Antipasto di fichi (cotti) e Prosciutto d'Anatra
29.08.2011Nella mia vita quotidiana da casalinga (sovraqualificata) expat, spesso abbiamo a cena conoscenti del Senator di passaggio: poiche' ogni persona racchiude un mondo,averla ospite significa scoprire argomenti diversi e storie nuove. Considerato che nei giorni normali passo dalle otto del mattino alle diciannove di sera sola con la Viatrix, sono sempre ben disposta a spignattare per il prossimo, in cambio di una bella conversazione.
Nella maggior parte dei casi ho ventiquattro o ben quarantotto ore per
- rendere presentabile la casa, continuando fino al momento in cui l'ospite suona il campanello a raccogliere i pezzetti di carta che la Viatrix produce e dissemina sui pavimenti dall'alba al tramonto;
- decidere cosa cucinare, o perlomeno cosa NON cucinare: ho istruito il Senator a domandare al momento del combino se ci sono eventuali allergie alimentari o altri caveat alimentari tipo non -mangio -carne , non -mi-piace-il-pesce, fede religiosa (onde evitare maiale sempre o carne il venerdi'): la sfida di tutte le sfide e' stata organizzare una cena per il collega indiano e sua moglie, senza utilizzare carne, pesce e uova.Poi queste belle informazioni le scrivo in una rubrichina (quelle agendine che si usavano per scrivere i numeri di telefono prima che ci fossero i cellulari e tutto fosse memorizzato li' dentro) sotto il nome dell'ospite. in modo da ricordami la prossima volta. A posteriori, scrivo anche cosa gli ho dato da mangiare in modo da non ripetere gli stessi piatti la volta dopo;
- fare la spesa, andando a piedi con la Viatrix nel passeggino al supermercato piu' vicino, 1300 metri di strada senza marciapiede e soprattutto senza l'ombra di un albero. Ciononostante se avessero il servizio di consegna a domicilio, l'andata sarebbe una passeggiata: il problema e' il ritorno, quando mi avventuro con lo zaino rigonfio di ogni bene sulle spalle, il passeggino carico di buste appese ai manici, le derrate piu' pesanti nel cestino sotto il sedere della Viatrix, il tettuccio piegato all'indietro per essere sfruttato come ulteriore sacca porta qualcosa (di solito, le baguettes). Sara' che spingendo tutto l'ambaradan sembro un mezzo di trasporto ibrido piediruote e d'inverno faccio le nuvolette col fiato, oltre che un po' scema mi sento anche un po' eroica;
- cucinare e sistemare la tavola, sempre occupandomi in contemporanea della pargola.
Tagliatelle al Sugo di Finferli
Detto cosi', e' fattibile. Poi succede che il Senator mi telefona a pranzo per chiedermi di organizzare una cena con ospite per la sera stessa: il tizio ha il visto che gli scade domattina o gli hanno spostato l'aereo in anticipo, o domani e' impegnato perche' ha una riunione urgentissima con tutti i vertici del Mondo Mondiale, non si puo' rimandare. Al novantanove per cento becca esattamentei il giorno in cui il frigo piange e io avevo rimandato di tornare al supermercato l'indomani proponendomi di fare come cena le uova in prossimita' della scadenza e un antipasto di avanzi assortiti.
Al novantanove per cento il tizio non e' mai stato precedentemente uno dei miei commensali, per cui non posso neanche giocare sull'informalita' del tanto - ci - conosciamo - gia'.
Al novantanove per cento il tizio fa pure uno di quei mestieri che si sposta in limousine e mangia solo in ristoranti del firmamento Michelin.
(Al novantanove per cento, oltre che la spesa, avevo anche rimandato al giorno dopo di lavarmi i capelli.)
