"Non vedo perchè di questo complotto nel tempo il ricordo andrebbe interrotto". Ecco, riflettiamo su questo pensiero arcano. Oggi è il 5 Novembre e non ho resistito: dovevo assolutamente parlare di questo capolavoro diretto da James McTeigue cinque anni fa, un film molto particolare tratto dalla graphic novel disegnata da David LLoyd e sceneggiata da uno dei più grandi autori di fumetti degli ultimi cinquant'anni: Sua Altezza Alan Moore (suo è anche il favoloso "Watchmen"). Le differenze tra film e fumetto sono molte e anche piuttosto sostanziali: in primo luogo nel film sono stati tolti alcuni personaggi e il regime totalitario che spadroneggia in inghilterra non è di origine fascista (i produttori credevano che un riferimento al fascismo diretto come nella graphic novel avrebbe portato un'ondata di proteste, inoltre la trama è stata leggermente modificata anche se i tratti principali sono stati conservati. Il risultato finale è più che soddisfacente: Natalie Portman, che interpreta Evey, è un'intreprete azzeccata e si trova a suo agio in un ruolo per nulla facile, anche se nel film l'età della ragazza è stata "alzata" rispetto al fumetto, in cui aveva appena sedici anni; ma su tutto quanto il film regna la presenza, che è diventata ormai un'icona di culto a pieno diritto,del personaggio principale: V. Un uomo misterioso che veste un mantello e un buffo cappello a tesa larga nero, estremamente forte e abile con i pugnali, che porta una maschera sorridente, riproducente le fattezze di Guy fawkes, il cospiratore che nel 1605 tentò di far saltare in aria la Camera dei Lords mentre gli onorevoli e il re in persona si trovavano in seduta. E' senza dubbio un personaggio affascinante, che crede nell'anarchia e cerca di liberare gli Uomini dalla prigione in cui sono caduti e in cui continueranno a cadere: come nel fumetto un regime totalitario guidato da un leader senza scrupoli vige su Londra e su gran parte dell'Europa, dopo un nuovo olocausto che ha decimato la popolazione e più di un'etnia. V è fortemente caratterizzato e ha uno scopo che va ben oltre il semplice interesse verso la liberazione degli Uomini: la vendetta. E' il motore delle sue azioni, ma non fa si che questo lo renda un egoista, perchè in fondo è anche per un bene superiore che lotta e la sua storia è a dir poco agghiacciante. La difficoltà principale cui è andato incontro il regista era riuscire a dare un'espressività alla maschera di V con adeguati giochi di luce, il che non era un'impresa facile. Ma McTeigue ha avuto la fortuna di scegliere un valido interprete come Hugo Weaving (L'agente Smith di "Matrix" nonchè Elrond per Peter Jackson), che con il solo linguaggio del corpo è riuscito a dare carattere al personaggio e con l'aiuto di un'abile direttore della fotografia la maschera sembra "parlare" allo spettatore, pare quasi che cambi espressione, una sensazione curiosa ma di forte ed efficace impatto visivo. Il film, come il fumetto, è dominato da un'ideologia forte, pura e che non tutti condividerebbero, ma tutto questo crea un'atmosfera surreale: se fosse un libro sarebbe quello che in letteratura inglese chiamano "Dystopian Novel", di ambientazione fututistica e degradata, in cui il potere è in mano ad una cerchia di pochi e avidi eletti. Moore si è dissociato dalla trasposizione cinematografica asserendo che stravolge il suo lavoro, anche se questo non è del tutto vero: le differenze sono palpabili, ma l'ideologia che sta nelle fondamenta della storia è salda e eccellentemente riprodotta, per non parlare della scena dell'ombra tra le fiamme (guardare per credere) al campo di Larkhill, che è un po' il simbolo implicito del film. L'intensità interpretativa è anche aiutata dall'ottima fotografia e da una regia equilibrata, nonchè dalla scelta azzeccata dei volti (Il vescovo Lilliman è identico al personaggio del fumetto. Un consiglio: sarebbe meglio leggere prima il fumetto per potersi fare un'idea generale; in fondo si potrebbe considerare il film di McTeigue come una versione diversa della stessa storia, quella ideata da Moore. Detto ciò posso concludere solo con: "La vostra sola speranza è che quando mi avrete scaricato addosso tutte le vostre munizioni io non sarò più in piedi".
