografi, esercizi alberghieri, affittacamere e case per vacanze, servizi di ristorazione, vedita di barche, orologiai e gioiellieri, tassisti e fruttivendoli si attestano al di sotto dei 15 mila euro.
La top 10, di chi dichiara di più, è rappresentata da coloro che hanno redditi al di sopra dei 40 mila euro, medaglia d’oro i notai con 281 mila euro seguiti dai farmacisti con 108 mila euro, e da medici, attori e registi che superano invece i 60 mila euro. Sempre nella top 10, ma con redditi decisamente inferiori ai primi classificati e compresi tra 40 e 50 mila euro troviamo ingegneri, consulenti finanziari, tabaccai, dentisti ed odontoiatri, avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro.
Considerando quindi che la maggior parte dei lavoratori autonomi dichiarano uno stipendio inferiore a quello di un operaio (in media 22 mila euro lorde), le indagini della guardia di finanza in corso in tutta Italia diventano legittime. A conferma della piaga dell’evasione (perché questo è il nome corretto da usare per chi non emette scontrini e fatture) vi sono anche i dati sull’esito dei controlli a tappeto della Guardia di Finanza in varie zone d’Italia: a Cortina per l’ultimo dell’anno, forse “grazie” alla presenza dei finanzieri, si sono registrati incassi mediamente superiori del 300 per cento rispetto allo stesso giorno dell’anno precedente, mentre a Roma sono state riscontrate il 50 per cento delle violazioni.
Sempre a Cortina, la Guardia di Finanza ha avviato accertamenti sulle auto di lusso parcheggiate riscontrando che su 132 automobili intestate a persone fisiche, il 32 per cento apparteneva a contribuenti con un reddito inferiore ai 30 mila euro lordi annui; mentre su 119 auto intestate a società, il 16 per cento dichiaravano bilanci in perdita ed il 31 per cento denunciavano un reddito inferiore ai 50 mila euro).
Evasore. Questo il nome di chi non paga le tasse. Non esistono altri nomi.
Certamente controllare a tappeto una località, assediandola non aiuta l’economia e gli affari di chi con fatica cerca di superare la crisi lavorando sodo.
Bisogna inoltre dire che l’Italia è il Paese più tassato in Europa, con stipendi fermi da 10 anni e con tasse indirette presenti in ogni dove. Inutile dire che se la pressione fiscale non diminuirà, i possessori di capitali (anche piccoli) porteranno i loro soldi alle Isole Cayman, alle Seychelles o in altri paradisi fiscali, l”evasione fiscale diventerà la dura legge della sopravvivenza, e sarà difficile biasimare o rimproverare.
Invece di controlli spettacolarizzati e scenici, basterebbe controllare i proprietari di auto di grossa cilindrata, di yacht, di ville lussuose o di immobili di lusso. Non servono le telecamere e l’esercito della finanza ma un controllo mirato e preciso e si eviterebbe anche di far scappare i turisti.
Di seguito una tabella riepilogativa dei dati esposti.
ATTIVITÀ Redditi medi netti
Pescatori 2.500
Autonomi di centri per il benessere fisico 2.900
Autonomi di discoteche 4.500
Commercianti al dettaglio di abbigliamento 7.300
Istituti di bellezza 7.400
Commercianti di elettrodomestici 10.000
Parrucchieri 10.900
Stabilimenti balneari 11.100
Agenti di viaggio 11.400
Fotografi 11.900
Esercizi alberghieri, affittacamere e case per vacanze 13.300
Servizi di ristorazione commerciale 13.300
Vnedita di barche 13.300
Orologiai e gioiellieri 13.500
Tassisti 14.000
Fruttivendoli 14.100
Bar, gelaterie e pasticcerie 15.800
Benzinai 17.600
Agenti immobiliari 17.900
Ottici 23.600
Architetti 27.300
Servizi di pulizia 27.600
Ingegneri 40.800
Consulenti finanziari 43.000
Tabaccai 43.000
Dentisti/odontoiatri 46.000
Avvocati 47.000
Commercialisti e consulenti del lavoro 49.400
Attori e registi 61.300
Medici 68.000
Farmacisti 108.000
Notai 281.000