Renzi non considera nemmeno l’ineleggibilità di Berlusconi e l’errore di fondo sul ruolo del Parlamento

Creato il 31 ottobre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Matteo Renzi nell’enews di oggi fa un alto giro di giostra sulla questione berlusconiana ripetendo che avrebbe voluto batterlo nelle urne e non nelle aule dei tribunali.
Viene cancellato così anche il conflitto di interessi: Berlusconi, in quanto concessionario statale di frequenze tv e proprietario di un impero economico e mediatico, non avrebbe potuto candidarsi. La sinistra invece ha lasciato fare e ora Renzi, senza neanche pensare che quell’impero c’è ancora, più forte, meno criticato, politicamente ben caratterizzato, non tiene conto della gravità della condanna di Berlusconi e della genesi della sua fortuna economica.
Allora se un nuovo grande capitalista, come nel ’94 Berlusconi, si ripresentasse alle elezioni? Il Pd lo sfiderebbe, forse perdendo, dato che il potere può essere usato, se nessuno pone limiti. Il conflitto d’interessi? Dimenticato forse per catturare qualche elettore di centrodestra in più, i famosi delusi. Ma i delusi del centrodestra forse sono delusi perché Berlusconi non è più premier.
I quali vogliono ciò per cui hanno votato: quel che Berlusconi garantiva con la sua sola candidatura.
Qualche condono, certe leggi contro i diritti e l’ambiente, meno tasse e dichiarazioni del tipo: “Evadere il fisco per un imprenditore, con questa pressione fiscale, è un dovere morale”. E soprattutto Berlusconi assicurava la distruzione della sinistra di governo, e ancor più eliminava radicalmente ogni possibile traccia di sinistra. Berlusconi è stato chiaro. Ma era sensata la sua voglia di far sparire l’avversario?
Il legislatore richiede la collaborazione costruttiva di tutti. Collaborazione a un dibattito serio, efficace, a confronti di idee nel merito. Quindi anche avversari con cui ragionare, punti di vista opposti ma fondati. Il motore della democrazia è il Parlamento.
Il governo è il motore della volontà politica di chi vince le elezioni. Questa distinzione oggi si va perdendo in modo molto pericoloso, e Renzi non valorizza il Parlamento. Non ama nemmeno il CNEL, che invece andava fatto funzionare. Lui lo eliminerebbe. Oggi piace distruggere e dar ragione e Rizzo e Stella, due cattivi maestri.
Le aule dei tribunali esistono comunque per un motivo, anche politico. Le fondamenta di quel che resta della civiltà europea hanno bisogno di una giustizia che funzioni, non della politica del più forte. Solo la magistratura può far rispettare certi princìpi di fondo. Non ovviamente la politica, che non fa processi penali.

E il voto non è sul destino politico di Berlusconi, già segnato da una condanna in via definitiva per evasione fiscale e dall’imminente interdizione, oltre alla decadenza. Ho grande rispetto per le questioni personali di Berlusconi, perché non sono uno di quelli che gioisce per le difficoltà altrui: io avrei preferito batterlo nelle urne, non nelle aule di tribunale. Aggiungo, non riesco ad apprezzare quelli che per vent’anni hanno fatto tutto ciò che Berlusconi ha chiesto, ottenendo prebende e oggi si ergono a paladini dell’antiberlusconismo. Infine non credo che la vicenda decadenza porterà problemi al Governo, perché già un mese fa Berlusconi ha provato a far cadere l’Esecutivo e non ce l’ha fatta: dunque la maggioranza c’è a prescindere da Berlusconi. Ma tutto ciò premesso, per favore, adesso possiamo parlare dell’Italia? Vi prego, occupiamoci dei problemi delle famiglie italiane, di tutti gli italiani, non solo di un italiano. La disoccupazione galoppa e noi pensiamo se votare segreto o palese? E perché mai? Per consentire a chi non ha il coraggio delle proprie azioni di dire una cosa e votare l’opposto? I senatori sono ben pagati per la propria attività e sono in Parlamento per le proprie idee: sarebbe davvero curioso se oggi se ne vergognassero al punto da nascondersi dietro il voto segreto. Ci mettano la faccia e votino. Però nel frattempo, possiamo parlare di Italia?

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