Di lei disse Arturo Toscanini: «La voce della Tebaldi è paradisiaca, è una di quelle voci che ti entrano nell’anima, che ti vanno direttamente al cuore; è una voce pura, chiara, luminosa. Quando canta la Tebaldi, tutto è sereno, splende il sole… pare che da essa si sprigioni il profumo della primavera» [1].
Novanta anni fa, il 1° febbraio 1922, nacque a Pesaro Renata Tebaldi, un soprano tra i più grandi della storia della lirica. Dopo gli studi nella sua città e al Conservatorio di Parma la giovane cantante debuttò con il personaggio di Elena nel Mefistofele di Arrigo Boito: la maestra Carmen Melis del Conservatorio di Pesaro preparò la sua allieva per il gran battesimo delle scene in un’Italia dilaniata dalla guerra, il viaggio stesso per arrivare a Rovigo, al Teatro Sociale dove era allestita l’opera, si rivelò un’autentica odissea, tra bombe, mitragliamenti e stazioni in fiamme. Il 23 maggio 1944 è la data di questo esordio che ha regalato a tutto il mondo un’emozione irripetibile. Da quel giorno Renata Tebaldi affrontò Bohème, Amico Fritz, Andrea Chénier, Otello, Lohengrin, Tosca fino a giungere alle orecchie di Arturo Toscanini, che restò a tal punto estasiato da scritturarla l’11 maggio 1946 per il concerto di riapertura del Teatro alla Scala di Milano, ricostruito dopo il bombardamento del 16 agosto 1943. In quel concerto la Tebaldi cantò la Preghiera del Mosè in Egitto di Rossini e il breve solo del Te Deum di Giuseppe Verdi. Il repertorio del soprano di Pesaro crebbe di anno in anno riuscendo a spaziare dalle opere di Wagner, Mozart, Haendel, Rossini fino a Verdi, Cilea, Ponchielli e Puccini (la sua Tosca è ancora oggi inarrivabile). Dotata di un timbro cristallino unico (la Voce d’angelo, secondo la definizione di Toscanini) Renata Tebaldi poteva essere al contempo commovente e sensuale come poche altre interpreti, tessendo all’interno di uno stesso brano una sorta di drappeggio (il cosiddetto “velluto della Tebaldi”) che rivestiva tutte le emozioni dettate dalla composizione. Una carriera che la vide nei teatri dell’intero pianeta per trentadue anni con picchi durante il periodo trascorso al Metropolitan Opera di New York, il suo teatro per eccellenza. Si esibì con i più grandi cantanti della sua epoca (Carlo Bergonzi, Franco Corelli, Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano, Tito Gobbi, etc.), lavorò con i migliori direttori d’orchestra (Leonard Bernstein, Karl Böhm, Victor De Sabata, Carlo Maria Giulini, Zubin Mehta, Tullio Serafin, Georg Solti, Arturo Toscanini, Herbert von Karajan) e ha lasciato un ingente patrimonio di registrazioni discografiche. Della famosa rivalità con Maria Callas occorre dire che fu montata ad arte da manager, giornalisti, fans e enti teatrali che ambivano ad avere almeno una delle due, ma in realtà il paragone non ha mai retto: due timbri, due personalità, due interpreti completamente diverse, entrambe straordinarie e senza eguali. Se di raffronto si può parlare questo riguarda la durata dell’attività di Renata Tebaldi, che fu maggiore rispetto alla Callas, dovuta anche e soprattutto alla migliore salute vocale del soprano italiano.
© Marco Vignolo Gargini
[1] Anna Maria Gasparri Rossotto, la mia amica TEBALDI, Masso delle Fate Edizioni, Signa (FI), 2008, pp. 273-274.