Magazine Cultura
Recensione di Teresa Gentile
“Regalami un sogno” di Christian Dilorenzo - Ed. Centro Culturale Giulia Selvaggi di Manduria
Il romanzo “Regalami un sogno” del giovanissimo scrittore Christian Dilorenzo, nel corso della recente Seconda Edizione del Concorso di Scrittura Creativa “Antonio Bruni” ha ricevuto il Riconoscimento “Il quadrato” relativo ad un interessante progetto di promozione della scrittura portato avanti dal Centro Culturale Giulia Selvaggi di Manduria che mira a “dar credito” anche a scrittori esordienti e molto giovani, per invogliarli a credere nelle proprie potenzialità “realizzando il sogno” di veder una loro opera pubblicata e quindi di provar la soddisfazione di aver vinto una scommessa con l’eternità e che perciò, al di là del tempo e dello spazio, i propri messaggi continueranno ad essere letti e meditati, potranno diffondere luce positiva e rendere eterni dei valori in cui chi ha scritto ha creduto fermamente e che gli sono serviti come assi portanti per realizzare in modo “eroico” i propri sogni.
Eroi per Christian sono le persone comuni, i sognatori, gli emigrati che abbandonano la loro terra ed i propri cari in cerca di una vita migliore. Eroi sono i ragazzi che non usano come oggetti senza valore le fidanzate, ma sanno rispettarle ed accettare una paternità “non programmata” o che “potrebbe ostacolare” la realizzazione di un futuro migliore. Sono eroi coloro che sanno amare come propri anche i figli adottivi; sanno apprezzarsi per quello che sono; sanno rialzarsi quando ormai paura, precarietà, frustrazione, disordine, fragilità e disperazione hanno preso il sopravvento e mai giudicano le azioni altrui ma immolano anche la propria vita per aiutare il prossimo. Eroi sono quelli che sanno amare in modo oblativo, lottano per la loro famiglia, senza nulla pretendere in cambio; sanno opporsi ed affrontare con coraggio, spirito di sacrificio e indomita speranza un destino avverso; sanno superare in prima persona, le più dure prove e riescono a costruirsi, malgrado ogni difficoltà, un futuro migliore restando vicini alle persone amate e ricercando razionalmente, l’essenza delle cose. E sono proprio loro che con un credibile e sempre retto esempio di vita rendono il mondo migliore. Invece quelli che cercano d’essere “come gli altri” diventano codardi, non hanno il coraggio di investire nei propri sogni e nelle proprie ambizioni, distruggono la propria autenticità, rinunciano a lottare ed è come se non esistessero affatto… come se rinunziassero a volare “più in alto” per vedere più chiaramente il cammino che li attende.
Ed è così che non si affidano alla voce del cuore, non lasciano esemplari eredità d’affetto e di Valori in cui credere. Soprattutto dimenticano che la vita “è davvero troppo breve, dura un soffio: il tempo di vivere qualche emozione e cercare di costruire un impero basato sulla forza dell’amore”. Dilorenzo per dirci questo utilizza un linguaggio che costituisce la migliore garanzia di uno spirito libero poiché è molto fluido, caratterizzato da elegante leggerezza, ispirato, discorsivo, ricco di splendide immagini e personaggi romanzati tra cui pone Maria De Filippi inserendola in un contesto avvincente che comunica forti emozioni.
Significativa la frase dedicata dall’autore a suo padre “…un eroe che non c’è più” e quella di Albert Pike che conclude il romanzo. “Non siamo nati per essere felici. Siamo nati per diventare eroi. Quello che facciamo per noi stessi, muore con noi, quello che facciamo per gli altri e per il mondo, rimane ed è immortale”.
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