Ricominciare ad amare

La città è di nuovo devastata come è devastato questo paese, quasi dalla materializzazione della nostra stessa cretineria sotto forma di cretini violenti e tutti dediti alla lotta al capitale e al precariato portata avanti con falò di auto in sosta, vetrine infrante e segnali stradali divelti. Sono sicuro che nei palazzi del potere si saranno fatte due risate al pensiero di arrivare fino a Natale grazie agli aspiranti cheguevari del cretinismo. Ora aspetto di vedere i commenti di quelli che diranno che in piazza c’erano solo questurini travestiti parte di un complotto internazionale volto a screditare la candida purezza di milioni di eroi indignati oppure di quegli altri che diranno che i manifestanti andrebbero manganellati tutti, uno per uno, se necessario nel loro domicilio, per propiziare quella pace sociale che come ognuno sa è esaltata dalla concorde umiliazione del diritto altrui a dissentire.

Io non penso più niente. Se avessi dovuto tirare le somme veramente oggi avrei cancellato due o trecento dei miei contatti Facebook per manifesta incompatibilità con la mia tranquillità d’animo, ma strapparsi gli occhi non vale quando si è circondati da tanta bruttura, perché resta la puzza che ti ammorba il naso e il disgustoso sapore escrementizio che ti flagella le pupille con il suo retrogusto. Sento che sto scivolando in uno spazio tranquillo, nel quale rinuncio ad occuparmi di quello che fa il prossimo, a meno che non stia effettuando un sorpasso azzardato accanto a me sulla tangenziale. Chi sa se riuscirò a fermarmi, a rallentare e ricominciare ad amare.