Arrosto di Filetto di Maiale con Alloro, Pepe e Cipolla
Mi ritrovo cosi' (coi capelli chiusi a coda) e tre ore o quattro per tutte le operazioni di cui sopra, con un ospite non semplice da impressionare positivamente: questi sono i momenti in cui mi dico che il giorno che tornero' a lavorare mi sembrera' vacanza!Tutti i grandi cuochi hanno i propri segreti per cucinare, io non cucino cose complicate ma il mio segreto per tenere insieme concentrazione (non dimenticare le cose da fare tra pulire, comprare e cucinare) e creazione (inventare qualcosa di buono, di nuovo, di decorativo) e' essere di buon umore. Per arrivare a questa disposizione d'animo e rimanerci (intanto che mi lavo centomila volte le mani tra gli huggies cagati della Viatrix, la spugna piena di cif per pulire il lavandino del bagno, lo stracotto da affettare fine fine senza affettarmi le dita, cipolle da tritare davvero commoventi e oh my god, ricordarmi di lasciare gli ultimi 12 minuti prima del suono del campanello per una rapida metamorfosi doccia - pettine - vestito pulito), non inizio mai nessuna preparazione all'ospite senza aver prima invocato aiuto sul mio status di Facebook. Numero ospiti, nazionalita', caveat alimentari, eventuali materiali gia' nel frigo, ore o giorni a disposizione, richiesta di aiuto per decidere su tutti o alcuni piatti ancora mancanti.
Nel giro di pochi minuti, almento tre o quattro dei miei amici, tutti ottimi mangiatori e in prevalenza ottimi cucinieri, corrono all'appello fornendomi il piu' prezioso dei brainstorming.Uno puo' mettere nomi di ingredienti su Google, ma la risposta non avra' mai quella saggezza e praticita' di una ricetta vera preparata abitualmente da persone di cui mi fido: se non utilizzo le idee che raccolgo, le tengo buone per la cena dopo: in ogni caso, leggere le idee altrui mi spinge ad averne di nuove a mia volta. Credo che anche per loro sia diventata una piccola abtiudine, ritrovarsi a mandare imput verso la mia cucina nel paesello vista Monte Bianco, mentre loro sono nel mezzo delle loro giornate di lavoro in ufficio, in studio, in laboratorio: i miei consiglieri cucinieri piu' facebookianamente presenti sono una pediatra, un genetista, una designer di abbigliamento sportivo, un agronomo,una linguista (italiano - giapponese, hai detto nulla), una impiegata amministrativa, un'insegnante di francese,un'avvocatessa e mia mamma. Non sara' un caso che la meta' di questi ha radici sicule (l'agronomo e' di reggio calabria ma lo conto gastronomicamente siculo lo stesso). Insieme alle ricette arrivano anche quelle battute che mi rendono allegra: li tengo informati sul procedere della situazione e sui risultati finali. Mentre sudo e spignatto, bado la Viatrix, pulisco, affetto e trito, mi pare di avere la loro virtuale presenza a fare il tifo per me. O perlomeno, mi fa sentir bene e tenere duro, fino allo sfornamento finale, il fatto che qualcuno nel mondo sa che sto facendo tutto questo sbattimento!
La Viatrix in procinto di spezzettare un altro milione di coriandoli
ENG - Guess who's coming to dinner?In my daily life as an overqualified expat housewife, we have often acquaintances of the Senator passing by Geneva coming to dinner: as every person has a world within, to have guests means to discover different topics and new stories. Considering that I spend my normal day alone with the Viatrix from 8am to 7 pm, I am always ready to cook for someone who brings a good conversation at my table.
Usually I have twenty four or even forty heights hours to
- tidy up the our flat, keeping on,to pick up the crumbles of paper that the Viatrix makes and disseminates on the floor from the dawn til the sunset, until the minute the visitor will finally buzz:
- choose what to cook, or at least what NOT to cook: I've instructed the Senator to ask, at the moment of making the appointment, if there are any food allergies,or other caveat such as I - am - not - eating - meat or , I - don't - like - fish, faith of religion (just to avoid pork or to cook meat on Fridays): the mother of all the challenges it has been to cook for the Indian colleague and his wife, without using meat, fish and eggs. Then I gather all these info in a little phone book,( those notepads that we were using to write down the phone numbers of people before mobile phones came and contacts were memorized inside them), uder the name of the guest, so next time i'll check about it without need to ask again. Later, I will also write what did I cook for the guest, to avoid to cook the same stuff next time.
