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Referendum a effetto collaterale

Creato il 03 giugno 2011 da Zfrantziscu
Ho come l'impressione che a furia di raccontarsela, e non ostante gli avvertimenti di gente riflessiva e sensata, gli entusiasti si siano convinti che davvero le passate elezioni comunali rappresentino la conquista del Palazzo d'inverno. E che d'improvviso il popolo bue, rinsavito, marci in file combatte verso il sole dell'avvenire. Non riesco a trovare altra spiegazione alla confessione di non pochi commentatori e di qualche leader politico che a loro delle domande referendarie non può fregare di meno. Quel che conta è affossare il governo, trasformare le quattro domande del referendum in quattro “cavalieri bianchi che affossano Berlusconi”.Prendiamo Cagliari, ad esempio, dove la bella vittoria di Massimo Zedda, quasi il sessanta per cento dei votanti, significa sì tutte le cose che a sinistra si sono detti sulla voglia di cambiare, sulla sconfitta pesante del vecchiume. Ma anche cose che non si sono detti, come, ad esempio, che i sostenitori del giovane sindaco rappresentano il 40 per cento dei 136 mila elettori cagliaritani. Il restante 60 per cento è composto da un 25 per cento che ha votato il candidato del centrodestra e da un 35 per cento che non ha votato. Questo significa che nella capitale sarda (ma il ragionamento si estende a quasi tutti i centri in cui si è votato) il grido: “Affossiamolo” non sarebbe accolto da quel 50 più uno per cento necessario a far passare il referendum. Pensare, come fanno gli aspiranti affossatori di Berlusconi per via referendaria, di conquistare alla loro battaglia sia il centrodestra sia i riottosi al voto amministrativo mi sembra una sciocchezza autolesionista, dettata da quella sbronza da vittoria che prima o poi li perderà. Parlo naturalmente per me, ma, convinto come mi ero a votare il referendum contro il nucleare (gli altre tre francamente non mi interessano), comincio a ripensarmela. Non ho gran voglia di essere preso in giro da chi ha la dichiarata intenzione di usare il mio voto per le sue guerre ideologiche e politiche. Guerre in cui l'abolizione della legge sul nucleare è un semplice effetto collaterale. 

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