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Renzi: governo subito.

Creato il 11 aprile 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Se per Fabrizio Cicchitto, ex capogruppo del Pdl alla Camera, al Quirinale siano prevedibili un paio di alternative, ovvero Gianni Letta e Luciano Violante, la battaglia politica di Renzi resta ancora rivolta al “Che facciamo del nuovo governo?”. Così, Fabrizio Cicchitto – attento al successore di Napolitano – parla del Sottosegretario alla Presidenza dei Ministri, Gianni Letta, come “il meglio della sensibilità istituzionale del Centrodestra, che ha sempre svolto un ruolo di alto profilo e su questo terreno darebbe garanzie a tutti. Dall’altra parte, paradossalmente, Luciano Violante”. Tuttavia, Cicchitto non ha certo scordato di menzionare e spiegare a dovere la sua alternativa, espressa nella figura di Luciano Violante: “Responsabile della gestione unilaterale di Mani pulite e dell’antimafia, per colpire la Democrazia Cristiana moderata, i laici e i socialisti, salvare la Sinistra e un Pds che aveva tutte le forme di finanziamento irregolare possibili e immaginabili”. Su questo versante, dunque, lo stesso Cicchitto fa leva sugli articoli e i libri pubblicati da Violante, sottolineandone appunto l’innegabile evoluzione di pensiero verso un senso civile e sociale collettivo. “Lui che viene da lì, “ avrebbe detto Cicchitto, “che ha cavalcato l’uso politico della giustizia, è l’unico ad avere la forza per provare a chiederla, e promuovere una nuova pacificazione italiana”.
Matteo Renzi, sindaco di Firenze, invece, orienta la propria attenzione, e con la sua quella di buona parte degli Italiani, sulla questione del “nuovo governo”. “Che si farà? Come dovremo agire?”. Sembra proprio questo il dilemma renziniano di questi giorni. Un’Italia in balia di una tempesta che non sa chi mettere al timone. “Sono passati invano 46 giorni da quando si è votato,” ha spiegato lo stesso Renzi, “ e 46 giorni significano aziende che chiudono, cassintegrati che aumentano, crisi che avanza”. Ascoltando queste parole, si comprende appieno l’urgenza di ridare al Paese una guida politica solida e funzionale, una guida che sia simbolo di rinnovamento e al contempo non tema il confronto con le altre fazioni politiche, ma cerchi semmai un dialogo diretto e costruttivo. In un’intervista al Messaggero, infatti, il sindaco di Firenze ha appunto puntualizzato i termini della sua critica alle mosse del leader del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani: “Credo che Bersani e Berlusconi l’accordo lo faranno. E a me va bene. Se vogliono fare il governo, però, abbiano il coraggio di farlo subito, altrimenti si vada a votare. Non è mica un dramma!”. Pertanto, secondo lo stesso Renzi si potrebbe votare anche con il Porcellum. Quest’ultimo infatti, non darebbe un sistema ed una stabilità migliori del Mattarellum. “Lo è soltanto,” ha concluso, “perché al contrario della legge voluta dal Centrodestra, non ha le candidature rigidamente bloccate”.

Articolo di Stefano Boscolo.

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Matteo Renzi incontra gli elettori al Mercato di Corso Racconigi a Torino durante la campagna elettorale


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