“Non lo fo per piacer mio ma per far piacere a zio”. Lo zio sarebbe RobertoCalderoli il quale, accusato da Belsito e dalla Dagrada di aver preso soldi al pari di un parente stretto della famiglia Bossi, non solo è stato nominato nel triumvirato che guida la Lega ma si permette di dire a RosyMauro che sarebbero auspicabili anche le sue dimissioni. “Faccio un passo indietro”, avrebbe detto il Trota imitando il suo collega gambero, al che ha risposto il padre salmone Umberto: “Era da un po’ che mi diceva che si era rotto le palle di stare in consiglio regionale, se n’è andato”. Se poi sulla Rete qualcuno dice: “Si vede che ha finito di pagare la macchina”, il commento ironico ci sta tutto. Ma i giornali hanno anche raccolto la dichiarazione accorata dell’autista-bodyguard di Renzo, tal AlessandroMarmello, che ha detto: “Non ce la faccio più, non voglio continuare a passare i soldi al figlio di Umberto...non sono il suo bancomat...sono una persona onesta e a questo gioco non ci voglio più stare”. La situazione in casa leghista è quella che è. In queste ore due nostri carissimi amici, la casalinga di Abbiategrasso signora Carmelina Lotunno e il pensionato delle FF.SS di Busto Arsizio, signor Calogero Musumeci, entrambi padani doc e da anni militanti della Lega, ci hanno rivolto l’appello di non infierire, che già ne hanno abbastanza di essere sfottuti dai loro parenti siculo-calabresi. Purtroppo il loro appello è destinato, almeno per quello che ci riguarda, a cadere nel vuoto perché le nefandezze della Lega fiancheggiatrice del governo Berlusconi sono tante e tali che lo scandalo di questi giorni ci sembra veramente una barzelletta. Ora si capisce la ragione per la quale hanno sempre votato contro l’arresto di onorevoli e senatori fortemente compromessi con la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra, i leghisti hanno giocato al “buon rendere”. Così come la cittadinanza egiziana data per legem alla signorina Ruby invece che far fare un passo avanti al federalismo, ha fatto fare un passo indietro all’intera classe politica italiana. Allora, con Berlusconi al momento non sulla scena e la Lega che è andata a farsi fottere da sola, il Nord, come ha osservato con la solita arguzia e lucidità Ilvo Diamanti, si ritrova senza rappresentanza politica. Il principale organo di governo della Lombardia, il consiglio regionale, è composto da indagati, inquisiti, arrestati, papponi, mignotte, taroccatori di dossier, ex votati alla castità e baciapile di ogni ordine e grado ma, nonostante ormai neppure gli uscieri abbiano la fedina penale immacolata, il presidente lombardo a vita Roberto Formigoni fa finta che nulla stia accadendo, che le firme raccolte per la presentazione della sua lista alle ultime elezioni siano tutte vere, che le infiltrazioni mafiose sono una invenzione di quello scansafatiche che risponde al nome di Roberto Saviano. Il Nord sta soccombendo al suo stesso “superego”, al “ghe pensi mi” dei cummenda, agli allevatori paraculi che truccano le quote latte e a quell’immensa arroganza da guida economica del paese che ne ha sempre contraddistinto i rapporti con le altre zone geografiche dell'Italia, al punto che se ne sono inventata di sana pianta una tutta nuova: la Padania. E che le cose per i berluscones, i fiancheggiatori del “Tappo” (con la maiuscola per carità) e gli affiliati alle "P" (varie) non vadano proprio per il verso giusto, lo dimostra la decisione del governo di azzerare il “beauty contest” delle frequenze televisive digitali terrestri e di metterle all’asta a pacchetti. Corrado Passera ha fatto un po’ di conti e ha visto che il regalo a Berlusconi e, in parte, alla Rai, sarebbe stato di circa un miliardo e duecento milioni di euro. Troppi per non essere subissato da critiche e insulti, per cui, piaccia o meno al padrone dell’informazione televisiva in Italia, le frequenze andranno all’asta. Chissà quali saranno le ritorsioni di Silvio? Magari non voterà la prossima fiducia oppure potrebbe mandare Alfonso Signorini a indagare sulla vita privata di Passera per tirar fuori un bel dossier sputtanatore. Il serpente a sonagli è sempre lì, e i colpi di coda sono più che mai letali.
Magazine Politica Italia
Renzo Bossi si dimette dalla Regione. Torna nel suo regno...ittico. Passera azzera il beauty contest: frequenze televisive all’asta.
