Titolo originale: Resident Evil
Durata: 100 minuti
Genere: Horror
Nazionalità: Americana
Regista: Paul W.S.Anderson
Anno: 2002
Attori principali: Milla Jovovich, Michelle Rodriguez, Eric Mabius, James Purefoy, Martin Crewes
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Dopo la pausa presa con la recensione di Resident Evil 4, era il momento di continuare questa rassegna andando stavolta sul lato cinematografico, dove, lo ricordo per chi se lo fosse perso, la regina indiscussa è sempre lei, Milla Jovovich.
Prima di tutto c’è da dire una cosa importante: i film della saga di RE non seguono la trama descritta nei videogame, non completamente perlomeno. In tutte le pellicole sono presenti elementi ricorrenti e citazioni come pioggia ma chi al tempo si aspettava un arricchimento del plot narrativo è rimasto deluso.
Che poi, se vogliamo, questo primo capitolo è forse quello che più si incastra in tutto il contesto.
Ma andiamo con ordine.
Il gruppo fa il suo ingresso all’interno di un complesso sotterraneo celato al di sotto di Raccon City, l’Alveare, di proprietà dell’Umbrella Corporation, in cui vengono effettuati esperimenti su un misterioso T-Virus. Pare che un sistema di emergenza abbia sigillato l’intero complesso per evitare la fuoriuscita di un agente biologico.
Ovviamente, chiunque si trovava al suo interno al momento della chiusura, è stato terminato.
L’Alverare sarà la location dell’intera pellicola e i giocatori più scafati riconosceranno alcune delle zone che è possibile visitare nei primi tre giochi, anche se come ho detto gli eventi, per quanto cerchino di ripercorrere il sentiero già tracciato, ne disegnano un percorso nuovo.
Il film, lo dico subito così non mi venite a frantumare dopo, mi è piaciuto. E nemmeno poco.
Certo, è caciarone, non segue la trama, non va dove ci si aspetta e se ne fotte, ma diverte, ci sono gli zombie (quelli veri) ed è Resident Evil.
E tanto basta da queste parti.
I personaggi sono discretamente credibili e la trama si evolve fin da subito con una delle scelte migliori che un regista possa mai fare: dimezzare il cast in una sola sequenza che dura al massimo tre minuti. Da lì in poi è tutto un correre, sanguinare e sperare di non essere morsi da una bocca poco rassicurante.
Milla è al top. Sferra calci e pugni come non ci fosse un domani e quando riesce a impugnare una pistola allora sono cazzi per tutti.
Promossa a pieni voti.
E poi c’è lei, Michelle Rodriguez, che solo quando la vedi pensi alla cazzuttagine.
Inutile, è cazzuta anche come zombie!
Insomma, è Resident Evil?
Ovviamente sì, anche se i puristi della saga videoludica storceranno il naso.
Anderson però sembra fregarsene di quello che i fan avrebbero voluto e confeziona uno zombie-movie in piena regola, più incline all’action che all’horror puro. Ma ci sta e si incastra bene nel contesto futurista che poi è alla base di tutta la saga.
Gli zombie sono ben fatti, il loro comportamento è quello che ci si aspetta e non abili atleti che corrono e saltano come grilli impazziti. La loro forza è il numero, e l’ovvia impossibilità di morire se non con un colpo ben assestato al solito cervello.
A far da compagnia ai nostri deambulanti ritroviamo l’intero comparto di creature ormai note: cani zombie, i micidiali Lickers e, ovviamente, non può mancare il Tyrant finale, questo ripreso quasi pari passo dal finale di Resident Evil 2.
Nel finale, aperto e che da il la al secondo capitolo cinematografico, vediamo Milla riprendere i sensi all’interno di una struttura medica e, dopo una breve sequenza, emerge in una Raccon City ormai devastata, in cui i vivi non sono più i padroni indiscussi.
E noi gioiamo quando la vediamo imbracciare lo shotgun e assumere quell’espressione che sembra dire “avanti, sono pronta!”.
E mo’ so volatili per diabetici…
In conclusione il voto è più che positivo. Alcuni passaggi sono forse un po’ troppo forzati e almeno due dei personaggi secondari risultano pressoché inutili. Ma nulla che possa rovinare la visione di questo film che promette divertimento e sangue in tipico stile Resident Evil.