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Reggio Calabria: ambulatorio gratuito per immigrati

Creato il 13 gennaio 2014 da Molipier @pier78

Scritto da: Genny Sangiovanni 13 gennaio 2014 in Attualità, Cronaca, News, Società Inserisci un commento

Alla domanda “Quando viene qui un immigrato deve dare documenti?” il dott. UccioMarzolla, responsabile dell’ambulatorio immigrati, risponde: “non deve assolutamente dare niente”.

Un ambulatorio medico dove si fanno visite generali e se ci sono esigenze particolari anche visite specialiste, il tutto in maniera gratuita. Alcuni dentisti volontari risolvono i problemi odontoiatri dei pazienti che “sono veramente notevoli nelle personechesirivolgonoanoi” spiega Marzolla. La prima cosa che l’ambulatorio chiede non sono i documenti ma “di cosa hai bisogno? Cosa ti senti?” poi segue la visita e per una questione di cartella clinica viene richiesto un nome che, sottolinea il dottore, può essere un “nomequalsiasi”. “Ilnome- aggiunge- lo scrive lui, a noi non serve altro”.

Francesca Sottilotta, coordinatrice della Comunità di vita cristiana, spiega che il fatto che nell’ambulatorio non vengano richiesti documenti , non ci siano schedature, “tranquillizza molto, nonostante oggi possano recarsi ad un pronto soccorso perché comunque le cure vanno prestate”.  La coordinatrice spiega però che è “capitato che qualcuno ha detto ‘io non me la sento di andare al pronto soccorso perché ho paura’”.

Il servizio è completamente gratuito grazie ad aiuti che arrivano sia da un’autotassazione della comunità stessa che da aiuti esterni, come quelli dei padri gesuiti.

L’ambulatorio per immigrati ‘clandestini’ è a Reggio Calabria ed opera da molti anni, gestito dalla Comunità di vita cristiana in collaborazione con i padri gesuiti. La struttura medica consente agli stranieri, anche irregolari, di curarsi senza l’obbligo di fornire i propri documenti.  Pasquale Pensabene, un dentista che collabora in maniera volontaria con l’ambulatorio, aggiunge che “piuttosto che farlo una tantum ed andare in missione in Africa, credo sia più proficuo dedicare poche ore settimanali facendolo nella mia città e dando un servizio continuo”.

Ilfattoquotidiano.it

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