Creato il 10 aprile 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti
“Non lo fo per piacer mio ma per far piacere a zio”. Lo zio sarebbe RobertoCalderoli il quale, accusato da Belsito e dalla Dagrada di aver preso soldi al pari di un parente stretto della famiglia Bossi, non solo è stato nominato nel triumvirato che guida la Lega ma si permette di dire a RosyMauro che sarebbero auspicabili anche le sue dimissioni. “Faccio un passo indietro”, avrebbe detto il Trota imitando il suo collega gambero, al che ha risposto il padre salmone Umberto: “Era da un po’ che mi diceva che si era rotto le palle di stare in consiglio regionale, se n’è andato”. Se poi sulla Rete qualcuno dice: “Si vede che ha finito di pagare la macchina”, il commento ironico ci sta tutto. Ma i giornali hanno anche raccolto la dichiarazione accorata dell’autista-bodyguard di Renzo, tal AlessandroMarmello, che ha detto: “Non ce la faccio più, non voglio continuare a passare i soldi al figlio di Umberto...non sono il suo bancomat...sono una persona onesta e a questo gioco non ci voglio più stare”. La situazione in casa leghista è quella che è. In queste ore due nostri carissimi amici, la casalinga di Abbiategrasso signora Carmelina Lotunno e il pensionato delle FF.SS di Busto Arsizio, signor Calogero Musumeci, entrambi padani doc e da anni militanti della Lega, ci hanno rivolto l’appello di non infierire, che già ne hanno abbastanza di essere sfottuti dai loro parenti siculo-calabresi. Purtroppo il loro appello è destinato, almeno per quello che ci riguarda, a cadere nel vuoto perché le nefandezze della Lega fiancheggiatrice del governo Berlusconi sono tante e tali che lo scandalo di questi giorni ci sembra veramente una barzelletta. Ora si capisce la ragione per la quale hanno sempre votato contro l’arresto di onorevoli e senatori fortemente compromessi con la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra, i leghisti hanno giocato al “buon rendere”. Così come la cittadinanza egiziana data per legem alla signorina Ruby invece che far fare un passo avanti al federalismo, ha fatto fare un passo indietro all’intera classe politica italiana. Allora, con Berlusconi al momento non sulla scena e la Lega che è andata a farsi fottere da sola, il Nord, come ha osservato con la solita arguzia e lucidità Ilvo Diamanti, si ritrova senza rappresentanza politica. Il principale organo di governo della Lombardia, il consiglio regionale, è composto da indagati, inquisiti, arrestati, papponi, mignotte, taroccatori di dossier, ex votati alla castità e baciapile di ogni ordine e grado ma, nonostante ormai neppure gli uscieri abbiano la fedina penale immacolata, il presidente lombardo a vita Roberto Formigoni fa finta che nulla stia accadendo, che le firme raccolte per la presentazione della sua lista alle ultime elezioni siano tutte vere, che le infiltrazioni mafiose sono una invenzione di quello scansafatiche che risponde al nome di Roberto Saviano. Il Nord sta soccombendo al suo stesso “superego”, al “ghe pensi mi” dei cummenda, agli allevatori paraculi che truccano le quote latte e a quell’immensa arroganza da guida economica del paese che ne ha sempre contraddistinto i rapporti con le altre zone geografiche dell'Italia, al punto che se ne sono inventata di sana pianta una tutta nuova: la Padania. E che le cose per i berluscones, i fiancheggiatori del “Tappo” (con la maiuscola per carità) e gli affiliati alle "P" (varie) non vadano proprio per il verso giusto, lo dimostra la decisione del governo di azzerare il “beauty contest” delle frequenze televisive digitali terrestri e di metterle all’asta a pacchetti. Corrado Passera ha fatto un po’ di conti e ha visto che il regalo a Berlusconi e, in parte, alla Rai, sarebbe stato di circa un miliardo e duecento milioni di euro. Troppi per non essere subissato da critiche e insulti, per cui, piaccia o meno al padrone dell’informazione televisiva in Italia, le frequenze andranno all’asta. Chissà quali saranno le ritorsioni di Silvio? Magari non voterà la prossima fiducia oppure potrebbe mandare Alfonso Signorini a indagare sulla vita privata di Passera per tirar fuori un bel dossier sputtanatore. Il serpente a sonagli è sempre lì, e i colpi di coda sono più che mai letali.
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