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Ricchezza o "Monnezza"

Creato il 24 ottobre 2011 da Mark
Ricchezza o
Dall’ultimo post non avevo davvero argomenti su cui ragionare. Trascinato da mille cose, non sono riuscito a trovare sia il tempo sia argomenti, probabilmente validi, per essere discussi e trattati.Forse, non avrei dovuto scrivere nulla, ma rileggendo alcuni blog strapieni di consigli su come mandare al meglio quest’ultimo, devo essere sincero con voi, mi sono sentito una pippa. “ I 10 consigli più utili per avere successo con il proprio blog!! “ e ancora “ sei sicuro di quello che stai facendo? Hai già un’idea ben chiara di cosa parlare? Forse è meglio che metti tutto per iscritto, ti aiuterà….”Bene, queste erano le prime frasi in prima pagina se cercavi su google le parole “ migliorare il proprio blog”.  Gente probabilmente con una scienza infusa, riesce a dare dei pareri sostanzialmente utili per la maggior parte degli utenti, per me, invece, diventano un calderone di notizie con poca risonanza .
Cosa volete ottenere dal vostro blog? È un diario personale? Oppure un blog professionale dove parlate del vostro lavoro? Volete che il vostro blog diventi la vetrina dove mostrare a tutti qualcosa in cui siete brave o che vi piace fare e magari trasformarlo in qualcosa di più? Volete guadagnare quello che vi basta per pagarvi l’hosting ogni anno oppure per comprarvi dieci paia di scarpe nuove nei prossimi dieci mesi?”. Continuo a essere sincero, non ho mai pensato niente di tutto questo. Lungi da me l’idea del guadagno, non sia mai. A parte che mi hanno disattivato l’account adsense senza un reale motivo, quindi, anche se volessi non saprei come guadagnare; forse con gentili donazioni da parte di un generoso spendaccione di passaggio, ma verrebbero restituiti con dovuti interessi. I famosi diari di una volta, dove si scriveva di getto, per uno sfogo personale o solo col desiderio di riaprire un giorno quelle pagine e ricordare quei momenti oramai lontani da noi.Chi di voi si ricorda, quella serie televisiva andata in onda durante la metà degli anni novanta, dove si raccontava l’adolescenza di Indiana Jones, il famoso archeologo. Ebbene, durante uno di questi episodi, il padre di “Indi” (diminutivo vezzeggiato di Indiana Jones), regalò al figlio un diario. Pagine completamente bianche, rilegate da una copertina rigida, incisa di un arancio andante sul castano.Il diario, per il protagonista, diventò una valvola di sfogo, un confidente mai noioso delle sue avventure, un raccoglitore di ricordi dove il più piccolo e insignificante appunto diventava importante ai fini della storia. Mi è rimasto impresso questo riferimento cinematografico, poiché l’idea di poter conservare qualcosa e allo stesso tempo tramandare una memoria, mi faceva sognare come il piccolo “indi” sopra le piramidi egizie o in africa tra gli impala, disegnati a dovere in una delle pagine del diario.Questo per dirvi che, se pagine scritte a mano su un diario potevano essere così rivelanti per lui stesso, adesso che tutto quello che scrivi può diventare ricchezza o “monnezza” per molti, non è una cattiva idea. Niente manie di protagonismo solo passione per ciò che si fa e su ciò che si crede. Dare una spiegazione sul perché ho voluto dedicare del tempo a un progetto del genere, probabilmente del tutto confuso senza alcun’ordine negli argomenti, potrebbe essere interpretato come un’incertezza in ciò che si sta cercando di fare. È anche vero, che seguire un progetto ben preciso non è poi del tutto sbagliato. I fashion blogger ad esempio,  i modaioli per eccellenza,  stanno avendo un enorme successo, perché il loro unico e solo pensiero è quello di farsi più foto possibile, indossando ogni giorno un outfit diverso. Sicuramente non potrebbero parlare mai di politica o problemi che riguardano il sociale. Il loro “problema del giorno” sarà soltanto quello di cosa potrebbero mai mettere per poi mostrarlo.Ovviamente, non esistono soltanto i fashion blogger ma anche molti altri che trattano di computer, attualità, gossip, ognuno di loro si ritiene un esperto in qualcosa. Bene, io non mi sento di appartenere a nessuna di queste categoria.  Da questo si sovviene che l’idea di “Pippaman” permane ma la mia passione per la scrittura aumenta in proporzione. È la sola molla che mi convince di postare ogni settimana un pensiero, un’idea, un’opinione, forse per molti poco interessante o scritta male e coi piedi, ma è quello che il momento m' ispira. Giornalisticamente parlando, è essere cronista di ciò che senti e vivi. Punti di vista, considerazioni, semplici accortezze su ciò che ci circonda. Aspiro a una carriera giornalistica, penso che si fosse capito abbastanza bene, oltre che ad una radiofonica…. ma questa è tutta un’altra storia.
Ricchezza o

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