Il 19,52 % dei tarantini ha votato ieri nelle varie sedi dove si poteva esprimere il proprio si o no alla chiusura totale dell’Ilva o solo quella dell’area a caldo.
Trentatremila cittadini su cettosettantatremila aventi diritto si sono pronunciati e forse tolto un peso dalla coscienza per essersi espressi su un parere che divide in due la citta’:lavorare e lasciar lavorare oppure combattere per non morire di malattie.
Ebbene a Taranto serpeggia il detto:”c’e’ me ne futt’”,cosa me ne frega,che diventa la frase di questa domenica di opinione dove il non andar a votare e’ per alcuni sinonimo di quella tipicita’ nostrana,mollem tarentum,che non ci fa fare il salto dovuto in tutto.
Il referendum per come e’ stato scritto forse aveva un difetto:dove vi era la scritta che proponeva la chiusura dell’area a caldo,mancava di un suggerimento:far chiudere la zona piu’ inquinante del siderurgico,ma bonificandola e mettere gli operai stessi nella condizione di poterlo fare non perdendo cosi’ il lavoro.
L’altra non lasciava spazi a dubbi:chiusura totale dell’Ilva senza ma o ni’.
Sconfitta,inutile corsa al seggio?
Una cosa e’ certa per tutti:chi dovesse avere problemi personali o di parenti,non dovra’ piu’ bestemmiare:l’occasione per esprimersi e dare un senso anche alla politica del comune come azione persuasiva nei confronti dello stabilimento stesso in tematiche di salvaguardia della salute cittadina,e’ scaduto…..GAME OVER !!!
Adesso vedremo come fronteggiare questa battaglia e chi ci rappresentera’ con forza e vigore.
Gli ambientalisti accusano il colpo,ma la sconfitta non e’ avvenuta totalmente….