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religione e libertà

Creato il 17 settembre 2011 da Albix

Ras tafarStudiando l’art. 19 della nostra bella e sempre attuale Costituzione (quanto meno nei suoi primi 54 articoli) mi sono imbattuto in una interessante sentenza della Corte di Cassazione: la n. 28270 del 2008.

Con questa illuminata decisione il Supremo collegio annullava con rinvio unacondanna ad 1 anno e 4 mesi che la Corte d’appello di Perugia aveva inflitto ad un ventenne al quale i Carabinieri aveva sequestrato un etto di marijuana.

Giuseppe G., questo il nome dell’imputato, si era dichiarato un aderente della religione Rasta che fa del consumo della marijuana uno dei capisaldi del proprio credo religioso.

I Rasta utilizzano la Marijuana come erba medicinale, ma anche come erba meditativa, apportatrice di saggezza, ausilio alla preghiera. Viene sostenuto che l’erba Ganja sia cresciuta sulla tomba del Re Salomone, chiamato il Re Saggio, e da esso ne tragga forza. La Marijuana è anche associata all’Albero della Vita e della Saggezza che era presente nell’Eden a fianco dell’Albero della conoscenza del bene e del male

Come è noto questa religione è nata in Giamaica e si è diffusa nel 1930 . I suoi adepti pensano che l’imperatore di Etiopia Helai Selassiè sia la nuova incarnazione del Cristo e si richiamano al mito Nazireo di Sansone lasciandosi crescere i capelli in lunghi boccoli intrecciati che non possono essere tagliati.

Naturalmente io continuo a seguire la mia religione cattolica classica, fatta di sforzi meditativi meno legati al fumo e più alla preghiera.

Ma questo non vuol dire che io non guardi con rispetto alle religioni diverse dalla mia.

E ritengo che i giudici della Sesta Sezione Penale della Cassazione, nella sopra richiamata sentenza del 2008, abbiano fatto ad accogliere il ricorso del giovane rastafariano.


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