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Remy Charlip, Eric Dekker, Niente

Creato il 16 novembre 2012 da Stimadidanno

Remy Charlip, Eric Dekker, Niente

immagine da qui


Mi sono fatta un po' di regali, ultimamente. Tanti, non sono stata minimalista in questo periodo. Sconto anni di belle scoperte sulle bancherelle e dai remainders, anni di libri scambiati o ceduti o adottati. Una pesca piuttosto casuale, a volte deludente a volte fonte di vere e proprie sorprese. Ora, come Mammozza, che parla di libri come piace a me, mi sono fatta prendere da una certa ingordigia. Rido, perché detesto chi ha sostituito il consumismo in generale con il consumismo culturale. Oh, intendiamoci, meglio il secondo del primo. Tuttavia mi resta a volte quell'impressione di fame atavica, di orrore del vuoto. Peggio, di rincorsa perenne, e non è che Milano questo fine settimana aiuti a calmarsi con tutte le iniziative in corso. Questa mattina mi ha fatto morire dal ridere questo post relativo ad un corso per apprendere "aneddoti, piccole curiosità e frasi ad hoc, da sciorinare per accreditarsi come veri e propri esperti di letteratura". 
E' giusto che mi fermi. Faccio pace con il fatto che la curiosità non può spingermi in ogni direzione e mi concedo il tempo per degustare. Ho lacune imbarazzanti che non colmerò. Le novità, vade retro. Trascino le mie letture per mesi, frantumandole sul tram. Ogni tanto mi dice bene, subdoro pubblicazioni prive di sostanza e me ne tengo ben lontana ("Libri che non dicono niente", come nella tavola di un albo illustrato regalatomi di recente). E i Russi, sì quelli famosi quelli che a tanti hanno cambiato la vita, non li ho ancora affrontati e non so se avrò il tempo di farlo. 
Quanti limiti ho. Sono fatta di niente, mi faccio convincere da un niente, volo via con un niente. A volte lo pago pure, il niente, anche se mi capita sempre più spesso di essere disincantata. E allora analizzo, smonto, capisco meglio, vedo per un momento da fuori il sistema in cui tutti siamo e che è ineluttabile. Lo vedo, è un attimo fugace, lo respingo decisa. E poi non mi rimane in mano niente. 
Questo libro è una bella riflessione sul consumo, sui bisogni, sulla predisposizione ad essere convinti. La bellezza sta nel fatto che è un albo illustrato che va al cuore di molte questioni su cui si sono spese troppe parole. Se non lo volete toccare con mano, potete scaricare il pdf. Non vi costa niente (quella copertina in cartoncino spessissimo, però, è una grande soddisfazione).

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