Magazine Diario personale

Rhinovirus e musica

Da Ivy

ivyphoenix

  

God bless us every one – We’re a broken people living under loaded gun – Ferma da un paio di giorni, niente di grave: raffreddore, febbre e tosse. Sono uscita indossando abiti estivi la mattina, e dopo essermi presa pioggia, bora e calo delle temperature, la sera tremavo e starnutivo. Niente lettura perché la febbre infastidisce la vista, unica possibilità di svago ascoltare musica mentre costruisco pensieri. Non ho gusti raffinati e la musica commerciale mi va più che bene per l’uso che ne faccio.

And it can’t be outfought – It can’t be outdone – It can’t be out matched – It can’t be outrun – No – Da adolescente a volte, stavo nella mia camera con la musica a tutto volume ad ascoltare sempre la stessa canzone. “Ma non è normale fare così!” blaterava mia madre che trovava non normale qualsiasi cosa non facesse anche lei. Pensavo non comprendesse perché non era più una ragazzina, ma ora che mi trovo io ad essere genitore vedo che uso la musica alla stessa maniera di allora. Ciò che rilassa è fare attenzione anche, anzi, soprattutto al testo. Le parole sono strumenti che contengono pensiero in potenza inaudita. Si può usare il testo di una canzone come una pista di lancio per far decollare pensieri alla ricerca di altri pensieri. Ogni volta, ogni ennesima volta che la si riascolta, le parole dicono altro, si fanno più diafane, finché riesci ad attraversarle e oltre ci sono concetti tanto indefiniti quanto nuovi. Il testo originale della canzone lo consideri come un proclama in codice, una poesia ermetica, dei versi eraclitei da cui trarre tutto il senso nascosto di cui sei capace. La canzone più commerciale può essere riadattata con circonvoluzioni mentali cosicché la meditazione che può scaturire sulle frasi è sempre nuova. Quanto è misero il linguaggio in confronto a tutte le idee che lo potrebbero usare.

God save us everyone – will we burn inside the fires of a thousand suns -Il ritmo sveglia la concentrazione e si risalisce dalle parole ai concetti sempre più metafisici; è una ricerca del sublime nascosto nei nomi. Ci sono parole che sembrano solo quelle e invece cogliendole in altri modi ti offrono la facoltà di captare cose nuove. Sto ascoltando la canzone, non devo comunicare con altri, non c’è la necessità di adoperare il significato abitudinario delle parole per farmi capire. Ti stacchi dal semplice testo della canzone. Il ritmo tiene sveglia la concentrazione, pensieri e forze diventano più attivi e possono trattenere più idee e sistemi mentali contemporaneamente. Riascolti ancora le stesse parole ottenendo un livello di significato sempre più alto, con la sensazione dell’appagamento dell’intelligenza. Non sei più legata al testo della canzone, ora mediti sulle cose che interessano a te e le parole iniziali hanno fatto solo da trampolino per farti raggiungere più in fretta quello che ti interessava. Puoi anche togliere l’audio, ormai nel silenzio più totale riesci a sentire la musica che stavolta proviene dal tuo cervello e ripeti le parole che ormai conosci a memoria, ma usandone i significati nel più incredibile dei modi.

for the sins of our hand – the sins of our tongue – the sins of our father – the sins of our young- no -non sarà il massimo come passatempo, ma le giornate con l’influenza passano meglio così

:)
e domani si ricomincia al ritmo normale.

 


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