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"Non vedo perchè di questo complotto nel tempo il ricordo andrebbe interrotto". Ecco, riflettiamo su questo pensiero arcano. Oggi è il 5 Novembre e non ho resistito: dovevo assolutamente parlare di questo capolavoro diretto da James McTeigue cinque anni fa, un film molto particolare tratto dalla graphic novel disegnata da David LLoyd e sceneggiata da uno dei più grandi autori di fumetti degli ultimi cinquant'anni: Sua Altezza Alan Moore (suo è anche il favoloso "Watchmen"). Le differenze tra film e fumetto sono molte e anche piuttosto sostanziali: in primo luogo nel film sono stati tolti alcuni personaggi e il regime totalitario che spadroneggia in inghilterra non è di origine fascista (i produttori credevano che un riferimento al fascismo diretto come nella graphic novel avrebbe portato un'ondata di proteste, inoltre la trama è stata leggermente modificata anche se i tratti principali sono stati conservati. Il risultato finale è più che soddisfacente: Natalie Portman, che interpreta Evey, è un'intreprete azzeccata e si trova a suo agio in un ruolo per nulla facile, anche se nel film l'età della ragazza è stata "alzata" rispetto al fumetto, in cui aveva appena sedici anni; ma su tutto quanto il film regna la presenza, che è diventata ormai un'icona di culto a pieno diritto,del personaggio principale: V. Un uomo misterioso che veste un mantello e un buffo cappello a tesa larga nero, estremamente forte e abile con i pugnali, che porta una maschera sorridente, riproducente le fattezze di Guy fawkes, il cospiratore che nel 1605 tentò di far saltare in aria la Camera dei Lords mentre gli onorevoli e il re in persona si trovavano in seduta. E' senza dubbio un personaggio affascinante, che crede nell'anarchia e cerca di liberare gli Uomini dalla prigione in cui sono caduti e in cui continueranno a cadere: come nel fumetto un regime totalitario guidato da un leader senza scrupoli vige su Londra e su gran parte dell'Europa, dopo un nuovo olocausto che ha decimato la popolazione e più di un'etnia. V è fortemente caratterizzato e ha uno scopo che va ben oltre il semplice interesse verso la liberazione degli Uomini: la vendetta. E' il motore delle sue azioni, ma non fa si che questo lo renda un egoista, perchè in fondo è anche per un bene superiore che lotta e la sua storia è a dir poco agghiacciante. La difficoltà principale cui è andato incontro il regista era riuscire a dare un'espressività alla maschera di V con adeguati giochi di luce, il che non era un'impresa facile. Ma McTeigue ha avuto la fortuna di scegliere un valido interprete come Hugo Weaving (L'agente Smith di "Matrix" nonchè Elrond per Peter Jackson), che con il solo linguaggio del corpo è riuscito a dare carattere al personaggio e con l'aiuto di un'abile direttore della fotografia la maschera sembra "parlare" allo spettatore, pare quasi che cambi espressione, una sensazione curiosa ma di forte ed efficace impatto visivo. Il film, come il fumetto, è dominato da un'ideologia forte, pura e che non tutti condividerebbero, ma tutto questo crea un'atmosfera surreale: se fosse un libro sarebbe quello che in letteratura inglese chiamano "Dystopian Novel", di ambientazione fututistica e degradata, in cui il potere è in mano ad una cerchia di pochi e avidi eletti. Moore si è dissociato dalla trasposizione cinematografica asserendo che stravolge il suo lavoro, anche se questo non è del tutto vero: le differenze sono palpabili, ma l'ideologia che sta nelle fondamenta della storia è salda e eccellentemente riprodotta, per non parlare della scena dell'ombra tra le fiamme (guardare per credere) al campo di Larkhill, che è un po' il simbolo implicito del film. L'intensità interpretativa è anche aiutata dall'ottima fotografia e da una regia equilibrata, nonchè dalla scelta azzeccata dei volti (Il vescovo Lilliman è identico al personaggio del fumetto. Un consiglio: sarebbe meglio leggere prima il fumetto per potersi fare un'idea generale; in fondo si potrebbe considerare il film di McTeigue come una versione diversa della stessa storia, quella ideata da Moore. Detto ciò posso concludere solo con: "La vostra sola speranza è che quando mi avrete scaricato addosso tutte le vostre munizioni io non sarò più in piedi".
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