Non poteva non sapere delle gravi irregolarità nella gestione del settore Finanze e sulle somme erogate all’ex dirigente dell’Ufficio finanze del comune di Reggio, Orsola Fallara, suicidatasi nel dicembre 2010 ingerendo un composto a base di acido muriatico per la sua attività di componente della Commissione tributaria.
La Procura di Reggio Calabria ha chiesto il rinvio a giudizio per l’x sindaco Giuseppe Scopelliti, attuale presidente della Regione Calabria, e per i tre componenti del Collegio dei revisori dei conti del comune Carmelo Stracuzzi, Domenico D’Amico e Ruggero Alessandro De Medici.
La richiesta è stata avanzata dal procuratore Ottavio Sferlazza e dai sostituti Francesco Tripodi e Sara Ombra. I quattro indagati sono accusati a vario titolo di falso ideologico in atto pubblico e abuso d’ufficio per l’autoliquidazione di 750 mila euro della donna morta suicida.
Con il coordinamento della Procura ordinaria, gli investigatori si erano occupati della gestione della cassa del comune reggino rivelando una gestione decisamente leggera che si era manifestata in una serie di iniziative come l’indebito accreditamento di altri 700 mila euro sul conto corrente bancario di Bruno Labate con cui la Fallara aveva avuto una relazione per inesistenti consulenze relative a lavori mai eseguiti.
Il professionista, accusato di concorso in peculato e truffa, ha scelto di patteggiare un anno e 8 mesi con sospensione della pena prima dell’udienza preliminare del procedimento. Con un bonifico bancario l’architetto Labate aveva infatti messo a disposizione del comune la somma di 40 mila euro a titolo di rimborso di interessi e rivalutazione delle somme che gli erano state accreditate dall’ex dirigente dell’ufficio finanze e che lui aveva completamente restituito dopo la vendita dell’appartamento di proprietà a Roma.
Giuseppe Scopelliti, assistito dall’avvocato Aldo Labate, era stato interrogato il 20 dicembre scorso fornendo la sua versione dei fatti e si era esclusa la sua responsabilità evidenziando che, in quanto organo politico e non tecnico, poteva anche non essere a conoscenza delle irregolarità nella gestione finanziaria.
I tre componenti del collegio dei revisori dei conti avevano invece risposto alle domande dei magistrati riservandosi di dare puntuale spiegazione ad altri quesiti una volta in possesso di tutta la documentazione. Lo scorso marzo ai quattro indagati era stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini con la contestazione dei reati ipotizzati.
Adesso, a conclusione della fase temporale prevista dal codice, l’istanza è stata depositata. Tra qualche giorno si conoscerà il nome del giudice chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio e la data d’inizio dell’udienza preliminare.
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