A volte è necessario uscire dal mondo dei social network, per dare più valore ai mille “mi piace” o ai retweet che usiamo per sostenere le cause che ci stanno a cuore. Andare dove ancora la nostra civiltà non è arrivata, dove non esistono leggi né connessioni wifi, dove i cantautori non ci sono e meno che mai si impegnano. Dove la macchina di google street view fatica ad arrivare. Sono i luoghi in cui capire chi siamo e dove andiamo, dove i bambini giocano in mezzo alla polvere finché hanno la forza di correre dietro al pallone.
Sono soli questi bambini. Anche quando sono insieme. Non hanno pro evolution soccer, non hanno disney channel, a volte non hanno neanche la corrente elettrica. Vivono in uno dei posti più arretrati del mondo, Ammeto, un sobborgo appena al di fuori dell’occidente civilizzato. Vi si arriva dalla rotonda della barca, dopo aver travalicato il Fossatone, un rigagnolo che segna un confine ancora più netto di quello che fu il muro di Berlino. Non c’è niente qui, la gente vive con meno di un dollaro al giorno. Spesso i dollari non vengono neanche accettati, anzi respinti in malo modo, dal barista Osvaldo o dall’alimentari che spaccia pizzette al pomodoro.
Il campetto del prete
Non hanno speranze questi bambini. Non conoscono il benessere, sanno a malapena leggere giornali che tanto non arrivano. Non sanno chi sia Messi, il loro sogno è di diventare come Persichetto, indiscusso bomber del campetto del prete, giocava in mocassini e segnava in rovesciata. Una leggenda da queste parti. Un viaggio ad Ammeto farebbe bene a tanta gente, una meta di sicuro diversa dal solito turismo. Niente villaggi, niente attrazioni, ma molto più esotico di posti visti e rivisti quali la polinesia o l’africa. Arrivarci è facile. Superstrada Orte-Ravenna, uscita Collepepe, prendere verso Marsciano, quindi arrivati alla rotonda della barca, girare a sinistra. C’è anche il treno, ma è sconsigliato ai deboli di cuore.