Mi sono chiesta molte volte perché non ho partecipato alla piazza di: "Se non ora quando?". Perché non sarebbe cambiato nulla, me la sentivo. Perché le donne hanno continuato a non contare né quantitativamente, né qualitativamente. Non ancora, non ora. Perché a decidere sono i saggi: maschi, vecchi, o tutt'al più anziani; questi i connotati dei deus ex machina che salveranno un Paese che loro medesimi hanno mandato in pezzi. Almeno questo gli è chiaro? Un semplice pensierino, che più vero di così si muore. Perché se una donna alza la testa, e indaga, ad esempio contro la violenza del maschio danaroso sguazzante nella prostituzione anche minorile, è chiamata la rossa "pasionaria" e viene impedita nelle sue funzioni lavorative (si sa lavora alla Procura di Milano), e se ne ha talmente paura che possa solo condannare ciò che va condannato, che si arriva a occupare il palazzo dove svolge la sua funzione. Perché le donne hanno continuato a morire per mano di uomini paurosi, piazza o non piazza. Ma quante! Mi sono chiesta se non ci sia un'altra via a uno slogan rimasto vuoto di freddezza razionale e ottimismo egocentrico di cui discorre il filosofo Umberto Galimberti. Nuovi vizi capitali. Urge trovarla questa via altra. Ieri mi sono chiesta perché tra i dieci saggi del Presidente non vi sia nemmeno una donna. Risponderebbero i saggi tutti a questa domanda, dalla loro ovvietà conformista, che magari ci sarebbero stati (condizionale) nomi autorevoli da mettere in campo anche tra le fila delle donne, dicasi il 52%della popolazione. Ma che volete, mica si posso bruciare "eventuali" nomi eccellenti. Perché ci sarà un dopo politico. Sempre poi, dopo, attendere. Accontentatevi della Presidente della Camera Laura Boldrini e non frignate.
Beh, saggi incaricati: fate qualcosa questa volta. Ultima possibilità.
Il mondo delle donne, quelle che quadrano il bilancio mensile, anche se sono state buttate fuori dal mondo del lavoro, quelle che curano i vecchi, che allevano i figli, e vivono con i deus ex machina (poche) e i loro schiavi (tutte le altre), sono stanche di sopportare, di aspettare, di pazientare. Tutto ha un limite. Sappiate che la nostra dignità, la nostra competenza, la nostra capacità e la nostra bravura che continuate a buttare nel cesso, traboccherà dalle fogne. Quando? Prima che ne prendiate coscienza.
Vengo anch'io? No, tu no. Ma perché? Perché no.
Michaela Menestrina