“Dopo trent’anni vissuti a Genova mi mancano i colori, gli odori e i sapori del Mediterraneo, ma in Gran Bretagna ho la certezza che il mio futuro e la mia carriera sono diretta conseguenza del mio impegno e dei miei sacrifici“: conclusione logica quella di Massimo Mentasti, 33enne ricercatore biomedico al Centre for Infections di Londra, il punto di riferimento sulle infezioni per Inghilterra e Galles.
Una laurea con lode in Biologia alle spalle, seguita da una Specializzazione medica in Microbiologia e Virologia all’Università di Genova, Massimo ottiene un co.co.co presso l’ospedale Gaslini, per la “diagnostica delle infezioni polmonari nei pazienti affetti da fibrosi cistica”. Per due anni prova a dare una svolta alla sua carriera: tenta concorsi in altre regioni, ma vede passarsi davanti “chi doveva passare”. A quel punto, la consapevolezza di avere di fronte a sé un futuro da “precario a tempo indeterminato” lo spinge a tentare il grande salto. Il primario lo “consola” con una frase che resterà indelebile nella sua memoria: “Bravo! Avessi la tua età farei lo stesso, qui non c’è niente!“. E lui riflette: “dopo nove anni di studi universitari e anni di esperienza sul campo, svegliarmi un giorno a 40 anni con un co.co.co. sarebbe stato un fallimento, per me e per la società“.
Lui oltrepassa lo Stretto della Manica: si lancia all’avventura “senza alcuna raccomandazione“, ci tiene a precisare. Si registra come Biomedical Scientist presso l’HPC, l’albo professionale britannico per le professioni sanitarie non-mediche. Poi comincia a lavorare,l passando le necessarie selezioni: prima presso un ospedale, poi come Project Scientist presso il Centre for Infections, dove è titolare di un contratto finanziato da un’agenzia europea, per l’assistenza e il training nell’ambito della diagnostica causata dalle infezioni della Legionella Pneumophila. Dallo scorso settembre, grazie alla sanità pubblica inglese (che gli copre tre quarti della retta), frequenta un Master presso la Westminster University a Londra. Dalla capitale britannica Massimo osserva l’Italia con naturale disincanto, auspicando un profondo cambiamento culturale.
Ospite della trasmissione è Giovanna Riccardi, docente di Microbiologia all’Università di Pavia e Presidente della Società Italiana di Microbiologia Generale. Con la professoressa Riccardi, già docente di Massimo, analizziamo il fenomeno del brain drain nel mondo della ricerca, sulla base della sua esperienza personale. Di chi ha visto espatriare molti propri ex-studenti. C’è un antidoto alla fuga? E se sì, quale?
Nella rubrica “Spazio Emigranti” continuiamo la nostra indagine sulle città della “Nuova Emigrazione” professionale dei giovani italiani. Facciamo tappa a Boston, dove scopriamo -insieme al console generale Giuseppe Pastorelli- un’emigrazione di élite, fatta di professionisti (soprattutto accademici) di altissimo livello.
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La discussione di questa settimana: “Giovani e co.co.co: questo contratto italiano rischia di trasformare la condizione dei nostri professionisti “under 40″ in quella di “precari a tempo indeterminato? E quali maggiori garanzie offre -normalmente- un contratto all’estero, anche se a tempo determinato, in termini salariali… ma non solo?”
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Alla prossima puntata: sabato 28 maggio, dalle 13.30 alle 13.55 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!