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Revolution

Creato il 23 gennaio 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Un black-out di proporzioni bibliche

Siamo di fronte ad un potenziale cult come ad un provvidenziale flop quando si parla di Revolution. La serie che dallo scorso settembre imperversa sugli schermi della NBC e dall’12 Gennaio viene trasmessa sulle frequenze di Mediaset Premium qui in Italia, non è riuscita ancora a convincere del tutto il pubblico nonostante ha alle spalle due menti telefile di grande importanza. Creata da Eric Kripke quel genietto che ha dato i natali alla serie Supernatural, e prodotta dal re Mida della serialità JJ Abrams, Revolution essenzialmente è un family drama dalla tinte sci-fi ambientato in un modo post apocalittico. L’idea di base è piuttosto interessante, però l’intera vicenda non ha ancora fatto il vero salto di qualità, per diventare un cult.
A seguito di un misterioso evento, la Terra si ritrova senza energia elettrica e per di più, tutti i dispositivi elettrici risultano inutilizzabili. Quindici anni dopo il mondo è quindi radicalmente cambiato: le tradizionali forme di governo locali e nazionali sono un lontano ricordo e la società riscopre forme di organizzazione precedenti alla prima rivoluzione industriale. In tale scenario, le persone si ritrovano costrette a lottare quotidianamente per sopravvivere cercando di sfruttare al meglio le proprie abilità, fisiche o intellettuali che siano, cercando nel frattempo di capire cosa abbia determinato la rivoluzione in cui si sono loro malgrado ritrovati. Tra loro vi è Charlie Matheson, una ragazza il cui padre, per non chiari motivi, viene ucciso e il fratello Danny rapito dagli uomini della milizia che controlla il territorio in cui vivono. Charlie si vedrà costretta quindi a intraprendere un viaggio per trovare lo zio Miles, anche lui ricercato dalla milizia e mai conosciuto prima, sperando con il suo aiuto di poter ritrovare Danny e capire il perché la milizia abbia tentato di arrestare il padre e lo zio.
Nonostante però le buone intenzioni, Revolution risulta essere una serie che non vive di luce propria. Cercando ancora di emulare il successo di Lost e quindi creare una serie che sia il suo degno erede, JJ Abramas, si ritrova a confezionare uno show dalla caratteriste molto usuali che regalano pochi guizzi e qualche sbadiglio. L’impegno da parte di tutti gli attori c’è per rendere il tutto più interessante, ma alla luce dei dieci episodi fino ad ora trasmessi, Revolution rimane una serie piuttosto anonima. Impreziosita con molti moralismi, la serie gioca con il pubblico regalando una miscela di buona sentimenti conditi con una buona dose di mistero che però non arriva dritto al cuore. Partito sotto il più pessimo auspicio, Revolution almeno negli States, si sta guadagnando la sopravvivenza, riuscendo a vincere su altre serie flop trasmesse qualche anno come The Event e Flashforward. Qui in Italia non sappiamo quale sarà l’accoglienza, ma secondo il mio punto di vista Revolution è una serie che solo con il tempo potrebbe veramente regalare emozione e ad assurgere a qualcosa di ben più grandioso. Per ora il mio giudizio non è positivo, sperando che il prossimo Marzo quando la serie tornerà con i restanti 10 episodi, potrà trovare la sua retta via.

di Carlo Lanna


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