Parlare di un ritorno non è adeguato, perché io da queste pagine non mi muovo mai. In una maniera o nell’altra ci sono sempre, ma è altresì vero che manco da quattro mesi nelle vesti di opinionista della vita. So che vi sono mancato perché le domande che ho ricevuto a [email protected] mi hanno tenuto compagnia tutta l’estate dando la mano alle zanzare. Cerchiamo di capirci subito, quest’anno non ho intenzione di rispondere esattamente alle vostre domande, piuttosto ho in mente di trarre spunto da quello che mi chiedete per parlarne al mondo intero. Una specie di consultorio psicologico, ma a senso unico. Sarà anche vero che siamo nel Secolo dell’interattività ma certe cose è meglio farle da soli, e quindi senza indugiare ulteriormente vi lascio alla prima puntata di Ask Fabry RELOADED, il luogo dove anche le persone prive di talento possono darsi un tono.
Cosa posso fare per ricominciare da zero?
Questa è sicuramente una delle domande più gettonate che mi pongono le persone nella vita reale, oltre che a farmele su queste pagine. Pensateci, quante volte un amico si è trovato a fare a pugni con il Mondo e vi ha chiesto aiuto per cambiare vita? Quante volte voi stessi avete deciso di voltare pagina e scaricare una colata di cemento sul passato? Ormai è un’abitudine minacciare di stravolgere la propria esistenza sperando di invertire il processo che ti ha portato a prendere questa decisione. Millantare di sparire, di cambiare atteggiamento per suscitare nel prossimo il timore di averti perso per sempre. Vi svelo un segreto: con ogni probabilità alle altre persone non importa nemmeno, e quand’anche nutrano affetto nei vostri confronti questi giochetti psicologici non attaccano. Siamo nel secolo dove cambiamo Papa senza mandare al Creatore il precedente, figurati se muore. A mio avviso la chiave per ricominciare è una e una sola: chiudere con il passato perché è lì che risiede il nostro malessere. Bruciare le foto. Cambiare numero di telefono. Non rispondere più al citofono. Queste sono tutte cose che accarezzeranno il vostro animo mentre transitate in questa fase dove il presente vi fa schifo e il futuro vi nausea. Non è mica facile accartocciare il passato, qualsiasi sia il trauma da cui state scappando: vi perseguiterà come un fantasma e nella migliore delle ipotesi farete in ogni caso gli stessi errori che vi hanno portato a cambiare. Vi dice qualcosa Brooke Logan?
Chiudere con il passato poi, oltre ad essere particolarmente complicato, può rivelarsi anche inutile. Veramente crediamo che tutta la strada fatta per arrivare fino a qui non sia valsa la pena? Le lacrime, i sacrifici, le scelte sbagliate. Tutto quello che in questo momento stiamo odiando sono ciò che in realtà ci ha portato a scegliere di dimenticarcene. È come lamentarsi di essersi bruciati camminando su un pavimento di carboni ardenti. Il cambiamento è insito nell’animo umano, è una costante delle nostre vite senza il quale non saremmo quello che siamo. Va bene, i giapponesi sono esclusi da questo discorso perché non provano sentimenti e non hanno un’anima, ma gli altri non posso tirarsi indietro. Ricominciare, quindi, è solo una maniera come un’altra di dire domani. Perché è quella l’unica cosa di cui abbiamo bisogno, l’unica speranza a cui vogliamo aggrapparci a volte con indegna disperazione, la speranza che domani vada meglio. La speranza che domani sia diverso, che tutta la merda respirata oggi non ci sia, che ciò che mi ha ferito ieri domani non mi sfiori nemmeno. Non è decidendo arbitrariamente di lanciare la propria vita nel bidone dell’umido che i problemi si risolvano, perché da che mondo è mondo la vita è una ed è già sufficientemente complicato viverla senza il bisogno di cercare di crearsene una nuova ad hoc. Ricominciare è una metafora della nostra mente, forse una parola catartica che abbiamo deciso funga da panacea per ogni male.
Quindi domani continua a fare quello che hai sempre fatto, non ricominciare. Cerca di creare nuovi ricordi invece di legarti a quelli del passato. Chiama tua nonna, dille che sarebbe bellissimo vivere vicini. Corri da tua madre e falle una sorpresa, il sorriso che ti regalerà asciugherà tutte le lacrime che hai speso. Offri il caffè ad una collega con cui non parli mai, la realtà condivisa con una quasi sconosciuta ti farà sembrare meno pesante la giornata. Aiuta un amico a preparare le valigie, lo farai sentire meno solo durante il viaggio. Manda un messaggio alla tua migliore amica e dille che le vuoi bene, credi che la scontatezza non sia apprezzata? Piangi. Urla. Non reprimerti e non tenere tutto dentro, non sei una bomba ad orologeria, non hai bisogno di esplodere. Sorridi a chi ti sorride, ma soprattutto sorridi a te stesso. Non lagnarti della distanza, prendi un treno e vai da chi ti manca, fosse anche solo per due ore. Non guardare al passato con rabbia, è proprio il passato ad averti messo alla prova facendoti arrivare fino a dove sei ora. E come dice Mago Merlino, quando arrivi al fondo sei nella posizione migliore perché non puoi che risalire.
Per quelli che credono di non farcela, per quelli che pensano di aver fallito. Per quelli che vedono la propria vita sgretolarsi tra le mani. Per quelli che hanno perso ogni speranza. Questo oceano di ovvietà è per voi, perché non vi arrendiate mai alla vita e non cadiate inermi sotto il suo peso. Ed è per me, che nonostante tutto ce l’ho fatta.
Spero che apprezziate questa versione della rubrica un po’ riflessiva e un po’ psicoterapeutica, ricordandovi che rimango sempre e comunque uno stronzo vi invito a farmi sapere cosa ne pensiate.
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Il post Ricominciare – #AskFabry, scritto da Fabry, appartiene al blog Così è (se vi pare).