” Ressentiment ” è una parola francese (che corrisponde sostanzialmente al nostro “risentimento”) utilizzata nelle scienze umane, filosofia, storia, sociologia e psicologia.
Nel contesto predetto, ressentiment indica un senso di risentimento ed ostilità rivolto contro quello che ciascuno identifica quale causa della propria frustrazione, e pertanto un’attribuzione di biasimo (ad un soggetto esterno, surrettiziamente additato quale “colpevole”) per la propria frustrazione. Il senso di debolezza o inferiorità e forse di invidia nel prospettarsi predetta “causa” (impersonificata) fa nascere un sistema di valori rifiutante/giustificante, o moralità, che attacca o confuta/rimuove la fonte percepita della frustrazione del soggetto. L’ego crea un nemico, per isolarsi dal senso di colpa.
(Fonte Wikipedia)
Ai rancorosi si riferì Nietzsche in alcune sue opere per individuare i cosiddetti schiavi, le persone cioè intimamente non libere, né forti, né indipendenti nel loro carattere, dalla personalità viscida e inaffidabile e condizionate dalla propria incolmabile ed insuperabile frustrazione ed invidia per il prossimo.
Una categoria assolutamente detestabile, che putroppo alligna anche nel web.
Provate ad esaminare bene i tratti distintivi del comportamento di vostri conoscenti o dei sedicenri amici e vedrete che tipi di questo genere non mancano, ma anzi sono piuttosto frequenti.
E’ bene individuarli per tenersene alla larga.
La loro frequentazione è dannosa per la nostra tranquillità e non porta nulla di positivo.
Come la gramigna, anche questi piccoli rappresentanti del male vanno rimossi o almeno coperti d’indifferenza (che rimane pur sempre, a nostro avviso, la miglior forma di disprezzo).