Giacca, direttore Icgeb, la fuga dei cervelli è normale. Il problema da noi è la difficoltà a tornare
Trieste, 30 mag – Una “palestra di scienziati”, un centro di formazione che mette in rete Italia, India e Africa allungando una mano ai paesi in via di sviluppo. E’ il Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie (Icgeb) di Trieste che vanta 25 anni di attività all’interno del Sistema delle Nazioni Unite quale Centro di eccellenza internazionale con tre quarti degli scienziati che hanno meno di 35 anni con laurea o dottorato.
“Le attività di formazione del Centro – ha spiegato Mauro Giacca, direttore della sede italiana dell’Icgeb, in occasione del congresso “Frontiers in Cardiac and Vascular Regeneration” che prende il via oggi a Trieste – si svolgono mediante il conferimento di borse di studio della durata di due o tre anni (che consentono a ricercatori di tutti i paesi di lavorare presso i laboratori di Trieste, New Delhi e Cape Town) mediante l’organizzazione di un corso internazionale di dottorato di ricerca per giovani laureati italiani e stranieri’’. Ed è così che dopo il dottorato i ragazzi sono pronti per un postdoc all’estero, o viceversa arrivando dall’estero nelle tre sedi proprio per continuare la loro formazione. “Il problema in Italia – ha aggiunto Giacca – non è la fuga di cervelli: per un ricercatore è normale fare un’esperienza all’estero. Da noi si formano per 3-4 anni, poi devono continuare a farsi le ossa fuori, quello che non è normale è che questi ragazzi poi non riescono piu’ a tornare”. Viceversa, se un ragazzo arriva da noi da un paese in via di sviluppo dopo la sua esperienza nel centro ‘’cerchiamo di finanziare la sua ricerca concedendo un finanziamento di 15-20mila dollari l’anno per fare in modo che cresca nel suo paese’’.
In questo senso, l’Icgeb contribuisce a rafforzare la vocazione dell’Italia alla cooperazione scientifica internazionale e rafforza il ruolo di cerniera della città di Trieste, situata all’incrocio tra gli assi di interazione Nord-Sud e Est-Ovest. Il Centro, infatti, ubicato a Trieste, a New Delhi (India) e a Cape Town (Sud Africa), crea una rete interattiva con i propri Centri Affiliati presenti negli Stati Membri (61). Lo scopo è di aiutare i paesi in via di sviluppo a gestire autonomamente l’applicazione di nuove tecnologie in campi di primaria importanza come la ricerca biomedica, la nutrizione, lo sviluppo industriale di prodotti ad alto valore aggiunto, la protezione ambientale e il risparmio energetico. Tra le aree maggiori di ricerca del centro di Trieste compare l’Hiv, per riuscire a trovare farmaci per l’eradicazione del virus; il Rotavirus che causa diarree mortali nei paesi in via di sviluppo; l’Hpv per capire i meccanismi che portano dall’infezione all’insorgere del tumore. E ancora: la ricerca di base legata alla biologia, la ricerca sulle malattie cardiovascolari, prima causa di morte nel mondo con oltre 17 milioni di vittime, e la produzione di tecnologie per ottenere farmaci a basso costo dedicati ai paesi del terzo mondo.
“L’obiettivo, dunque, – ha detto ancora il direttore del Centro triestino – è quello di aiutare lo sviluppo dei paesi piu’ poveri grazie a soluzioni ad alto contenuto tecnologico attraverso la formazione di scienziati che arrivano da noi’’. Per esempio ‘’puo’ accadere che in un centro estero hanno delle macchine potentissime al livello tecnologico ma magari non sanno come usarle’’. In questo senso si inserisce l’attività dell’Icgeb. Un’attività che conta 210 persone a Trieste, 300 a New Delhi e 60 a Cape Town e che puo’ contare su fondi per 17.500.000 di euro annui per tutti e tre i centri per finanziare la ricerca ai Paesi in via di sviluppo.
Grazie ai fondi e all’attività di ricerca in oltre 20 anni (dal 1987 al 2011) hanno visto la luce 2.300 pubblicazioni in riviste scientifiche internazionali, 750 borse di studio per giovani scienziati, della durata di 3-4 anni, 60 brevetti e circa 80 accordi per il trasferimento di tecnologia all’impresa. Le attività di ricerca sono sostenute da ulteriori finanziamenti ottenuti dalla Commissione Europea, la Bill and Melinda Gates Foundation, Telethon, l’AIRC, l’Istituto Superiore di Sanità, la World AntiDoping Association, la Wellcome Trust, il MIUR, oltre a varie Fondazioni Bancarie ed altri. Negli ultimi 10 anni, l’ICGEB di Trieste ha ricevuto circa 17 milioni di euro di fondi esterni per progetti di ricerca. Altri 3,5 milioni sono stati generati da contratti con l’industria biotecnologica a livello internazionale, ed altri 7 milioni dall’attività di formazione nel campo della sicurezza degli organismi geneticamente modificati. Questi fondi vanno ad aggiungersi al budget regolare del Centro, contribuito, oltre che da altri Paesi, in maniera sostanziale dall’Italia attraverso il Ministero degli Affari Esteri.
Ricerca: Icgeb Trieste primo centro su Itunes, in 9 mesi oltre 60 mila visite
Trieste, 30 mag – E’ stato il primo centro italiano non universitario a sbarcare su ITunes raggiungendo oltre 60 mila visite nei primi nove mesi di funzionamento. Sono i numeri del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie (Icgeb) di Trieste che come le migliori università del mondo (Oxford, Cambridge, Open University, Harvard e Stanford) ha scelto di distribuire gratuitamente come filmati da iTunes U, la piattaforma digitale della Apple accessibile via internet, lezioni, meetings e corsi. Ogni anno, infatti, presso le tre sedi del Centro (Trieste, New Delhi e Cape Town) e i Centri Affiliati, vengono organizzati oltre 20 corsi teorici e pratici su tematiche all’avanguardia nella ricerca in campo biomedico e biotecnologico. Ogni anno, più di 1,200 ricercatori prendono parte a questi corsi, della durata di 1-4 settimane, tenuti da scienziati di fama internazionale, con una media di 50-60 partecipanti per corso. Corollario di questa attività di alta formazione è proprio la possibilità di generare filmati, presentazioni e podcast per la distribuzione per via telematica, gratuitamente attraverso il circuito di iTunes U.
Nella sezione Beyond Campus di iTunes U, cui l’ICGEB è il primo Centro italiano non universitario ad aver aderito, studenti e docenti possono usufruire di materiali forniti da Enti rinomati come il MoMA, la New York Public Library, National Geographic e diversi altri.
Grazie all’accordo raggiunto con iTunes U, il contenuto educativo di queste iniziative può essere accessibile a chiunque sia interessato ad uno specifico argomento. Ed è così che nei primi nove mesi di funzionamento (da luglio 2011) si sono registrati più di 60,000 visite e download dei contenuti proposti, da utenti in oltre 90 Paesi diversi. Attualmente cinque collezioni dell’ICGEB sono citati nelle migliori raccolte della iTunes U.
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