Il fenomeno della corruzione ha, nel nostro Paese, “dimensioni intollerabili, soprattutto per l’intreccio che si riscontra con le associazioni mafiose” dice il Guardasigilli Andrea Orlando, nella sua relazione alla Camera, rilevando che gli effetti della corruzione sono “devastanti” per il Paese. L’occasione per denunciare i problemi e il malfunzionamento della giustizia è l’annuale relazione sull’amministrazione della Giustizia. Il “malfunzionamento” della giustizia “è uno dei più grandi macigni sulla strada della crescita” del Paese.
Il Guardasigilli, Andrea Orlando, insieme al premier Matteo Renzi (fanpage.it)
Orlando nel corso del suo intervento ha ripercorso i “mali” della giustizia italiana. “Per molti anni la giustizia – ha detto Orlando – è stato terreno di aspro scontro che ha impedito che fossero avviate le riforme fondamentali. Tanto più si è discusso, tanto più si è lasciato che la giustizia diventasse uno dei mali cronici del Paese. Spero – ha auspicato – che questa pagina si possa dire chiusa. Il metodo del dialogo è fondamentale”. Il ministro ricorda, inoltre, che oggi “la giustizia è diventata per i cittadini un simbolo di calvario da tener lontano dalla propria vita. Al 30 giugno scorso – ha ricordato il ministro – le cause pendenti erano 4.898.745, in calo del 7,6% rispetto all’anno precedente. Per la prima volta dal 2009 il numero è sceso sotto i 5 milioni”.
Il lavoro degli ultimi mesi in campo giudiziario ed il riconoscimento da parte del vicepresidente della Commissione Ue, Katainen. Negli ultimi mesi, sottolinea il ministro, “sono state affrontate le emergenze più gravi”, dalle “carceri” al “processo e all’arretrato civile”: anche il vicepresidente della Commissione Ue Katainen “ha riconosciuto la bontà della nostra riforma”. Orlando non elude i temi più spinosi sul tavolo a cominciare dalla responsabilità civile delle toghe: “Una riforma che non ha finalità punitiva e che non comprime l’autonomia o la libertà del magistrato“.
Da Orlando, la ferma difesa del reato di falso in bilancio. Orlando ha sottolineato come quello del falso in bilancio sia “un tema cruciale nel contrasto alle più gravi forme di criminalità economica, e mi auguro che il confronto parlamentare possa svilupparsi proficuamente, contribuendo alla ricerca di soluzioni equilibrate ed efficaci. La proposta del Governo, approvata il 29 agosto e che oggi abbiamo trasformato in emendamenti governativi al testo già esistente e in esame in Senato – ha ricordato il ministro – intende considerare le condotte di falsificazione come illecito di pericolo, elevando le pene per garantire la deterrenza della sanzione e l’efficacia delle indagini”.
Nella relazione alla Camera toccato anche il tema delle carceri. I detenuti presenti nei penitenziari italiani “al 31 dicembre del 2014 erano 53.623 – ha detto il guardasigilli – un numero che si è stabilizzato negli ultimi mesi”. A dicembre del 2013, ha ricordato, “erano 62.536 e nel momento della condanna da parte dell’Europa 66 mila”. Questi risultati, ha sottolineato Orlando, “sono stati ottenuti senza il ricorso a misure straordinarie” come amnistia o indulto. (AGI)