- do the food shopping, going by walk with the Viatrix in the stroller to the closest supermarket. 1300 mt of road without pavement and, moreover, without the shadow of a single tree. Anyway, if the supermarket would make home delivery, the outward journey would be simply a walk. The problem is coming back home, when I get on the road with my backpack full of all kinds of goods,with a stroller loaded with bags hanging from the handles, the heaviest stuff in the basket under the seat of the Viatrix and the hood of the stroller fold back so I can still use it as an extra case (usually to bring the baguettes). Maybe because with all this equipment I look like an hybrid footwheels machine and in winter I even puff little clouds of breathe, I don't feel just plain silly but also a bit of an hero.
- to cook and prepare the table, taking care of my daughter at the same time.
Explained like this, it seems a feasible procedure. Then itt happens that the Senator calls me at lunch and ask to organize a dinner with a guest for the same evening: the guy has a visa that expires tomorrow or they moved his flight in advance, or tomorrow he'll be busy cause he has to attend an urgent meeting with all the Tops of the World, so we cannot postpone the invitation
Ninety nine percent of these times, he hits exactly that day the fridge is crying for loneliness and I decided to go to the supermarket the day after, relying on the idea of making for dinner the eggs next to the deadline and an appetizer of assorted leftovers.
Ninety nine percent of these times, the guy was 'never previously been one of my guests, so I can not even play on the informal style " we already know each other".
Ninety nine percent of these times, the guy has one of those jobs in which people are used to go around by limousine and to eat only in restaurants belonging to the Michelin firmament.
(Ninety-nine percent of these times I didn't decide just to postpone to the day after the food shopping, but also washing my hair)
So, I find myself (with my hair closed in a pony tail) with three or four hours or to do all the operations mentioned above for a not easy host to impress: these are the moments when I say that the day I will come back to wok I will feel like holidays!
All great chefs have their own secrets for cooking, I do not cook anything complicated but my secret to keeping up with concentration (not to forget things to do in between cleaning, buying and cooking) and creation (invent something good, new, decorative) is to be cheerful. To reach this state of mind and stay there (while I wash my hands a hundred thousand time passing through the shitted Huggies of the Viatrix, the sponge full of Cif to clean the bathroom sink, juggling the knife to slice the roast without slicing my fingers, chopping very moving onions and oh my god, remember to leave the final 12 minutes before the sound of the buzz for a rapid metamorphosis shower - brush - clean clothes), I do not ever start any preparation for the guest without having first called for help on my Facebook status. Number of guests, nationality, food caveats applicable, any materials already in the fridge, hours or days available, call for advise to decide about all or some of the dishes still missing in my plan.
Within a few minutes at least three or four of my friends, all good eaters and mostly excellent cooks, they run to my call giving me the most precious brainstorming. One can put names of ingredients in Google, but the answer will never have the wisdom and the practicality of a real recipe usually prepared by the people I trust: even if dont use the ideas that I collect, I keep them for the next dinner after: in any case, read the ideas of others leads me to have new ones. I think that even for my friends it has become a small tradition, gathering their inputs towards my kitchen in the village with the view o the Mont Blanc, while they are in the midst of their working days in the office, in the studio, i the lab: my cooks advisors more facebookly present are a pediatrician, a geneticist, a sportswear designer, an agronomist, a linguist (Italian - Japanese,mind you), an administrative employee, a teacher of French, a lawyer and my mom. It will not be a case that half of them has Sicilian roots (OK, the agronomist is from Reggio Calabria but gastronomically I account him as Sicilian). Along with the recipes come their jokes that make me cheerful: I keep them informed on the progress of the situation and about the final results. While I'm sweating ad panpotting* around, I keep an eye on the Viatrix, I clean, slice and chop, I feel their virtual presence cheering for me. Or at least, it makes me feel good and hold on until the final opening of the oven, the fact that somebody in the world knows I'm doing all this job!
*to panpot doesnt exists, but I couldnt find a better one to translate spignattare!