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"restiamo umani", nonostante tutto. dedicato a vittorio arrigoni
Creato il 15 aprile 2011 da Alessandro @AleTrasforini"Restiamo umani è l'adagio con cui firmavo i miei pezzi per il Manifesto e per il blog; è un invito a ricordarsi della natura dell'uomo. Io non credo nei confini, nelle barriere e nelle bandiere.
Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, ad una stessa famiglia che è la famiglia umana. [...] Trascorrevamo le nostre notti prestando il nostro supporto sulle ambulanze e di giorno cercavamo, in maniera molto difficoltosa, dei punti internet dove riuscire a trascrivere e mandare in Italia e all'estero ciò di cui quotidianamente eravamo testimoni: una strage di masse di civili. [...]
Credo che ci siano diversi tipi di Resistenza: c'è una resistenza armata che da queste parti non è stata molto efficace nel cercare di arrestare l'avanzata dell'esercito israeliano [...]e c'è un'altra resistenza, una resistenza civile portata avanti, anche in questi giorni, dai contadini e dai pescatori di Gaza. [...] Durante il massacro, la prima forma di resistenza civile era rappresentata proprio dai paramedici che [...] io li considero i primi eroi di questo massacro, perchè sapevano benissimo i rischi a cui andavano incontro.
Altri eroi subito dopo sono i giornalisti, perchè anch'essi erano considerati obiettivi . [...]"
Questa è qualche riga proveniente da un'intervista video che tenne, qualche tempo fa, l'Eroe Vittorio Arrigoni.
Dal suo profilo Facebook si definiva lavoratore per vocazione presso International Solidarity Movement.
E così è stato, fino all'ultimo anelito di vita.
La sua pagina riporta una citazione splendida, riportata nel seguito:
"Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere con profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto." (Henry David Thoreau)
Nel suo punto di morte si sarà accorto di essere vissuto davvero?
E' stato forse l'eccezione che conferma la regola?
Sono convito che sia così, anche se il midollo della vita gli è stato strappato via con troppa forza.
Il suo sito riportava, all'incipit di pagina, parte delle cause che ne hanno mosso le azioni e la vita:
"Guerriglia alla prigionia dell'Informazione. Contro la corruzione dell'industria mediatica, il bigottismo dei ceti medi, l'imperdonabile assopimento della coscienza civile. La brama di Verità prima di ogni anelito, l'abrasiva denuncia, verso la dissoluzione di ogni soluzione precostituita, L'infanticidio di ogni certezza indotta. La polvere nera della coercizione entro le narici di una crisi di rigetto. L'abbuffata di un pasto nudo, crudo amaro quanto basta per non poter esser digerito."
(da http://guerrillaradio.iobloggo.com/)
Sempre dal suo sito si ritrova un indizio di diagnosi su un male troppo comune, che affligge troppo in grande l'uomo moderno:
"Il tumore si propaga, trova terreno fertile nell'ignoranza, nella presupponenza. Pretendiamo di andare a innescare l'orrore della guerra in Afghanistan, poi in Iraq chiudendo gli occhi sulla tragedia della Palestina (che crepino pure questi porci di musulmani) e poi partire belli tonti e beati sicuri di esser al sicuro in paradisi artificiali egiziani.Qualcuno dovrebbe scrivercelo, sui deplians turistici che anche se non così non pare, l'artificiale Sharm el-Sheick si trova in Egitto, e l'Egitto confina con Gaza."
(da http://guerrillaradio.iobloggo.com/)
Presi da millemila voglie di viaggiare in prima, spesso ci dimentichiamo del cattivissimo odore che invade e pervade questo mondo distrutto. Persone come Vittorio Arrigoni sono, forse, condannate a morire da eroi.
Ci sarà, forse, una qualche legge naturale che non conosciamo a far terminare così le esistenze di certi lottatori per fare arrivare messaggi importanti all'umanità intera?
Eroi di questa portata servono a farci ricredere su certi assurdi paradossi, questioni che troppo spesso perdiamo di vista strada facendo.
Sia mai che non ci accorgeremmo troppo tardi di non aver vissuto mai, senza bisogno d'avere saggezza e profondità per cercare di succhiare il midollo della vita.
Questa stessa anima nuda è la sola cosa che potrebbe permetterci di rimanere umani, di non perdere di vista quel prossimo che sembra nascondersi a noi così tremendamente bene.
Di seguito qualche frammento proveniente da un'intervista fatta alla madre:
"[...]Io e Vittorio eravamo molto uniti come idee, obiettivi e ideali, sono molto orgogliosa di lui, è sempre stato così. [...] D: Cosa si sentirebbe di dire a tutte le persone che come Vittorio dedicano la loro vita agli altri e alla pace? R: Direi loro di non perdere mai il coraggio e di avere come obiettivo non la propria realizzazione personale ma lavorare per gli altri, soprattutto per i più sfortunati come faceva Vittorio. [...]Lui non ha mai frequentato i potenti, i palazzi di Hamas, ma viveva a contatto con la gente in un due localini di un condominio che guardava sul porto. [...] Ripeteva sempre: restiamo umani anche nei momenti più difficili [...] e io alle volte gli chiedevo: come si fa a restare umani in certi momenti? E lui rispondeva: perche' nonostante tutto l'umanità deve esserci sempre dentro di noi e dobbiamo portarla agli altri. E' sempre stato così, da quando ha finito la maturità ha cominciato ad andare in paesi diversi.[...] In Israele e Palestina è arrivato nel 2002 quasi casualmente, mi diceva: 'Sono entrato dal Damasco Gate, sono arrivato a Gerusalemme Est e sono rimasto quasi folgorato. In quel momento ha capito [...] che il suo lavoro si sarebbe concentrato nella Palestina".
(da www.ansa.it)
Restiamo umani, dunque.
Nonostante tutto e tutti.
Solo così, forse, potrà sentirsi ancora vivo.
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