L’umore non è quello adatto ai festeggiamenti, in questi giorni, per un genovese come me. A pensarci bene – visto che quanto è successo a Genova sarebbe potuto accadere ovunque – l’umore non dovrebbe essere adatto ai festeggiamenti proprio per nessuno.
E l’atmosfera grigia che ho attorno, con quell’odore di fango e distruzione intriso nell’aria, può sembrare del tutto inadatta all’inaugurazione della nuova versione di un sito, all’azzurro pastello che fa da colore dominante, o alla leggerezza scanzonata del juke-box in cui, da oggi in avanti, saranno raccolti tutti i miei pensieri a 45 giri.
Però più ci penso e più sento che forse, al contrario, non potevo trovare giorno migliore di questo, per ripartire da un nuovo inizio.
Al di là del dolore, della rabbia, della paura e del senso di fragilità in cui inevitabilmente ci fanno annegare le immagini che hanno inondato la tivù e il web, al di là dello straripare di facili commenti, dello tsunami di polemiche e dei fiumi di banalità stile telegiornale lacrimoso da cui si rischia di venir travolti in occasioni come questa, forse rimboccarsi le maniche e darsi da fare per ricominciare in una maniera diversa è l’unica zattera di salvataggio possibile, non solo per chi è rimasto vittima dell’esondazione, ma anche per chi l’ha solo vista riprodotta dentro uno schermo.L’idea che tragedie come questa rappresentino un’occasione dataci per ricostruire – la civiltà e la coscienza umana prima ancora che le case e le strade – rappresenta la più solare e forse unica speranza che ci rimanga.
E lanciare proprio oggi il mio nuovo sito mi sembra, pur nella assoluta futilità e idiozia del gesto, il solo modo sensato e rispettoso che uno scrittorino da nulla come il sottoscritto possa trovare per commentare l’accaduto. Così, sebbene ci siano ancora degli aggiustamenti da fare, degli ammanchi e delle sezioni coi lavori in corso che verranno sistemate a breve, insieme a Roberto Pravisani, che ha realizzato queste pagine tutte nuove, abbiamo deciso di andare online con l’attuale stato dell’arte, per ricominciare proprio oggi.
Parte dunque il nuovo vecchiotti.it che, dopo oltre sei anni di onorato servizio, manda in pensione (ma senza nemmeno il trattamento minimo) lo spazio tenuto su splinder, e prova a raccontare, in maniera concisa e schematica, un po’ del lavoro, delle idee e delle piccole e grandi follie con cui, in tutto questo tempo, ho cercato di mantenermi a galla e mi sono protetto dai nubifragi della vita che tante volte ha rischiato di piovermi addosso infradiciandomi l’anima.
Non servirà a nulla, lo so bene pure io, ma spero almeno che questo mio modestissimo, insignificante nuovo inizio possa valere come augurio a tutti quelli che, in questa alluvione o in altre, proprio come me oggi sentiranno una forte voglia di partire con una storia nuova.