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Resident Evil Outbreak 1-2

Creato il 26 novembre 2013 da Narratore @Narratore74

Resident_Evil_Outbreak_Ps2Resident_Evil_Outbreak_2_Ps2Con questo articolo mi prenderò una pausa dall’ambito videoludistico di questa saga. L’idea di fondo era di parlare di tutto l’universo di Resident Evil, non solo i videogames, quindi visto che con oggi chiudiamo un cerchio, prima di avventurarci nel mondo di nuova generazione dato dagli episodi successivi, vedremo come è evoluta la serie sul fronte cinematografico.

Ma oggi parliamo di Resident Evil Outbreak, o meglio, di entrambi i capitoli, essendo fra loro talmente simili che non servirebbero due recensioni separate.

 

Un bel cast, non c'è che dire...

Un bel cast, non c’è che dire…

Esperimento ideato dalla Capcom quando il gioco online era ancora agli inizi, per quanto riguarda le consolle, e c’è da dire che, al di fuori della realizzazione stessa del gioco, l’esperimento non fu dei migliori.
Il concetto era semplice: si sceglieva un personaggio fra i dieci a disposizione, ognuno di essi con abilità specifiche e competenze uniche, poi si dava il via alla partita, assieme ad altri tre compagni, cercando la via di fuggire da Raccon City prima che questa venga spazzata via dal missile.
Di base, la struttura non era malvagia. La grafica ricorda molto quella del secondo e terzo capitolo, migliorata con un motore grafico adatto alla Ps2. anche la gestione dei vari personaggi, e delle loro abilità, possedeva sfaccettature interessanti.
Poter scassinare una porta con i nostri attrezzi mentre un nostro amico teneva a bada alcuni zombi. Contemporaneamente un altro poteva curare un personaggio o cercare di raccogliere materiale dalla stanza prima di andarsene. Se si veniva feriti, un altro personaggio poteva accorrere in nostro aiuto, curandoci o anche sorreggendoci e facilitandoci la fuga. Tutti presupposti che avrebbero dovuto far gridare di gioia ogni appassionato che si rispetti.

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Il tutto veniva gestito attraverso un semplice sistema di chat preimpostate, in cui era possibile chiamare a raccolta i nostri compagni, proporre uno scambio, aiutare o chiedere a qualcuno di aspettare. Ma il sistema, per quanto funzionasse in parte nella modalità online, diventava inutilizzabile qualora cercassimo di giocare da soli, trasformando il divertimento in frustrazione.
Senza considerare che il gioco aveva una componente temporale martellante (ogni personaggio iniziava la partita già infettato e bisognava arrivare alla fine prima di diventare noi stessi zombie) e che durante il gioco non era possibile mettere in pausa per consultare il menù, ma il tutto avveniva in tempo reale, complicando le già di per se difficili sequenze.

Fuggire in gruppo invece che da soli, è più bello... o no?

Fuggire in gruppo invece che da soli, è più bello… o no?

Cos’è che non ha funzionato?
Be’, forse è esagerato parlare di insuccesso, ma di certo i due capitoli (il primo, soprattutto) non godono di grande amore nel mondo videoludico.
Come dicevo, il primo episodio soffre della mancanza della modalità online, almeno per quel che riguarda l’Europa e l’Australia, fattore che ne ha pregiudicato la diffusione, mentre entrambi sono portatori di un difetto talmente grosso da risultare impossibile passarci sopra.
Infatti, la modalità di gioco online, non è esclusiva, visto che era possibile giocare anche offline inserendo altri tre personaggi nella partita, gestiti dall’IA del gioco. IA che si dimostra non all’altezza della complessità del gioco, spesso finendo per lanciare questi poveracci allo sbaraglio per poi riuscire a riotrovarli dopo svariati minuti ormai morenti o peggio.
E il fatto che raccogliessero qualsiasi cosa, indiscriminatamente, sbilanciando di fatto il rapporto fra armi e oggetti curativi, non fa altro che peggiorare la situazione.
Terminando il gioco era possibile sbloccare nuovi costumi, personaggi segreti (il mitico alieno!) e musiche e filmati, ma la fatica per arrivare a certi traguardi era decisamente superiore alla soddisfazione, impedendo una rigiocabilità necessaria a questo genere di giochi

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Si salva qualcosa?
Sì, ovviamente, sopra tutto il comparto sonoro e visivo, decisamente all’altezza delle aspettative e ricco di momenti davvero alti.
Ma questo da solo non basta a sollevare dalla polvere un gioco che avrebbe potuto diventare un capostipite del suo genere.

Davvero un gran peccato…


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