C'è una scena del film "Le ali della libertà" dove Morgan Freeman, che interpreta il ruolo di un ergastolano, di fronte alla commissione per la libertà vigilata lascia da parte i luoghi comuni e le frasi scontate, che nelle occasioni precedenti non erano servite a nulla, e stanco di recitare la parte del galeotto modello si lascia andare, dicendo quello che davvero ha nel cuore, perché sa bene di non aver più niente da perdere. Così quando il presidente della commissione gli chiede se dopo tanti anni di galera si sente "riabilitato" Red gli risponde: " Non passa un solo giorno senza che io non provi rimorso, non perché sono chiuso qui dentro o perché voi pensate che dovrei. Mi guardo indietro e rivedo com'ero allora, un giovane stupido ragazzo che ha commesso un crimine orribile, vorrei parlare con lui, vorrei cercare di farlo ragionare, spiegargli come stanno le cose, ma non posso, quel ragazzo se n'è andato da tanto e questo vecchio è tutto quello che rimane e nessuno può farci niente. [...]".
Sono giorni che ho in testa questa scena di quel meraviglioso film, perché proprio oggi arriva a scadenza la mia pena. Non è stata certo paragonabile a quella del buon Red, ma anche il cuore ha insormontabili pareti da scalare. Sono pronto per ricominciare, un assaggio di come potrebbe essere l'ho già avuto, ma adesso è proprio ora di affrancarmi dalle catene che ancora mi tengono legato al passato. Ho pareggiato i conti o quanto meno ci ho provato. È (stata) dura, ma almeno adesso ho preso coscienza di una sensibilità che prima non avevo. Mi è costato tanto scoprirla, ma la vita, purtroppo, sovente scombussola i nostri piani. Adesso però devo guardare avanti. Prendere coscienza di quanto ho fatto è stato solo il primo passo verso una "redenzione" che spero di raggiungere quanto prima, anche se (tanto per restare in ambito cinematografico) " per quanto possiamo crescere e cambiare dobbiamo sempre fare i conti con i fantasmi del nostro passato e pagare per il male che abbiamo arrecato ".
Ci sarebbe da scrivere dell'altro ed in effetti l'ho fatto, ma così come un anno fa lo terrò per me. Intanto io resto fermo qui, immobile, ma non imperturbabile, come allo scorrere d'una realtà ormai inevitabile, per sfuggire alla quale posso solo ingrigirmi in un silenzioso respirar quotidiano.
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